Due set hanno mostrato nettamente quale delle due finaliste fosse in questo momento più forte. La numero 7 del ranking mondiale (presto nuova numero 4) Karolina Pliskova ha tenuto il primo set fino al momento del tie break, poi nel secondo non ha retto più lo scambio con Ashleight Barty, scatenata australiana fresca trionfatrice del Master di Miami e da aprile nuova top ten della classifica mondiale. La 14esima vincitrice diversa dall’inizio della stagione femminile si è imposta con il punteggio di 7-6 6-3 in meno di un’ora e 40 minuti e ora può festeggiare il suo successo, il quarto in carriera.
LA VINCITRICE – «Un settimana straordinaria, è stata incredibile, sono molto orgogliosa», si è complimentata con se stessa Barty dopo il match. A 22 anni l’australiana vuole provare a stupire nel corso della stagione a venire e proverà a sfruttare al massimo il calendario. «Una grande notte di tennis, passo dopo passo ho costruito un gioco di cui sono molto contenta. Riuscissi a giocare così tutte le partite potrei battere anche la migliore del mondo. Contro Karolina sono riuscita a uscire bene dai momenti delicati della partita, senza sprecare le mie opportunità. Proverò a migliorarmi ancora nei prossimi tornei». L’estrema contentezza della campionessa, a detta della protagonista, è legata anche il riscatto da tante sconfitte e dagli stop che l’hanno costretta a stare lontano dal circuito, soprattutto nel 2015.
LA FINALISTA SCONFITTA – «Non era davvero la mia giornata», quasi ermetica Pliskova nel raccontare la finale di Miami appena persa. La tennista ceca ha analizzato con molta lucidità le sue mancanze durante il match, senza dimenticare di lodare la prestazione dell’avversaria: «Avrei potuto giocare molto meglio, ma lei è stata devastante. Mi dispiace molto non essere riuscita a tenere il servizio all’inizio, quando Ashleight non era ancora entrata in partita e stava commettendo molti errori. Poi al tie break ho perso il ritmo nello scambio. La chiave è stata il primo set, nel secondo è riuscita a fare ancora meglio e la partita mi è scivolata via».
Infine anche un’osservazione tecnica al gioco dell’australiana: «Ha uno stile molto diverso da quello delle altre ragazze del circuito. Ha sfruttato lo slice egregiamente, non molto usato dalle altre. Nello scambio, sulla parte destra del campo, questo colpo mi ha messo molta pressione e quando non ti senti al 100% in questi casi l’esito della partita diventa scontato».
Andreescu a Indian Wells, Barty a Miami. Si attende molto la Next Gen maschile, ma forse il ricambio generazionale sta toccando prima il circuito Wta. Tant’è che la finale maschile in Florida sarà Federer-Isner, il fenomeno svizzero contro il campione in carica del torneo.