Serena contro Simona: la resa dei conti

Serena Williams e Simona Halep sono giunte in finale ai Wta Championships di Singapore. E si scontreranno, di nuovo, a soli tre giorni dalla clamorosa vittoria della rumena sulla statunitense, con il disarmante punteggio di 6-0 6-2, infliggendole la sconfitta peggiore degli ultimi 16 anni di carriera.

Ad aumentare il paradosso, che ancora una volta fa sorgere diversi dubbi sull’effettiva validità del sistema a gironi del Masters, il fatto che ieri era stata proprio Simona a consentire alla n. 1 del mondo di qualificarsi, rubando un set a Ana Ivanovic. La serba, a causa della differenza di set fatti e subiti, pur vincendo la partita era stata eliminata dai giochi a favore della Williams.

Veniamo agli incontri di oggi. Da un lato, oggi la statunitense, ripresa dalla disfatta contro Halep, è venuta a capo con coraggio di un match molto sofferto contro Caroline Wozniacki, l’unica delle semifinaliste ad aver vinto tutti e tre i match del Round Robin. La danese ha confermato il suo straordinario stato di forma giocando alla pari per tutto l’incontro. Ha conquistato con facilità il primo parziale ed ha servito per il match nel set decisivo, sul 5-4; al tie-break, infine, si è trovata avanti 4 a 1, a soli tre punti dalla seconda finale del Masters in carriera. Ma, in tutti e tre i casi, Serena è riuscita a reagire e salvarsi come una Fenice, mostrando un coraggio e una freddezza tipico da indomita campionessa. Ancora una volta, bisogna dirlo, la danese ha tremato un po’ nei momenti decisivi, mostrando l’inevitabile sudditanza psicologica nei confronti dell’amica; le due si erano affrontate tre volte nel 2014 e, a parte la finale degli Us Open, conquistata da Serena con un doppio 6-3, in altri due casi la statunitense aveva rimontato alla distanza dopo aver perso il primo set.

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Dall’altro lato, la Halep ha confermato la disarmante superiorità dimostrata nei match precedenti: dopo le vittorie schiaccianti contro Serena Williams e Petra Kvitova e il match lottato e perso contro Ana Ivanovic, totalmente ininfluente ai fini della qualificazione, era difficile non dare lei per favorita contro Agnieszka Radwanska. La polacca aveva vinto soltanto una partita nel girone, contro una spentissima Petra Kvitova, e aveva ottenuto l’accesso in semifinale grazie al vantaggio rispetto alla ceca nel computo dei set. Certo, ci si aspettava un match piuttosto diverso: ai lati opposti della rete, infatti, c’erano le tenniste dal tennis più intelligenti del circuito, non particolarmente potenti, abituate a cercare il punto poco alla volta, sapendo reggere scambi spesso molto estenuanti. Tutto faceva supporre a un’estenuante lotta alla distanza. Invece no: Simona ha dominato la maga polacca, con un doppio 6-2 in poco più di un’ora, vanificando i suoi artifici tecnici e sorprendendola con vincenti e cambi di direzione, soprattutto con il magico rovescio lungolinea al quale spesso ci ha abituati. Dopo una seconda parte di stagione piuttosto deludente, la rumena è tornata all’apice della forma, che pochi mesi fa le aveva permesso di raggiungere la finale al Roland Garros.

Ci attende una grande sfida, degno epilogo di un’edizione del Masters molto strana ma anche emozionante, perché ha scompaginato la preesistente gerarchia di valori. Fuori Kvitova e Sharapova, sono brillate le stelle di Halep e Wozniacki, con una Williams che è sopravvissuta grazie al suo status troppo superiore per la ‘concorrenza’. I precedenti tra le finaliste danno in vantaggio 3 a 1 per la Williams, che vuole vendicarsi dell’umiliazione subita con una vittoria che risollevi una stagione tutto sommato al di sotto delle sue capacità.  

Ai Wta Championships l’americana ha trionfato 4 volte, su 7 finali disputate: nel 2001 contro Lindsay Davenport (che si era ritirata), nel 2009 contro Venus Williams, nel 2012 contro Maria Sharapova e l’anno scorso contro Li Na.
Serenona è dunque alla caccia del suo terzo titolo consecutivo nell’ultimo torneo Wta dell’anno. Per Simona invece è la prima finale al Master. Che vinca la migliore!

