Tennis. Quattordici anni sono tanti, soprattutto per il frenetico sport del tennis, eppure quando certi eventi si ripetono, nonostante il tempo che è passato, tutto sembra restare immutato, con il rischio che non ci sia un’adeguata celebrazione di tale risultato o che non si riesca effettivamente a capire la portata di un qualcosa che ha la storia proprio dentro di sé.
La notizia del giorno è il successo della tennista spagnola Carla Suarez Navarro nel match di semifinale del Miami Open 2015, dove è riuscita ad avere la meglio della tedesca Andrea Petkovic in tre combattuti set, e se sono tante le finali a cui si può assistere nel corso dell’anno, la meraviglia di questo sport sta, per chi ne è capace, nel fermarsi a scattare quella fantastica istantanea che ritrae il protagonista di turno ad andare a capire da dove nasce quella singola vittoria, che come tante altre potrebbe sembrare ma in realtà non è affatto: contrariamente a chi sottovaluta il suo gioco e chi tende a screditarla, la Suarez Navarro si è presa già adesso una corona che può portare con tanto tanto orgoglio, essendo già entrata matematicamente nelle prime dieci tenniste del mondo, la terza nella storia del tennis spagnolo dopo Conchita Martinez e Arantxa Sanchez-Vicario, a ben quattordici anni di distanza da quest’ultima.
Già, quattordici lunghi anni dopo, e ben otto anni dopo il suo ingresso in Top100, dalla quale non è mai più uscita, facendo registrare di anno in anno dei sempre più significativi miglioramenti che l’hanno portata sul tetto del tennis mondiale oltre che di quello spagnolo.
Sono al settimo cielo ha dichiarato dopo il match contro la Petkovic questo è davvero molto importante per me. Mi sono allenata davvero molto duramente per potermi giocare partite come queste, e se poteva essere vero che alla fine chi ha coraggio può farcela, per me è stato assolutamente così. Tutte le partite che ho disputato e le forti avversarie che mi sono trovata davanti hanno contribuito a farmi arrivare dove sono oggi.
Uno sguardo alla finale è sacrosanto, soprattutto vista la difficoltà dell’impegno che la vedrà opposta alla N.1 del mondo Serena Williams:Serena è una leggenda dello sport, però già che ce l’abbiamo fatta ad arrivare qui non vedo perché non dovremmo provarci.
Nonostante il grande successo, la chance di vincere un importantissimo Premier Mandatory e il trionfale ingresso nella Top10, le prime pagine spagnole le hanno dedicato solo una piccola finestra nelle testate sportive nazionali, e se la speranza è che questo si riveli solo l’ennesimo punto di partenza della sua carriera, anche a lei forse non importerà più di tanto, perché Carla vuole vincere tanto, provare a forzare quel corso della storia che già adesso l’ha iscritta tra i suoi protagonisti e dimostrare a tutti che il lavoro, il sacrificio e la grande determinazione non si fermano ad un giudizio senza capo né coda, ma crescono con chi se li porta con sé partita dopo partita e torneo dopo torneo, facendo parlare la racchetta e i trofei messi in bacheca.