Alexander Zverev è indubbiamente una delle stelle del Master 1000 di Montecarlo. Il tedesco ha debuttato quest’oggi, nell’ultimo match sul campo centrale, e ha superato con qualche difficoltà in più del previsto il lussemburghese Gilles Muller in tre set. Ora incontrerà il vincitore del match fra Struff e Fognini. Il tedesco ha anche ottime possibilità di tornare alla terza posizione del ranking ATP – dista solo 60 punti da Marin Cilic, ma, a differenza del croato, che difende il quarto di finale dello scorso anno, non ha cambiali in scadenza – ed è molto carico.
GIOCARE A CASA – Anche Zverev, come molti suoi colleghi, gioca in casa. Ha residenza nel Principato e ciò rende il torneo per lui più piacevole: «Si, sono a casa. Anche se non sono stato molto da me, la possibilità di giocare qui, con la mia famiglia e i miei amici, rende tutto decisamente più bello. Poi si gioca anche nella cornice più bella di tutto il mondo ATP, c’è ancora più divertimento. E poi che gran pubblico». Il numero 4 ATP è però reduce dalla brutta sconfitta in Coppa Davis, contro la Spagna di Nadal, principale favorito anche a Monaco: «La Coppa Davis è stata impegnativa, abbiamo perso per un niente. Ora però sono determinato, ho avuto qualche giorno per staccare, recuperare energie ed iniziare nel migliore dei modi la stagione sul rosso. Rafa sarà anche qui, per giocarci contro dovrò raggiungere la finale, quindi penso partita per partita». E, mentre sono diffusi i rumours di una partnership con Ivan Lendl, Zverev si è portato con sé Jez Green, il preparatore che ne sta modellando il fisico: «Sono veramente fortunato a lavorare con Jez. Lui mi ha dato la possibilità di giocare partite molto lunghe e fisicamente dispendiose». Infine, una battuta sulla terra rossa: «Sono cresciuto su questo tipo di campi, e mi piace il tipo di tennis che si deve proporre. La struttura del punto è diversa rispetto al veloce, e bisogna costruirsi ogni cosa scambio dopo scambio. A dirla tutta, mi piacerebbe che ci fosse più posto nel circuito per i tornei su terra, però so bene che il tennis si dirige verso campi più veloci».