Addio Sharapova, Serena Williams un silenzio che fa rumore 

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È passata una settimana – o poco più – da quando Maria Sharapova ha deciso di dire addio al tennis giocato. Una scelta sofferta per la siberiana che, a 32 anni e dopo un lungo stop, ha dovuto fare i conti anche con i tanti problemi fisici dai quali non è riuscita a scappare.

In questi sette giorni, scanditi dai ricordi – più o meno social – dei suoi colleghi e dalla celebrazione della sua carriera da parte della Women Tennis Association, c’è un silenzio capace però – e ci scusiamo già per il controsenso – capace di fare tanto rumore. È quello, ovviamente, di Serena Williams.

La rivalità tra le due tenniste è stata per lunghi anni lo spot migliore che il tennis femminile potesse avere. Due donne agli antipodi ma con lo stesso scopo: vincere. Perché nel vocabolario di una vera campionessa non esiste altra parola. Forse, solo sinonimi.

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Sei anni di differenza tra la piccola di casa Williams e la Sharapova ma protagoniste della stessa era. Purtroppo per Masha però, con ogni probabilità, quest’epoca verrà ricordata soprattutto per i trionfi di Venus e Serena.

Una rivalità che va oltre il campo con le due tenniste che non risparmiano frasi al veleno nei confronti dell’avversaria quando ne hanno l’opportunità. Guardando solo le statistiche, il bilancio non lascia scampo a Maria Sharapova che crolla in quasi tutti confronti diretti contro Serena Williams. Sono infatti 20 i successi dell’americana nei confronti della russa sui 22 match totali. Praticamente un en plein.

Eppure, in quei due successi, c’è il trionfo di Wimbledon quando una 17enne Masha si affacciava al circuito dei grandi ed in finale si imponeva proprio su The Queen. Una partita che passerà alla storia non solo perché la Williams fallisce la sua tripletta personale e consecutiva sull’erba londinese – dagli anni 60 ad oggi solo Billie Jean King, Martina Navratilova e Steffi Graff ci sono riuscite – ma soprattutto per quel che accadde dopo. 

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Una volta spenti i riflettori, infatti, arriveranno le lacrime di Serena negli spogliatoi come racconterà Maria Sharapova anni dopo nel suo libro che tanto ha fatto discutere. Ma questa è un’altra storia.

All’addio della bionda siberiana era quindi scontato aspettarsi un silenzio da parte dell’americana. Rivale di sempre. Avversaria in tante epiche battaglie, l’ultima – in ordine cronologico – agli scorsi US Open quando la Williams si impose con un perentorio 6-1, 6-1.

Non sono amiche, non lo sono mai state. E questo forse alimenta i tanti dubbi sulla possibilità o meno di poter installare rapporti di amicizia tra colleghe all’interno del circuito. Probabilmente loro non lo saranno mai. Sono state però molto di più per tutti quelli che, anche per merito loro, si sono appassionati a questo sport. 

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Apprezziamo allora la coerenza, così rara ultimamente. Maria Sharapova – e non solo lei – di certo non si aspettava nessun commento da parte dell’americana e Serena Williams non ha deluso le aspettative. 

Adesso che le nuove generazioni avanzano e con l’addio di Maria Sharapova, le Williams – in questo caso entrambe – restano l’ultimo baluardo di un tennis che ha regalato epiche battaglie e rivalità. 

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