Una vecchia massima recita che “se nella vita non puoi essere il migliore, devi essere differente“. Ashleigh Barty è colei che sta incarnando al massimo questo antico proverbio, visti i risultati conseguiti ultimamente: dai quarti di finale agli Australian Open, alla semifinale ottenuta questa notte al WTA di Miami, grazie alla vittoria contro Petra Kvitova a cui ha sottratto il sogno della prima piazza mondiale, la nativa di Ipswich ha realizzato un sogno che fino a pochi mesi fa sembrava impensabile, ovvero varcare la soglia della top ten a 22 anni. La sua statura non alta e il suo fisico non longilineo possono trarre in inganno, soprattutto coloro che non la conoscono bene, ma la realtà è che quando la palla inizia a volare, l’agilità dell’australiana è davvero impressionante. Ha solo 22 anni e gioca quasi come se fosse un’autentica veterana. La prima volta che si era fatta notare al grande pubblico risale a due anni fa, quando vinse il torneo di Kuala Lampur e poco dopo raggiunse la finale in doppio al Roland Garros, accanto alla connazionale Casey Dellacqua. Non va scordata nemmeno la finale al Premier 5 di Wuhan persa da Caroline Garcia. Ma ciò che sorprende maggiormente è il fatto che questi buonissimi piazzamenti sono arrivati dopo una pausa importante, tra il 2014 e il 2016, in cui Barty aveva deciso di giocare a cricket, uno sport che col tennis ha davvero ben poco a che fare. Le doti sfruttate nel doppio, le hanno dato l’opportunità di sviluppare un gioco diverso dal solito martellamento da fondo-campo, con colpi di fino in cui il lift si armonizza ai tagli particolari e alle accelerazioni in lungolinea tipici di chi, con la racchetta, può fare quello che vuole. Ashleigh Barty, nei grami tempi delle picchiatrici scriteriate, è una donna che può approcciarsi alla rete con velocità, mettendo a segno tocchi di grande pregio come volée e colpi tagliati, aiutata dalle rasoiate di rovescio in back che fungono da vero piacere per lo spettatore seduto in tribuna. Intuitiva e veloce nei movimenti in campo, Ashleigh annovera tre titoli nel suo curriculum individuale e guarda con ambizione al futuro. Si è detto molto sulle giovani emergenti, ma apprezzare l’evoluzione fulminea di questa giovane e la sua capacità di lavorare con sacrificio per essere competitiva, fanno intendere che Barty ha ancora ampi margini di miglioramento e può raggiungere le ambite vette del successo. Dopo aver sconfitto Petra Kvitova, si è recata in conferenza stampa mostrando grande soddisfazione in volto, unita ad un briciolo di sano conformismo e pudore. “Sapevo che la chiave per vincere la partita era farmi percepire, dalla mia avversaria, competitiva dal primo all’ultimo minuto. Petra è una delle migliori ribattitrici del pianeta, quindi ho cercato di concentrarmi sul servizio per impostare il mio gioco vario. Sento di essere cresciuta tanto come persona e come tennista, in particolar modo negli ultimi nove o dieci mesi in cui ho lavorato molto” -ha detto la giocatrice australiana che, da lunedì, entrerà per la prima volta in top ten. “E’ stato un obiettivo che ho coltivato a lungo, ma che vedevo sempre troppo lontano. Ho imparato, però, che quando profondi tutti i tuoi sforzi e le tue speranze per tagliare un traguardo, prima o poi i sogni possono diventare realtà” -ha aggiunto con orgoglio la semifinalista del torneo di Miami.
La sua passione per lo sport e per il tennis l’ha spinta a riprendere la racchetta in mano nel 2016, dopo un biennio di pausa in cui non riusciva a trovare una chiave di gioco efficace, per costruire il proprio gioco non convenzionale. E ha fatto benissimo Ashleigh Barty, considerati i buonissimi risultati ottenuti sia in doppio che in singolare. “Essere in grado di vivere il tennis a modo mio è una delle cose più belle che possono accadere nella vita. Ma io non mi reputo soddisfatta, continuo a voler migliorare e mi sento affamata di gloria” -ha dichiarato l’australiana, la cui rivale nella semifinale del WTA Premier Mandatory di Miami 2019 si chiamerà Anett Kontaveit. Sarà una prova di fuoco per entrambe le atlete, consapevoli della grande opportunità che hanno di raccogliere un risultato eccezionale quanto inaspettato. Ashleigh Barty ha tutte le carte in regola per essere una tennista di riferimento, grazie al suo gioco variegato e fuori dagli schemi classici, per molti anni a seguire.
7 comments
Mi piace molto Ashleigh. Per fortuna ha smesso col cricket ed è tornata al tennis. Non ha un fisico propriamente da tennista, eppure esprime un tennis talentuoso, bello e completo. Merita ampiamente la top 10… se non fosse stata ferma due anni, ci sarebbe arrivata molto prima.
Daniela quando uno ci crede non deve mai mollare. In passato abbiamo avuto campionesse che fisicamente non erano nulla di che: Sanchez Vicario, la stessa Henin piccina e magra magra, eppure hanno vinto e stravinto. Il problema, oggi, è che picchiano tutte come ossesse e non riesci a ribattere, ma se trovi il modo di rispondere e variare vinci e delizi gli spettatori. Barty è geniale in questo.
Bel racconto introspettivo di una tennista che offre una tipologia di gioco diversa dalle altre
Grande!!!!!!
La Barty merita la top ten…sono contenta che finalmente è riuscita a conquistare un posto tra le top.Poi il suo tennis mi aggrada anche perché per alcuni versi mi ricorda la nostra Roberta nazionale.
Maria in parte anche me, sebbene questa ragazza da fondo renda di più, il che è fondamentale nel tennis odierno 🙂
Grande stratega, precisa quanto basta e fredda nei momenti che contano il suo non è un tennis entusiasmante ma con i risultati andrà lontano