Le ultime partite di oggi hanno allineato il tabellone femminile degli Australian Open 2019 ai quarti di finale. A Petra Kvitova, Ashleigh Barty, Danielle Collins e Anastasija Pavlyuchencova, si sono oggi aggiunte Elina Svitolina, Naomi Osaka, Karolina Pliskova e, dopo un bellissimo match vinto contro la numero 1 del mondo Simona Halep, l’eterna Serena Williams, alla ricerca del tanto agognato 24esimo titolo del Grande Slam. Domani sarà la volta dei quarti di finale della parte bassa: non prima delle 4:30 italiane, sulla Rod Laver Arena, andrà in scena il match tra Anastasija Pavlyuchencova e Danielle Collins. Nella sessione serale australiana, dalle 9 italiane, si sfideranno invece Petra Kvitova e la beniamina di casa Ashleigh Barty. Mercoledì in campo invece la parte alta, con sfide ancor più affascinanti sulla carta, Svitolina-Osaka e Williams-Pliskova. Come piccolo antipasto alla fase più calda che importante del torneo, abbiamo provato ad analizzare le quattro sfide del tabellone femminili dell’Austalian Open 2019.
PAVLYUCHENCOVA-COLLINS – La nostra riflessione non poteva che cominciare dal quarto di finale più sorprendente, quello tra le vere outsider del tabellone, le uniche due quartifinaliste non comprese tra le teste di serie. Anastasija Pavlyuchencova e Danielle Collins sono infatti arrivate a questo punto del torneo contro tutti i pronostici della vigilia. Sebbene dal punto di vista del ranking sia una sorpresa, la russa è certamente quella più abituata a questi palcoscenici, che sempre ha dimostrato di poter essere una mina vagante nei tabelloni dei Major quando apparsa in forma. L’attuale numero 44 del ranking è giunta ai quarti di finale dopo un percorso molto difficile, che l’ha vista protagonista di due pesantissime eliminazioni in rimonta, Kiki Bertens e Sloane Stephens, rispettivamente numero 9 e 5 del tabellone. Prima di superare l’olandese nel match di secondo turno, Pavlyuchencova aveva esordito in maniera molto convincente contro Monica Puig. La svolta nel suo torneo è arrivata però dopo il primo set perso contro la numero 9 del mondo. Pavlyuchencova ha ritrovato le proprie certezze dopo un pessimo primo parziale, e nonostante le resistenze della propria avversaria è riuscita ad imporre il proprio gioco da fondo campo, leggendo la partita in maniera impeccabile e limitando nei momenti clou i gratuiti. In terzo turno è arrivata la vittoria più agevole, lasciando solo tre giochi alla bielorussa Aleksandra Sasnovich. Quella di ieri contro Sloane Stephens rimane tuttavia la vittoria più importante, contro un’avversaria oramai divenuta estremamente costante negli Slam, costretta quasi sempre ieri alla fase difensiva. La tennista di Samara ha avuto il coraggio di adottare una tattica a tratti eccessivamente rischiosa, ma che alla lunga ha dato i propri frutti sia dal lato del rovescio che del diritto. Stephens ha dovuto arrendersi dopo essere stata avanti di un set e di un break, vittima della pioggia di vincenti di Pavlyuchencova, dominante alla risposta nel finale. Del tutto straordinario è stato invece il cammino di Danielle Collins. Prima di oggi la 25enne americana, salita alla ribalta solamente nel marzo dello scorso anno, non aveva mai vinto un singolo match nel tabellone principale di uno Slam. Quest’anno, invece, dopo aver perso il primo set contro Julia Goerges, Collins è apparsa a dir poco straripante sui campi di Melbourne, vincendo otto set di fila per eliminare, in successione, oltre a Goerges, anche Sascha Vickery, Caroline Garcia e ieri nientedimeno che Angelique Kerber, numero 2 del mondo e campionessa del 2016 in Australia. Parziale vincenti/gratuiti sempre positivo per Collins, che ha conservato per tutta la prima settimana ottime percentuali al servizio. La performance perfetta è arrivata ieri, quando Kerber, certamente non al meglio, è riuscita a rimanere in campo per soli 58 minuti, subendo un severissimo 6-0 6-2. Gli exploit delle due tenniste rendono imprevedibile il match di domani, che sembra poter dipendere molto dagli errori non forzati, dato che entrambe dispongono di una grande pesantezza di palla. Tra le due sarà anche il primo confronto diretto, con una posta in palio decisamente non da poco, in cui anche la componente mentale farà la differenza.
