I due tornei prestigiosi d’ouverture della stagione americana, a poche settimane dall’inizio degli US Open, si sono conclusi e ora è tempo di pagelle. Molte sorprese hanno arricchito il torneo, positive e negative, e non sono mancate neanche alcune polemiche, più o meno eclatanti. Concentriamoci però a dare i voti ai protagonisti in campo, a partire dal torneo maschile di Montreal.
Andy Murray, 10: Torneo praticamente perfetto il suo. Fino all’approdo in finale, infatti, non ha concesso neanche un set ai propri avversari, e riuscendo a sconfiggere niente poco di meno che Novak Djokovic nell’atto conclusivo. I precedenti nell’anno solare erano quasi tutti a favore del serbo, che si era aggiudicato nove degli ultimi dieci match. Questa volta lo scozzese è riuscito, anche grazie a una forma non perfetta (dolori al braccio, ndr) dell’avversario, a conquistare il titolo e ad aggiungerlo ai suoi 34 già in bacheca. L’eliminazione prematura a Washington non l’ha scosso più di tanto e ora parte come favorito nei prossimi tornei sul cemento. REDIVIVO
Novak Djokovic, 8.5: Tutto sommato, per il risultato ottenuto, non si può dire male del serbo, soprattutto dopo la vittoria nei quarti con Gulbis, dove la sua solidità mentale ha fatto la differenza. In finale, però, è risultato troppo sprecone durante i break point conquistati, non riuscendo a riacchiappare anche questa partita. Fino al 5-4 ha avuto ben 14 palle break, di cui solo 3 sfruttate a dovere. Anche il suo servizio non è apparso impeccabile, con percentuali non entusiasmanti e ben 19 break point concessi. Vedremo se nei prossimi giorni riuscirà a riprendere la condizione a cui RoboNole ci ha abituati, sperando di poterlo rivedere al 100% durante l’ultimo Slam stagionale. ALLA PROSSIMA FINALE
Kei Nishikori, 8-: Buon torneo per il giapponesino, che si ferma solo ad Andy Murray, apparso in forma come poche volte gli accade. Il parziale schiacciante gli costa un meno, visto anche l’umiliante bagel nel secondo set. Certamente qualche guaio fisico per lui, visto l’immediato ritiro dal main-draw di Cincinnati. Fino ad allora pratiche veloci da sbrigare, incluso il match contro Nadal, dominato dal tennista nipponico. Troppi infortuni rischiano però di alterare questa continuità di risultati. Nel torneo dell’Ohio non difende alcun punto ma il rischio controsorpasso da parte di Wawrinka è piuttosto concreto e in vista US Open anche una singola posizione in classifica potrebbe fare la differenza. BRAVO MA NON TROPPO
Rafael Nadal, 7: Torna o non torna? Questo è il dilemma. Un’analisi shakespeariana perfetta per il momento che sta attraversando il maiorchino. Il suo tennis va ancora troppo a sbalzi e a folate, facendo pervenire dei passaggi a vuoto a cui pochi erano abituati. Fino ai quarti lo spagnolo non ha avuto più di tanto problemi, facendo vedere anche cose positive. Contro Nishikori il suo gioco è stato annichilito e ha ceduto senza lottare più di tanto, facendo male anche al servizio. Quanto dovremo attendere per rivederlo in una prestigiosa finale? LOADING, PLEASE WAIT…
Ernest Gulbis, 7.5: Il matto talento lettone sembra esser intenzionato a tornare ai livelli di qualche tempo fa, dopo essere sprofondato ai margini della Top 100. Il tennista dalla strana preparazione al colpo si è arreso solo a Novak Djokovic, nei quarti, dopo aver avuto anche la chanche di approdare in semifinale. Per lui comunque ottimo torneo considerato anche che aveva nelle gambe anche le partite di qualificazione. A VOLTE RITORNANO
Nick Kyrgios, 4: 4 e mezzo è il risultato della media tra il 6 del suo torneo e il 2 del suo comportamento nel match contro Wawrinka. Dopo aver fatto vedere un ottimo tennis la sua infelice uscita lo ha fatto rimbalzare al centro delle cronache sportive di tutto il globo, va da sé, in luce negativa. Poco sale in zucca per l’australiano, di cui ancora non si capiscono le motivazioni di quell’inutile gesto. Passando al torneo giocato, invece, diciamo che ci può stare la sconfitta contro Isner rimediata agli ottavi, considerata la sua scarsa attitudine con i cosiddetti Big Servers. Qualcosa in più poteva certamente fare ma l’anagrafe è dalla sua parte e col tempo questi miglioramenti (in tutti i sensi!) sicuramente avverranno. BAD BOYS, REGIA DI NICK KYRGIOS
Proseguendo col torneo femminile di Toronto, anche qui non possiamo esimerci dal darvi nota di parecchi colpi di scena, a partire dalla vincitrice che stranamente non risponde al nome di Serena Williams.
Belinda Bencic, 10: La favola della teenager svizzera è solamente iniziata col trionfo in Canada. L’impresa di battere Serena Williams non è certo alla portata di chiunque, e lottare in finale come una leonessa con un pezzo da 90 come la Halep dopo detta vittoria lo è ancor di meno. Belinda riesce, complice anche l’infortunio occorso alla rumena, che non sminuisce comunque il grande risultato ottenuto. Sembra essere lei, tra mille predestinate, una delle più promettenti per il futuro della WTA. E non si esclude un altro exploit agli US Open. LO SPETTACOLO E’ APPENA INIZIATO
Simona Halep, 9: Ottimo torneo considerato che il suo tabellone, nonostante fosse la seconda testa di serie, è stato uno dei più duri. Scontrarsi consecutivamente con Jankovic, Kerber, Radwanska e Errani non è proprio cosa da tutti i giorni e ciò ha sollecitato più del dovuto il suo fisico, che non ha retto in occasione del terzo set con la Bencic. Buone sensazioni, comunque in prospettiva Slam, dove è ancora alla ricerca del suo primo titolo iridato. US OPEN, ARRIVIAMO!
Serena Williams, 7.5: Probabilmente il voto più basso delle recenti pagelle dell’americana. Serenona fino alla semifinale conduce un torneo magistrale, anche se rischia troppo nel match contro la nostra Pennetta, sotto di un set e di un break. La sua solidità mentale da numero 1 del mondo riesce a risollevarla e a farla vincere, ma era evidente che qualcosa già non andava nel verso giusto. La conferma è arrivata proprio nella semifinale contro Belinda Bencic. La sua eccessiva fallosità ha permesso all’elvetica di condurre la partita a testa alta, spinta anche dall’inerzia favorevole della gara. La sconfitta in tre set conferma che lo strapotere di Serena non è più tale e non serve più la Azarenka dei giorni migliori per metterla in difficoltà. Staremo a vedere se saremo smentiti già dal prossimo torneo di Cincinnati. ANCORA IN VACANZA?
Sara Errani, 8: Nel match spettacolo contro la Azarenka si guadagna questo voto. Poco può contro Simona Halep in semifinale, contro un’avversaria che spesso ha sofferto. La tenacia e la grinta della bolognese le permettono di superare avversarie con mezzi tecnici migliori dei propri e senza dubbio più efficaci. Questo ottimo piazzamento è la risposta a chi la vedeva fuori dalla Top 50 in breve tempo, confidando che anche nei prossimi tornei continui su questa linea. EXTRAORDINARIA
Di S. Marasi