Au revoir Genie, titoli di coda sull’anno maledetto della Bouchard

Il 2015 da dimenticare di Eugenie Bouchard è ormai una certezza, e nonostante il crollo in classifica si pensa già a un 2016 nel quale tornare a stupire, non pensando più alla sfortuna ma solo al campo ed ai risultati, lavorando sulla maturità e sulla definitiva formazione del suo prossimo staff

In una stagione di tennis si possono evidenziare moltissimi successi insperati o risultati di grande rilievo, ultimi in termini temporali sono stati i veri e propri miracoli sportivi che hanno coinvolto Roberta Vinci e Flavia Pennetta agli U.S.Open, eppure allo stesso modo è anche facile sottolineare la recente storia di quei moltissimi giocatori che non hanno mantenuto le promesse, quegli emblematici casi “dalle stelle alle stalle” che come principale madrina 2015 non possono non avere la canadese Eugenie Bouchard.

Ventuno anni e un 2014 da incorniciare, con il best ranking di N.5 che ha parzialmente fatto passare di mente i miseri 11 games in totale rimediati nei tre match disputati ai WTA Championships dello scorso anno; i quarti di finale raggiunti agli Australian Open hanno parzialmente tamponato la mancata riconferma della semifinale che andava difendendo, e se quel risultato assolutamente non da poco avrebbe potuto lasciar presagire un nuovo spirito, per trovare quei successi che le sono sfuggiti solo per poco, il viaggio di ritorno da Melbourne non ha fatto che dare il via ad una stagione davvero maledetta, con un misero bottino di 12 vittorie a fronte di 17 sconfitte.

Gli unici “piazzamenti” sono stati gli ottavi di finale raggiunti a Indian Wells, Roma e Eastbourne, tenendo comunque conto del bye di partenza in ciascuno di questi tornei, mentre a pendere dal lato opposto della bilancia ci sono state le cocenti sconfitte di Fed Cup contro Alexandra Dulgheru e Andreea Mitu in casa e una lunga serie di eliminazioni all’esordio senza molti alibi.

A dire il vero uno sprazzo della Bouchard del 2014 si era visto nell’importante cornice di Flushing Meadows, ma a dimostrazione che la legge di Murphy difficilmente sbaglia, la sfortuna della caduta negli spogliatoi, con conseguente ritiro alla vigilia del match contro Roberta Vinci, ha segnato innegabilmente anche l’ultima porzione di questo annus horribilis, costringendola prima a saltare la prima fase della tournée asiatica senza neanche presentarsi, ed in seguito ad un ritiro nel match contro Andrea Petkovic al China Open a causa del ripresentarsi dei sintomi del trauma cranico degli U.S.Open.

Da qui a fine anno ci sono davvero poche possibilità che la Bouchard si possa ripresentare, ancora meno che possa farlo in una buona forma psicofisica, e se la classifica sembra almeno per il momento fortemente compromessa, il nuovo anno potrebbe portarla a definire finalmente uno staff tecnico ancora in via di costruzione oltre a darle modo di resettare e di mettersi nuovamente in condizione di stupire, riprendendosi le luci dei riflettori che sembravano ormai perdute, imparando la lezione e guadagnando in maturità e determinazione per tutto il (moltissimo) tempo che ha a disposizione per riconfermarsi, non pensando più alla sfortuna ma solo al campo ed ai risultati.

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