Zverev ritrova sé stesso: “A Madrid mi sento sempre a casa”

La rinascita parte da Monaco

Alexander Zverev ha messo fine a un digiuno che durava da mesi. Il successo ottenuto all’ATP 500 di Monaco di Baviera, battendo in finale Ben Shelton, rappresenta per il tedesco non solo un trofeo, ma un punto di svolta mentale e sportivo. Il titolo, il primo della sua stagione, è arrivato nel momento giusto, restituendogli fiducia in vista di un impegnativo swing sul rosso.

Il 28enne di Amburgo ha vissuto un inizio di stagione altalenante, segnato da delusioni, pressioni e aspettative. Soprattutto quella di poter raggiungere il primo posto del ranking mondiale, che sembrava alla sua portata vista l’assenza di Jannik Sinner e i problemi fisici di Carlos Alcaraz. Eppure, come ha spiegato lui stesso, non è stata la pressione a frenarlo: “Non è stato per la pressione, ho solo giocato male, onestamente. A volte succede. L’Australia mi ha condizionato, c’erano molte cose nella mia mente che non erano a posto”. Ma ora che quella nuvola si è diradata, il focus è tutto sul futuro: “Ho appena vinto un torneo, è impossibile farlo se non giochi bene. La fiducia è aumentata e voglio continuare su questa strada”.

Madrid, il terreno di casa

Madrid rappresenta da sempre un’oasi felice per Zverev. Due titoli, nel 2018 e nel 2021, e una finale nel 2022 testimoniano il suo feeling con la Caja Mágica. Un’affinità che lui stesso ha confermato in conferenza stampa: “La prima cosa che mi viene in mente quando arrivo qui è che mi sentirò bene sul campo. È uno dei miei tornei preferiti, ho perso solo due volte sul centrale, è un posto speciale per me”.

La fiducia ritrovata si sposa con un ambiente favorevole, creando i presupposti per un’altra corsa verso le fasi finali. Dopo i fantasmi australiani, Zverev sembra intenzionato a voltare pagina: “Non posso più pensare all’Australia, devo pensare alle prossime tre settimane. Madrid, Roma, e poi Parigi. Questo è il mio obiettivo”.

Le ferite ancora aperte degli Slam

Il percorso di Zverev nei tornei del Grande Slam è stato finora ricco di emozioni e delusioni. Tre finali perse, tutte diverse, ma con un peso specifico importante. La più recente, quella degli Australian Open 2025, è stata particolarmente amara: “Pensavo davvero di poter vincere, ero entrato in campo con grandi aspettative, ma non avevo molte chance. Mi ha fatto male. Più di altre volte”.

Lo US Open 2020, invece, è stato un banco di prova segnato dalla novità e dalla stranezza del contesto: un calendario stravolto e la prima finale Slam. Diverso anche il Roland Garros del 2024, dove Zverev aveva giocato un match stellare, ma si era dovuto arrendere a Carlos Alcaraz dopo cinque set battagliati.

Tra doping e quotidianità: il lato nascosto del tennis

Non solo campo. Tra le domande affrontate dal tedesco, anche una riflessione sui controlli antidoping e sull’impatto che questi hanno sulla vita dei tennisti. “È un processo fastidioso, dobbiamo indicare ogni giorno dove saremo per un’ora. E se arrivano fuori orario, devi comunque tornare”. Zverev ha raccontato un episodio emblematico: si trovava a Nizza per prendere la figlia all’aeroporto quando ha ricevuto la chiamata per il test. “Mi hanno detto che dovevo tornare, nonostante fossi con mia figlia. Questo non è giusto. Serve più flessibilità, non possiamo rinunciare alla nostra vita privata in questo modo”.

Sul tema della contaminazione e dell’attenzione estrema a ciò che si assume, Zverev è stato chiaro: “Non è cambiato nulla dopo i casi di Jannik e Iga. Lo sappiamo, dobbiamo stare attenti. Il problema è il sistema, non la consapevolezza”.

Il pubblico e la maturità

Infine, un accenno al rapporto con il pubblico. Dopo alcune critiche ricevute in Australia, il tedesco ha sottolineato quanto il sostegno di casa a Monaco sia stato determinante: “Nel quarto contro Griekspoor ero mentalmente fuori dal match, ma il pubblico mi ha dato la forza per reagire. Ci saranno sempre uno o due idioti, ma il pubblico è stato fantastico”.

Zverev sembra aver trovato un nuovo equilibrio, tra ambizioni e consapevolezza, pronto a riscrivere il suo percorso nel circuito. A Madrid, in un luogo dove si sente “a casa”, ha una nuova occasione per dimostrarlo.

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