Zverev torna protagonista a Madrid: “Quando gioco bene, tutto il resto viene da sé”

Alexander Zverev ha inaugurato nel migliore dei modi il suo percorso al Mutua Madrid Open, dominando Roberto Bautista Agut con un doppio 6-2 che non lascia spazio a dubbi. Una vittoria netta, ottenuta con sicurezza e alimentata da una ritrovata fiducia che il tedesco ha costruito passo dopo passo nelle ultime settimane, grazie anche al recente trionfo a Monaco di Baviera.

Un ritorno alle certezze

La superficie rossa della Caja Mágica sembra ancora una volta fatta su misura per il numero 2 del mondo, che ha mostrato un tennis solido e ispirato. “Mi sono concentrato sul giocare il mio miglior tennis, questo è il mio obiettivo principale”, ha dichiarato Zverev in conferenza stampa, evidenziando come l’approccio mentale sia stato il primo passo per ritrovare sensazioni positive in campo.

Dopo un avvio di stagione complicato, segnato dalla sconfitta nella finale degli Australian Open contro Jannik Sinner e da una deludente tournée sudamericana, Zverev ha saputo ricompattarsi. “Quando riesco a giocare bene, mi sento più rilassato e ho più fiducia in me stesso”, ha spiegato, lasciando trasparire il lavoro interiore svolto per superare i momenti difficili. La vittoria a Monaco è stata la scintilla, Madrid potrebbe rappresentare la conferma.

Madrid nel cuore

Non è un caso che proprio nella capitale spagnola Zverev ritrovi spesso il suo miglior tennis. La città ha per lui un significato particolare: “È il mio campo preferito al mondo. Qui provo grandi sensazioni, grandi sentimenti e anche grandi ricordi”, ha ribadito con affetto. Con due titoli già vinti nel torneo, il tedesco sembra avere un feeling speciale con l’atmosfera della Caja Mágica.

Un fattore chiave, secondo lui, è l’altitudine: “Siamo a 700 metri sul livello del mare, le palle sono molto più veloci e rimbalzano diversamente. Credo che faccia una grande differenza”. Proprio questa peculiarità potrebbe spiegare perché Zverev riesca a esprimere qui il suo miglior tennis, a differenza di altri tornei sulla terra come Monte Carlo o il Roland Garros.

Oltre le statistiche: un tennista autentico

Zverev si è distinto anche per la sua spontaneità fuori dal campo. Alla domanda su come si prepari a parlare in pubblico dopo una finale, ha risposto con disarmante sincerità: “Quando ho il microfono, dico semplicemente quello che sento. Non c’è un copione. Sono come un libro aperto”. Un atteggiamento che lo distingue da molti colleghi, spesso più attenti a filtrare le proprie emozioni davanti alle telecamere.

Anche per questo il pubblico lo apprezza: Zverev non finge, non costruisce maschere. La sua trasparenza lo rende umano, fallibile e per questo ancora più interessante da seguire, soprattutto in un momento in cui sembra finalmente tornato competitivo ai massimi livelli.

Prossimo ostacolo e obiettivi

Nel prossimo turno, il tedesco affronterà il vincente tra Alejandro Davidovich Fokina e il portoghese Nuno Borges. Ma al di là dei nomi degli avversari, ciò che conta per Zverev è il suo livello di gioco. “Voglio solo continuare a godermi il tempo che passo in campo. Il resto verrà da sé”, ha concluso con una filosofia semplice ma efficace.

Con uno Zverev così motivato e in forma, Madrid potrebbe davvero essere il teatro di un nuovo capitolo memorabile nella sua carriera.

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