KVITOVA (8) -BARTY (15) – Tra tutti, il quarto di finale più affascinante dal punto di vista tecnico-tattico sembra poter essere invece quello tra Petra Kvitova e Ashleigh Barty, che potrà oltretutto puntare sull’appoggio del suo pubblico. A rendere interessante il confronto è senz’altro il tennis piuttosto completo di entrambe, che peraltro possono contare su un ottimo servizio, colpo di fondamentale importanza per tirarsi via da quella drammatica lotta a colpi di break che spesso diventa il tennis femminile. Il match sarà oltretutto la riedizione della recentissima finale di Sydney, in cui a spuntarla è stata proprio la mancina ceca, che ha vinto tutti e tre i precedenti. L’ex campionessa di Wimbledon torna ai quarti di un Major dal lontano Us Open 2017 e lo fa tornando per la prima volta dal 2012 nella seconda settimana dell’Australian Open. Kvitova viene da una super prima settimana, in cui ha letteralmente dominato le proprie avversarie: nessuna tra Rybarikova, Begu, Bencic e Anisimova ha totalizzato più di quattro giochi in un set, andando spesso a sbattere contro la straordinaria resa della prima di servizio di Kvitova, sempre sopra al 70% nei primi quattro incontri. Molto simile la situazione di Barty, che è riuscita anche lei a contare sul proprio servizio, cedendo tuttavia un set nel pericolosissimo match contro Maria Sharapova negli ottavi di finale. Se Kvitova perde 17 giochi nei primi quattro turni, Barty ne lascia 26 ed esce rinforzata da un successo in rimonta di grande peso specifico, sia per la reazione dopo il set perso, sia per la forza mentale che le ha permesso di respingere i disperati tentativi di rientrare di Sharapova, che alla fine ha capitolato per 4-6 6-1 6-4. La presa mancina di Kvitova potrebbe tuttavia avvantaggiarla come anche nei precedenti scontri diretti. Fattore importantissimo potrebbe essere il pubblico, che dovrà trascinare la beniamina di casa senza rischiare di farle sentire la pressione al suo primo quarto di finale Slam.
OSAKA (4) -SVITOLINA (6) – Il secondo quarto di tabellone, in campo mercoledì, è anche l’unico ad aver rispettato in piena regola il ranking Wta. Naomi Osaka, numero 4 del tabellone e campionessa dello Us Open, di fronte alla numero 6 e campionessa delle ultime Wta Finals, Elina Svitolina. Si tratta del quarto di finale più giovane, 21 e 24 anni per le due tenniste: dal punto di vista fisico, sulla carta, potrebbe trattarsi anche del match più duro e lottato, dato che entrambe hanno nei colpi da fondo il loro punto di forza. La giapponese può contare sulla maggiore potenza, l’ucraina invece sulla fase difensiva e, oltre che la capacità di appoggiarsi anche sui colpi dell’avversaria, un’ottima regolarità. Sia Osaka che Svitolina hanno lasciato nel corso del torneo due set tra terzo e quarto turno, dopo due primi incontri gestiti perfettamente. La nipponica ha faticato nell’approccio contro Su-Wei Hsieh e Anastasija Sevastova, perdendo i primi set in entrambe le occasioni, con i colpi da fondo che hanno tradito la 21enne facendole pagare una partenza ad handicap nonostante il livello di gioco molto più alto nei restanti parziali. Approccio difficile anche per Elina Svitolina, che ha spesso moltissime energie nel match di terzo turno contro Shuai Zhang, rimontata dopo un durissimo primo set e battuta con lo score di 4-6 6-4 7-5 dopo 2 ore 55 minuti di gioco. Negli ottavi la 24enne ha invece superato Madison Keys, troppo fallosa contro una Svitolina pur in grandissima difficoltà con la seconda di servizio, con cui realizzerà in tre set solo 12 punti su 31. Svitolina, in vantaggio 3-2 nei precedenti e vincitrice degli ultimi due nella primavera dello scorso anno, dovrà fare i conti con la crescita di Osaka, sempre più matura dal punto di vista mentale: molto passerà proprio dall’atteggiamento della nipponica, che aggredendo la seconda della propria avversaria potrebbe impostare la battaglia su binari a lei favorevoli. Attenzione tuttavia a Svitolina, che dalle Finals in poi sembra fisicamente tornata quella di qualche tempo fa, prima della perdita di peso del 2018, e che potrebbe invece costringere spesso ad un rischio in più la propria avversaria.