Il resoconto delle partite.

Serena Williams b. Caroline Wozniacki – 2-6 6-3 7-6(6)

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Serena Williams, con la tenacia e i nervi saldi da grandissima campionessa, è riuscita a venire a capo di un match complicatissimo contro la danese Caroline Wozniacki, battendola in rimonta con il punteggio di 2-6 6-3 7-6(6) in 2 ore e 15 minuti. La statunitense stacca così il pass per la settima finale ai Wta Championships, che giocherà domani contro Simona Halep.

Chissà se Simona Halep rimpiangerà di aver conquistato un set contro Ana Ivanovic, con il quale ha garantito l’automatico accesso in semifinale della numero uno al mondo ai danni della serba. Quel che è certo è che Serena, dopo un Round Robin appannato e un’amarissima sconfitta proprio contro la Halep e la seguente paura di rimanere fuori da giochi, ora si proietta come la maggior candidata per la vittoria delle Finals di Singapore, torneo nel quale la sua partecipazione era stata messa in dubbio fino all’ultimo.

Oggi la danese ha confermato il suo straordinario momento di forma dimostrato in questa settimana giocando alla pari con la n. 1 del mondo, aggiudicandosi facilmente il primo set e arrivando molto vicina al successo nel terzo parziale, dove ha servito per il match (sul 5-4) ed è stata avanti 4 a 1 nel tie-break.
A costarle caro sono stati alcuni errori nel secondo set e in quello conclusivo, dove le è tremato un po’ il braccio quando aveva la possibilità di chiudere. Le sue colpe sono comunque ridotte da una straordinaria Serena, che ha saputo riprendersi dopo un inizio negativo e costellato da errori, ritrovando il servizio e quella motivazione in più per agguantare il match. La tennista di Odense chiude così la sua stagione con qualche rimpianto, ma anche con la consapevolezza di essere tornata ad altissimi livelli, rafforzata dal suo nuovo ingresso in top-five delle classifiche dopo un’assenza di circa tre anni.

La cronaca. Il primo set è tutto danese, con una Caroline Wozniacki suprema e perfetta al servizio che continua l’ottimo stato di forma dimostrato nei tre match vinti nel Round Robin. Williams, dal canto suo, è molto fallosa dal fondo e poco precisa al servizio, con cui ottiene circa il 50% di punti. ‘Caro’ vola subito 3 a 0 (break a 15 nel secondo game). Serena riesce a tenere il servizio a 15, ma la danese fa altrettanto. La n. 1 del mondo inizia a innervosirsi e, sotto 4-2, dopo un ennesimo errore di dritto, sbatte ripetutamente la racchetta per terra, frantumandola come se fosse di cartone: prontamente arriva il warning del giudice di sedia Kader Nouni. Wozniacki continua facilmente la sua scia di game vinti e chiude per 6-2 in 27 minuti.

Il secondo set inizia in modo equilibrato sino al 2 pari. Serena grida ad ogni punto, cercando di svegliarsi e dare una svolta alla partita: l’occasione avviene quando, nel quinto game. Caroline commette il primo doppio fallo della partita. Serena ne approfitta per aggredire e, grazie a due magnifici vincenti, vola 0-40, con tre palle break consecutive. La danese elimina le prime due, ma commette un errore fatale nel terzo, che permette alla n. 1 del mondo di passare avanti. Da qui fino alla fine del set è un monologo di Serena, che trovato servizio (88% di punti vinti con la prima) e risposta, chiude facilmente per 6-3.

