Siamo ormai quasi giunti al termine di questa edizione degli Australian Open, le giocatrici in gara sono solamente quattro e nulla è da dare per scontato.
Barty, Kenin, Muguruza e Halep, tre campionesse slam e una giovane prossima alla top 10.
Analizziamo i cammini delle quattro giocatrici e vediamo chi potrebbe raggiungere la finale o spingersi anche oltre.
Iniziamo dalla numero uno del mondo, già vincitrice ad Adelaide nel 2020. I progressi dall’australiana, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista mentale, sono stati davvero veloci e ad oggi il suo primo posto in classifica è più che meritato. Giocare in casa non è semplice e tanti giocatori ce ne hanno dato prova. Anche Samantha Stosur, per esempio, non è mai riuscita ad andare oltre il quarto turno nello slam australiano e ha vinto appena 18 match in 18 partecipazioni.
Barty, invece, nonostante non riesca ad esprimere molte emozioni in campo riesce quasi sempre a dare il massimo anche in situazioni di grande pressione.
Inizio di torneo non facile per Barty, che ha ceduto il primo set a Lesia Tsurenko prima di imporsi con un doppio 6-1 nei restanti set. Percorso netto da lì contro Hercog e Rybakina fino agli ottavi di finale. Alison Riske, giocatrice che Barty soffre particolarmente, è riuscita a strapparle un set agli ottavi prima di arrendersi, mentre Kvitova è stata sconfitta in due parziali.
Nel complesso si tratta di un torneo molto positivo per l’australiana, la quale prima dell’inizio del primo slam stagionale aveva dichiarato di non sentire troppa pressione. In semifinale affronterà Sofia Kenin, che invece di set ne ha perso solamente uno.
L’americana ha superato agilmente Martina Trevisan, Ann Li e Shuai Zhang prima di cedere il primo set contro Coco Gauff. Dopo aver rimontato sulla giovane connazionale, si è imposta in due set molto equilibrati contro la tunisina Ons Jabeur, vera sorpresa di questo torneo.
Il ranking medio delle avversarie affrontate dalla Barty è 44, mentre quello delle avversarie di Kenin è 95. Le giocatrici, chiaramente, non sono responsabili delle performance delle colleghe che hanno perso precocemente, ma è lecito affermare che Kenin abbia avuto un tabellone decisamente meno complicato rispetto a quello della stessa Barty o (soprattutto) di Garbiñe Muguruza.
L’assoluta favorita sarà infatti Ashleigh, che ha vinto quattro dei cinque precedenti contro l’americana.
Passiamo alla seconda semifinale, quella che vedrà scontrarsi Garbiñe Muguruza e Simona Halep. La spagnola, a causa delle scarse performance degli ultimi mesi, è scesa fino al numero 34 nel ranking e non è riuscita ad ottenere una testa di serie prima dell’inizio degli Australian Open.
Nello scorso luglio Muguruza ha deciso di separarsi dallo storico coach Sam Sumyk. Tra i due la relazione era ormai quasi inesistente in campo e la rottura era necessaria. In questa off season la spagnola ha lavorato con Conchita Martinez, che l’aveva già seguita durante Wimbledon 2017, torneo che Muguruza poi vinse.
Questo sodalizio sembra già dare i risultati: semifinale a Shenzhen, quarti a Hobart dov’è stata costretta al ritiro e semifinale anche a Melbourne.
Nel corso del torneo ha affrontato giocatrici di alto livello come Rogers, Tomljanovic, Svitolina, Bertens e Pavlyuchenkova. Nonostante le difficoltà nei primi due incontri, Muguruza è riuscita a trovare il giusto ritmo e quella aggressività che ormai aveva perso nelle ultime stagioni.
La sua prossima avversaria sarà Simona Halep.
La giocatrice romena ha superato Brady, Dart, Putintseva, Mertens e Kontaveit senza cedere nemmeno un set. Halep, ritornata con lo storico coach Darren Cahill, sta giocando un tennis particolarmente aggressivo e ha migliorato il servizio, che contro Muguruza potrebbe essere decisivo.
A differenza di Barty – Kenin, che almeno sulla carta vede l’australiana favorita, lo scontro tra Muguruza e Halep potrebbe essere molto più aperto.
I testa a testa recitano 3-2 a favore della spagnola, ma l’ultimo confronto risale al Roland Garros del 2018. Halep ha vinto tutti i match su terra, Muguruza tutti quelli su cemento. Sarà interessante vedere come Halep adatterà il suo gioco a quello della sua avversaria: può decidere di giocare principalmente in difesa, cercando l’errore di Muguruza, o di giocare in attacco, mettendola sotto pressione e costringendola a forzare ulteriormente.
Sulla carta la favorita è Halep, ma una vittoria di Muguruza non deve assolutamente sorprendere. Dopo mesi di buio è finalmente ritornata a giocare un ottimo tennis e se continuerà a giocare in questo modo e manterrà questi risultati il ritorno in top 10 sarà molto veloce.