Dopo l’ecatombe di teste di serie della prima giornata, le big del circuito sembrano aver capito che bisogna fare sul serio in questi Australian Open. Cominciamo con Agnieszka Radwanska, che ha impressionato contro la svedese Larsson, concedendole un solo game (6-0 6-1) nella miseria di 44 minuti. La Navratilova, in tribuna, annuiva soddisfatta.
Benissimo anche le intramontabili sorelle Williams: Serena spegne i ‘sogni di gloria’ (salvando anche tre set point) di una rediviva Zvonareva (a cui auguriamo di tornare ai livelli di un tempo), sconfitta 7-5 6-0. Al prossimo turno Serena troverà la giovane ucraina Svitolina, uscita vittoriosa dalla sanguinosa ed emozionante battaglia con Nicole Gibbs (7-6 7-6). Venus, invece, regola senza problemi la connazionale Davis per 6-2 6-3. L’americana sembra in ottima forma (sin da Montreal 2014, quando perse dalla Radwanska in finale) e l’attende al terzo turno la nostra Camila Giorgi.
Al di là degli inevitabili scetticismi (che la vedono più centrata con le grandi avversarie), Camila ha regolato senza particolari problemi la ceca Smitkova, più indietro in classifica di una trentina di posizioni. 6-1 6-4 il punteggio finale e, per la prima volta, Camila ha parlato di tattica in una dichiarazione post-match: “Lei mi dà fastidio perché tira molto forte e non concede ritmo, dovrò essere brava ad allungare gli scambi. Non so chi è favorita, vediamo, devo pensare ad esprimere bene il mio gioco”. Quel che è certo è che attendiamo un grande match tra le due.
Avanza senza fatica anche Petra Kvitova, sempre più consapevole e solida, eliminando la tedesca Barthel per 6-2 6-4. La ceca, vittoriosa a Sydney la settimana scorsa, è una delle più serie candidate per il titolo. Attenzione, però, al ritorno di Vika Azarenka. La bielorussa ha impressionato poche ore fa contro Caroline Wozniacki. Un 6-4 6-2 che fotografa una partita a tratti molto bella ma sostanzialmente a senso unico.
La Wozniacki, seppur aggressiva e come al solito bravissima in difesa, è sempre apparsa in rincorsa e un gradino sotto la sua avversaria. Azarenka, molto abile anche nel cercare spesso la rete, è venuta fuori alla distanza in tutta la sua precisione e devastante potenza. E, alla fine, spazio per ri-apprezzare (oddio, è soggettivo) i suoi balletti post-vittoria. La Azarenka fa sul serio e non può che essere considerata, a questo punto, come una delle favorite.
Tra le giocatrici di seconda fascia, da segnalare la vittoria roboante della Cibulkova (6-2 6-0 alla Pironkova), che difende in questo torneo quasi la metà dei punti raccolti lo scorso anno. Nel 2014, con quella finale clamorosa, Cibulkova sembrava proiettata verso gli alti palcoscenici del tennis: così non è stato ma l’obiettivo, inevitabilmente, è non perdere troppe posizioni in classifica. Bene anche la Muguruza, ultimamente spesso a due facce: quando le entra tutto è devastante, quando inizia a perdere il filo lascia andare con una velocità disarmante il set.
Così è successo con la Hantuchova: 6-1 1-6 6-0 il punteggio finale per la spagnola. Bene anche Bacsinszky (in tre set sulla Tatishvili), sempre più lanciata verso le posizioni di classifica che l’avevano battezzata, in tenera età, come la “nuova Hingis”. Sarà sfida al terzo turno tra la spagnola e la svizzera: la vincente potrebbe incontrare Serena Williams.
Delude poi la padrona di casa Sam Stosur costretta ad arrendersi all’irruenza della giovane statunitense Coco Vandeweghe, con uno score di 6-4 6-4. Evidentemente l’aria di casa continua a fare male alla veterana natia di Brisbane.
Bene, infine, la Zahlavova-Strycova sulla Chang (6-1 7-5), la giovane Keys sulla DellAcqua (2-6 6-1 6-1), l’emergente Brengle sulla Falconi (6-1 6-3) e la Cornet, sugli scudi nell’ennesima battaglia-psicodramma della sua carriera: 6-4 6-7 6-2 alla Allertova. Avanza anche l’americana Lepchenko (6-1 7-6 contro la Tomljanovic).