Zverev: “L’ATP pensa solo ai tornei? I giocatori sono l’anima del tennis”

Un esordio convincente e una battaglia politica che continua a infiammare il circuito. Alexander Zverev ha iniziato con il piede giusto il Miami Open 2025, superando senza troppe difficoltà l’inglese Jacob Fearnley con un netto 6-2 6-4. Un risultato che non solo gli consente di avanzare nel torneo, ma che rappresenta anche un primo passo verso il riscatto dopo settimane complicate.

Una vittoria per ripartire

Dopo la deludente prestazione a Indian Wells, il tedesco ha ritrovato sensazioni positive sul campo: “Sono contento del mio livello e del fatto di aver sistemato alcune cose che a Indian Wells non avevano funzionato a dovere. Spero sia il primo di una lunga serie di match con questo rendimento”, ha dichiarato. La vittoria, però, passa in secondo piano rispetto a un tema che sta scuotendo il tennis mondiale: il confronto tra ATP e PTPA, l’associazione indipendente dei giocatori guidata da Novak Djokovic.

ATP vs PTPA: una divisione pericolosa

Zverev, membro attivo del Players Council, ha espresso la sua opinione sulla controversia in corso: “È ancora troppo presto per dire quale sia il mio pensiero definitivo. Ci sono punti importanti da discutere, ma credo che giocatori e Tour debbano unirsi, non dividersi”. Il rischio, secondo lui, è particolarmente alto per la WTA, che non dispone delle stesse risorse economiche dell’ATP per affrontare un’eventuale spaccatura nel sistema.

Pur riconoscendo che l’ATP ha margini di miglioramento, Zverev ha sottolineato il lavoro fatto negli anni: “L’ATP è nata per rappresentare i giocatori, ma col tempo ha iniziato a tutelare maggiormente i tornei. Non so se questo sia giusto. Il tennis è un business, come tutti gli sport, e bisogna mediare tra interessi diversi”. Un equilibrio che non è semplice da trovare, ma che per il tedesco resta fondamentale: “I giocatori sono l’anima del tour ed è un peccato che in questo momento ci sia questa divisione”.

Una ripartenza mentale dopo il crollo post-Australian Open

Se il dibattito politico nel tennis è ancora aperto, Zverev ha invece le idee più chiare su ciò che lo ha condizionato nelle ultime settimane. Dopo aver sfiorato il suo primo titolo Slam in Australia, dove è stato sconfitto da Jannik Sinner in finale, il tedesco ha faticato a ritrovare equilibrio mentale: “Pensavo davvero di poter vincere il torneo. Quella sconfitta mi ha sopraffatto su tutti i livelli”.

L’errore principale, ammette, è stato non concedersi tempo per elaborare la delusione: “Il giorno dopo ero già in campo ad allenarmi, non mi sono dato la possibilità di staccare. Forse andare subito in Sudamerica non è stata la scelta giusta. L’ho pagata cara”. La precoce eliminazione a Indian Wells, però, gli ha permesso di fermarsi e lavorare su se stesso: “Non si vuole mai perdere, ma quel risultato mi ha dato due settimane per respirare, per ritrovare il mio gioco e rimettere in ordine la mia mente”.

Ora, con un nuovo approccio e una prospettiva più chiara, Zverev guarda con fiducia al resto della stagione. A Miami ha già messo un primo mattoncino: ora tocca a lui dimostrare di poter tornare ai livelli che desidera.

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