Zverev si gioca il jolly: ingaggiato Ivan Lendl

L'ex tennista cecoslovacco sale sulla barca del tedesco: il suo compito sarà quello di trovare la rotta vincente.

Zverev jr. sembra non aver più intenzione di restare nel limbo. Il 2018 di Sascha si è rivelato altalenante, fatto di diverse vittorie – anche prestigiose – ma di troppe ombre specialmente nei soliti Major. Tutto questo rappresenta un boccone difficile da digerire per un tennista che aveva indicato una vittoria Slam per questa stagione. Resta solo un’ultima chance – seppur molto remota – per realizzare il buon proposito dell’anno, anche se probabilmente Sascha e il suo entourage accetterebbero un approdo alla seconda settimana, per iniziare. Il binomio Zverev-Slam è sempre stato complicato: un solo quarto di finale raggiunto dal tedesco finora (Roland Garros 2018, partita poi persa nettamente contro Thiem) e per il resto solo misere figure. Restringendo ulteriormente il cerchio allo Slam statunitense, si evince come sia il peggiore sia per gioco espresso sia per risultati ottenuti da Sascha: primo turno nel 2016 – sconfitta al quinto con Kohlschreiber – secondo turno lo scorso anno – netta dipartita contro Coric.

Agli Us Open 2017, diversamente dall’edizione di due anni fa, era difficile auspicarsi un’uscita così prematura da parte di Zverev, visto che il tedesco aveva portato a casa due titoli consecutivi, di cui il Masters 1000 canadese dove sconfisse in finale Roger Federer. Flushing Meadows, invece, fu l’inizio della fine per Sascha, che crollò vertiginosamente nel resto della stagione, collezionando magre figure nei tornei autunnali e non riuscendo a lasciare il segno delle ATP Finals. Fu proprio questo cammino non roseo a porre fine, all’inizio del 2018, alla collaborazione tra Sascha e Juan Carlos Ferrero, il cui effetto durò solamente le prime settimane di agosto.

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Il motivo della separazione tra i due non è tutt’oggi ancora chiaro. Ognuna delle due parti si lamenta del carattere dell’altra: che Sascha sia un tipo fumante non è una novità – basta osservare alcuni suoi atteggiamenti in campo – e allora ci si chiede come mai abbia scelto di affiancare a sé un altro carattere forte come Ivan Lendl. Il motivo è molto semplice: innanzitutto, con tutto il rispetto per Ferrero, la figura di Lendl è molto più “pesante” – tennisticamente parlando. Ivan è un giocatore che ha segnato la storia del tennis sia da giocatore sia da allenatore. Rimase celebre la sua collaborazione con Andy Murray, specialmente il primo biennio, quando riuscì a invertire la parabola dello scozzese – diretto verso una carriera da eterno incompiuto – trasformandolo in un campione affermato. Un oro olimpico per cominciare, poi subito dopo il primo Slam, proprio a New York, e l’anno successivo il tanto atteso titolo a Wimbledon, 77 anni dopo Fred Perry. Nel secondo sodalizio tra i due, Murray riuscì a spingersi fino alla prima posizione del ranking, completando il suo percorso da grande campione.

Nonostante questo, la vita di Lendl in questo momento è molto travagliata. Il cecoslovacco ha diverse collaborazioni in ballo con aziende statunitensi e non ama molto viaggiare – da quel che si è visto nel periodo di coaching con Murray – per cui sarà importante vedere per quanto tempo durerà la collaborazione con Zverev. Di sicuro, Lendl cercherà di entrare nella testa del tedesco, inculcandogli la giusta mentalità vincente e cercando di correggere il suo stile di gioco, ancora allo stato grezzo, nonostante i 9 titoli già conquistati. Jerry Solomon, agente di Lendl, scrive che la collaborazione tra il suo assistito e Zverev avrà inizio dagli Us Open e quindi ciò lascia presagire ad una lunga partnership. Tralasciando tutti i motivi di contorno, con molta probabilità il successo del binomio Zverev-Lendl – per entrambe le parti – e la sua conseguente durata, deriverà esclusivamente da quanto Sascha riuscirà a tradurre in vittorie importanti – Slam su tutti – gli insegnamenti del suo coach.

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