WILLIAMS (16) -PLISKOVA (7) – Per ultimo, non potevamo che lasciare il match in un certo senso più importante. Presumibilmente nella sessione serale di mercoledì, Serena Williams proverà a compiere un altro passo verso il tanto desiderato 24esimo successo in un Grand Slam, che le permetterebbe inoltre di agganciare Margaret Court in vetta alla speciale classifica. Di fronte, però, la numero 16 del mondo troverà una delle poche tenniste in grado, almeno in teoria, di sfidarla sulla potenza, vale a dire la ceca Karolina Pliskova. Dal punto di vista tecnico, quindi, è facile intuire che avrà la meglio chi regalerà di meno, chi servirà meglio e chi muoverà prima la propria avversaria, evidenziandone il punto debole. Più solido il torneo di Serena Williams nei primi tre match, con un dominio in tutte le fasi del gioco ai danni, in successione, di Tatjana Maria (due giochi vinti), Eugenie Bouchard (quattro giochi vinti) e Dayana Yastremska (tre giochi vinti). Più incostante il rendimento di Pliskova invece, che in secondo turno ha dovuto recuperare un parziale di svantaggio sulla statunitense Madison Brengle e in terzo turno ha dovuto superare il pericoloso ostacolo chiamato Camila Giorgi, chiudendo anche qui al terzo e decisivo set. A rimescolare le carte, sono arrivati però gli ottavi di finale. Se Pliskova ha infatti giocato il suo miglior match, disinnescando in partenza la spagnola Garbine Muguruza, Williams ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per liberarsi della numero 1 al mondo, Simona Halep. Dopo un’ora e 47 minuti di grandissimo tennis l’americana, abbastanza provata fisicamente, è uscita vincitrice col punteggio di 6-1 4-6 6-4. Ovviamente, Pliskova non potrà offrire il tipo di tennis della numero 1 al mondo, che ti costringe continuamente a correre. La ceca, che avrà bisogno di una prestazione maiuscola, sarà obbligata a sfruttare le seconde delle propria avversaria, dimostratesi meno penetranti del solito e con una resa mai sopra al 50%. Williams è in vantaggio 2-1 nei precedenti, forte anche del successo nei quarti dello Us Open 2018, ma lo stato di forma di Pliskova suggerisce la possibilità di un match davvero equilibrato.
COMMENTO – Il tabellone ha creato degli accoppiamenti davvero interessanti, che tra domani e mercoledì potrebbero regalare spettacolo. Il quarto tra Pavlyuchencova e Collins rimane il più indecifrabile, con la russa ben più esperta a questi livelli, ma anche con l’americana che potrebbe continuare nel suo splendido cammino: per ora, il giorno di pausa tra un match e l’altro sembra anche averla aiutata e forse merita proprio lei un 51% nel pronostico. Favorita con più margine invece Petra Kvitova, che tra Sydney e la prima settimana a Melbourne Park è apparsa veramente in stato di grazia. L’ultima a strapparle un set è stata proprio Barty, ma la pressione sentita dall’australiana nel finale di match contro la Sharapova, che è stata vicina all’aggancio, e i confronti diretti, obbligano a dare il favore del pronostico alla due volte campionessa di Wimbledon. Meno influenti, invece, gli scontri diretti potrebbero essere tra Osaka e Svitolina: le vittorie dell’ucraina sono arrivate proprio nel momento in cui Osaka stava candidandosi per la prima volta ad un ruolo importante nel circuito e da allora, di tempo, ne sembra passato più di nove mesi. Osaka ha già uno Slam in bacheca, mentre Svitolina cerca ancora la sua prima semifinale dopo tre quarti di finale persi: se la nipponica preparerà bene la partita, guardando anche all’atteggiamento in risposta di Madison Keys nel match di ottavi, ci vorrà una versione perfetta di Elina Svitolina per fermarla. Se la giapponese faticherà ancora nel primo parziale, però, potrebbe iniziare una partita diversa. La veterana e oramai favorita al titolo, Serena Williams, non è invece in una situazione facilissima. Il ruolo di favorita aumenta anche la pressione e lei, un pochino, ha dimostrato di sentirla negli anni. C’è da migliorare il rendimento con la seconda perché se Pliskova prende il controllo e gioca con la testa libera, può fare malissimo. Williams, per ora, è padrona del proprio destino e anche delle altre, ma una sua vittoria mercoledì potrebbe evocarle brutti ricordi in vista della semifinale, con Naomi Osaka, che non ha bisogno di essere più presentata, o con Elina Svitolina, che la sorprese nell’Olimpiade di Rio 2016.