Il terzo set è fin da subito molto lottato. Serena ha un’occasione di break sul 2 pari, ma Wozniacki è brava ad annullarlo e tenere il servizio. Sul 4 pari Serena inizia a piazzare poche prime e Wozniacki approfitta con due risposte vincenti, ottenendo una preziosa palla break. Serena la elimina grazie a un servizio vincente, ma alla seconda occasione, ai vantaggi, Caro riesce a conquistare il game, arrivando facilmente a un improbabile dropshot dell’americana.
Wozniacki può servire per il match, ma Serena – con la freddezza delle grandi campionesse – la travolge con due risposte e un lungolinea sulla riga e piazza l’immediato controbreak a 30. Le due riescono a mantenere i due turni successivi, ma entrambe concedono all’avversaria l’occasione per strappare il servizio: prima Serena, che poi si salva grazie a due servizi a quasi 200 chilometri all’ora, e poi Wozniacki, che concede un match-point, annullato a rete dopo uno scambio lunghissimo ed estenuante da entrambe le parti.
Il tie-break, che si rivela l’epilogo più giusto di un match senza esclusione di colpi da entrambe le parti, si rivela denso di colpi di scena: Wozniacki sembra meno provata, e infatti approfitta di due errori di Serena per volare 4-1. Proprio quando tutto sembra perduto, però, la n. 1 del mondo si risveglia e grazie a due implacabili risposte trova il coraggio per portarsi in pari e quindi avanzare 6-4, ottenendo altri due match-point. La danese riesce però ad allungare sul 6 pari, approfittando di due dritti sbagliati dell’avversaria. Serena fa un respiro profondo e trova, infine, la forza per aggiudicarsi una partita che aveva assunto le tinte scure del dramma: grazie a un ace si porta 7-6 e poi chiude l’incontro, alla quarta occasione, grazie a un lungolinea in corridoio della danese.
Serena, felice ma visibilmente stanca, non trova neppure la voglia di esultare e deliziare il pubblico con la sua solita piroetta, probabilmente per rispetto verso l’avversaria, sua grandissima amica. Giunte a rete, le due si abbracciano: un tenero epilogo, che quasi fa dimenticare le oltre due ore di sangue e botte da orbi che le hanno viste protagoniste.

Simona Halep b. Agnieszka Radwanska – 6-2 6-2


Simona Halep continua alla grande la corsa verso il titolo dell’ultimo torneo dell’anno. Dopo aver umiliato Petra Kvitova e Serena Williams, infliggendole la sconfitta più severa degli ultimi 16 anni, la ventitreenne rumena ha stracciato anche la polacca Agnieszka Radwanska, con il punteggio di 6-2 6-2 in un’ora e 9 minuti.
Grazie a questo successo, Halep torna n. 3 del mondo, ai danni di Petra Kvitova, stacca dunque il pass per la prima finale in carriera nei Wta Championships, dove affronterà Serena Williams, esecutrice di Caroline Wozniacki. Per lei si tratta anche della quinta finale stagionale (il bilancio è di due titoli vinti e due persi).

Alla vigilia della seconda semifinale, ci si aspettava un match piuttosto combattuto: dai lati opposti della rete, infatti, c’erano le tenniste dal tennis più intelligenti del circuito, non particolarmente potenti, abituate a cercare il punto poco alla volta, sapendo reggere scambi spesso molto estenuanti. Le previsioni sono state totalmente errate: la partita è stata infatti senza storia a favore di Halep, che ha avuto in mano la partita dall’inizio alla fine, contando su una maggiore brillantezza negli spostamenti e maggior potenza dei colpi. Gli artifici della polacca, oggi comunque poco ispirata – così distante dall’eccellente prova messa in scena ieri contro Maria Sharapova – non hanno funzionato contro la n. 4 al mondo, che ha messo in scena un tennis più efficace con maggiore visione tattica e ricerca dei vincenti. Ha inoltre pagato, con il senno di poi, la scelta della rumena di spingere con il servizio, con il quale ha sì ottenuto una bassa percentuale di prime (57%), ma è anche riuscita conquistare comunque molti punti nei momenti più importanti, perdendo solo un turno di battuta tutto sommato ininfluente nel secondo set. Il colpo che più ha funzionato è stato il rovescio lungolinea, con cui ha realizzato tantissimi punti, riuscendo più volte a sorprendere la ‘maestrina’ polacca.

La cronaca. Nel primo set Halep si aggiudica il primo break sul 2-1, a 30; la rumena tiene il servizio, annullando una palla dell’immediato controbreak, e strappa di nuovo la battuta, ancora a 30. In pochi minuti la finalista del Roland Garros vola 5 a 1, per poi chiudere al servizio con il punteggio di 6-2 in 35 minuti.

Il secondo set parte di nuovo in salita per Radwanska, che si ritrova in un istante sotto di due break e 3-0. La polacca cerca di dare una scossa alla partita e riesce a recuperare uno dei due servizi, ma per tutta risposta la rumena brekka ancora e tiene la battuta a 0, volando così 5 a 1. La polacca, sempre più inerme e smarrita, riesce a tenere un altro servizio per poi lasciare campo libero alla Halep, che chiude set e match.

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