Andy Murray è il primo finalista degli Australian Open 2015. Il tennista di Dunblane ha superato abbastanza facilmente il ceco Tomas Berdych, esecutore di Rafael Nadal ai quarti, con il punteggio di 6-7(6) 6-0 6-3 7-5 in 3 ore e 39 minuti. Grazie a questa vittoria, lo scozzese raggiunge la sua ottava finale Slam in carriera, la quarta raggiunta a Melbourne, dopo quelle conquistate nel 2010, 2011 e 2013, tutte perse. Con questa quarta finale inoltre lo scozzese raggiunge Lendl, Agassi e Djokovic e si porta ad una sola finale da due leggende del calibro di Edberg e Federer.
Per Andy questa finale è poi un momento speciale per molte ragioni: primo, perchè è la prima finale raggiunta dopo quel Wimbledon 2013, l’apice della sua carriera, e la prima senza Ivan Lendl, ma in compagnia di Amèlie Mauresmo; secondo, perchè riconferma la sua carriera ad alti livelli dopo il lungo infortunio alla schiena dei mesi scorsi, l’intervento chirurgico, la lunga riabilitazione e la lenta ripresa, che aveva portato un sacco di perplessità su un suo ritorno a grandi livelli.
A pronosticare la sua ripresa nel 2015 era stato – in tempi insospettabili – Leon Smith, capitano britannico di Coppa Davis. “Andy è in gran forma, colpisce davvero bene la palla, cercherà di andare avanti il più possibile e credo che abbia buone chances di vincere il titolo”, aveva affermato prima del torneo.
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La prestazione di ‘Muzza’ si è confermata ad altissimi livelli, così come le precedenti partite del torneo. Ha deluso, invece, la prova del ceco, lontano anni luce dalla spumeggiante partita contro Rafael Nadal. Lo scozzese è stato solido fin dall’inizio della partita, bravo a riprendersi da un primo set molto lottato e perso di misura, per poi ingranare la marcia alta nel secondo parziale.
Nel primo set l’equilibrio si spezza sul 4-3 in favore del ceco, con Murray al servizio. Berdych però spreca l’occasione per chiudere e concede all’ex n. 2 del mondo la chance di giocarsi tutto al tie-break, che continua in modo equilibrato fino al 6-5, dove Murray ottiene un set point: il ceco lo annulla con autorità e passa avanti, chiudendo per 8-6. Il secondo set è praticamente inesistente, con uno stupefacente bagel a favore dello scozzese, il 18° inflitto in uno Slam. Murray, praticamente inesistente e falloso, subisce la controffensiva di Murray, che si aggiudica il terzo set per 6-3.
Berdych tenta il pareggio nel quarto parziale, dove il ceco sfrutta un passaggio a vuoto dello scozzese, arriva per due volte a palla break nel sesto gioco, ma non riesce a concretizzare la chance. I due arrivano fino al 5 pari: qui il n. 7 del mondo, tradito dalla tensione, fa un altro game disastroso e consegna le sorti del match al servizio dello scozzese, che chiude la frazione per 7 a 5.
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