Billie Jean King: “Rifiuterei di giocare sulla Margaret Court Arena”
Sono queste le dichiarazioni che, a pochi giorni dall’inizio degli Australian Open, fanno molto scalpore e non contribuiscono assolutamente a calmare gli animi. Dopo la polemica sull’invito della Sharapova alla cerimonia dei sorteggi, adesso è il turno di Billie Jean King che non è certo passa inosservata date le sue contestatissime dichiarazioni.
La ex tennista, pluri titolata a livello slam, era presente all’inaugurazione della nuova ed avveniristica sala interviste degli Australian Open in qualità di “Donna dell’Anno degli Australian Open” ed insieme a Craig Tiley, il direttore del torneo, ha posato con il trofeo del singolare femminile.
Introdotta alla stampa come la campionessa simbolo dell’uguaglianza, ciò ha fatto da viatico alle domande “inevitabili” sulle dichiarazioni di Margaret Court, che hanno sollevato un polverone che non cenna a placarsi, soprattutto in Australia.
Billie Jean King non si è sottratta ai cronisti sull’argomento e ha detto chiaramente la sua opinione sulla possibilità di cambiare il nome all’arena dedicata a lei, all’interno del complesso di Melbourne, senza usare giri di parole: “A suo tempo fui un’accanita sostenitrice di questa causa, volevo che ci fosse un’arena con il nome di Margaret. Dopo che era stato intitolato il campo centrale a Rod Laver, pensavo fosse necessario rendere il giusto tributo anche a lei, d’altronde è la tennista che ha vinto più di tutte nella storia del tennis. Ma quando il proprio nome viene associato ad una struttura pubblica, come quella della Margaret Court Arena, insieme agli onori bisogna farsi carico anche degli oneri e delle responsabilità che questo ne comporta.
L’arena è un luogo pubblico e come tale è un posto che deve accogliere tutte le persone, indipendentemente dalla loro razza, religione e tantomeno dall’orientamento sessuale, pertanto credo che le dichiarazioni gravemente dispregiative che Margaret ha fatto nei confronti della comunità che rappresento, la LGBTQ, sono a mio giudizio incompatibili con questa onorificenza.
Siamo tutti uguali davanti a Dio e non è ammissibile che venga detto che gli omossessuali sono figli del demonio.
Io stessa ho avuto questo stesso onore, come tutti saprete, in quanto a New York mi hanno intitolato uno stadio e sento dentro di me un forte senso di responsabilità per questo” ha poi aggiunto.
“Sono convinta che il nome dell’arena debba essere cambiato, ma si tratta di una decisone importante che solo il popolo australiano può prendere, perché quell’arena appartiene a loro, non a me, a lei e neppure a Tennis Australia.
Certamente, se io fossi ancora una giocatrice, oggi, non riuscirei a giocare su quel campo”. ha infine dichiarato facendo percepire non poco amaro in bocca.
Tiley ha confermato che sono in corso incontri e riunioni nelle sedi opportune per verificare il possibile cambio di nome per la Margaret Court Arena, aggiungendo che si tratta di un lungo e complicato iter che interessa molti centri decisionali della “cosa pubblica”.
In meno di 24 ore due forti polemiche hanno interessato il circus; speriamo dunque che il torneo porti via le discussioni e ci regali le emozioni che solo uno slam sa dare.
Franco Campagna
0 comments
Abbassate un po’ la cresta che avete un po’ troppe manie di protagonismo
Prima di criticare gli altri ricordati della tua posizione nella classifica generale per favore!
ma che cazz c’entra