Negli ultimi mesi abbiamo iniziato a familiarizzare con il suo nome. Amanda, classe 2001, nel corso della scorsa stagione aveva ottenuto ottimi risultati negli ITF americani, raggiungendo una finale in un 25k e vincendo un 60k; risultati di altissimo prestigio se consideriamo gli appena 15 anni di età.
Indubbiamente, la struttura fisica le è d’aiuto: 180cm in un fisico longilineo che ricorda di più quello di una giocatrice adulta.
Amanda è figlia di genitori russi che hanno deciso di trasferirsi in Russia pochi anni prima della sua nascita. Nonostante parli principalmente in russo con la famiglia, si sente totalmente americana ma le piacerebbe visitare la madrepatria per entrare a contatto con quella che è la cultura dei genitori.
La scorsa settimana Anisimova aveva preso parte al WTA 125k di Indian Wells, giocato sugli stessi campi del torneo maggiore. La giovane si era spinta fino alle semifinali, annientando giocatrici come Dolehide (che ha battuto Cibulkova e ha sfiorato l’impresa contro Halep) ma perdendo per 2-6 4-6 da Sara Errani.
Il torneo mandatory di Indian Wells, invece, era iniziato con una netta vittoria su Pauline Parmentier. La francese, nonostante la maggiore esperienza, non è riuscita ad imporsi, subendo per l’intero match i colpi devastanti da fondo campo di Anisimova.
Dopo un primo turno agevole, si prospettava un secondo turno non del tutto chiuso ma abbastanza complicato. Dopo una serie di 14 vittorie consecutive, Kvitova è stata regolata con il severo punteggio di 2-6 4-6. Nonostante i tanti errori di Petra, i meriti vanno soprattutto alla giovane americana capace di giocare sempre in attacco sui colpi potenti della mancina.
Anisimova è dotata di un bagaglio tecnico da urlo: servizio ottimo, dritto e rovescio potenti, che Amanda riesce a giocare con estrema naturalezza sia incrociati che lungolinea. Ma ciò che più impressiona è l’atteggiamento. È incredibile vedere una ragazza così giovane ma allo stesso tempo così solida mentalmente. A differenza di pochi mesi fa, Anisimova sta mostrando un sensibile miglioramento nella gestione dei match importanti. Il ranking è solo una conseguenza del suo lavoro, e a soli 16 anni e 5 mesi si trova a due vittorie dalla top 100.
È ancora presto per pronosticare il futuro dell’americana, specialmente dopo casi come quello di Eugenie Bouchard, ma è evidente che le possibilità per diventare numero uno siano tante.