Caroline Wozniacki è stata, nel bene e nel male, una vera protagonista del circuito Wta. Ex ragazza prodigio, è diventata n. 1 del mondo ad appena 20 anni, l’11 ottobre 2010, mantenendosi a lungo nelle prime posizioni e conquistando decine di titoli e raggranellando punti grazie ai quali nel ranking Wta le permettevano di scavalcare campionesse come Serena Williams e Kim Clijsters. Dotata di uno straordinario gioco difensivo e di una solidità fino ad ora mai vista, è stata per questo soprannominata in vari modi, non senza un filo di ironia: “Formichina”, “Push-niacki”, “Wall-zniacki” o “Robottina” (termine coniato dallo Scriba Gianni Clerici).
Il suo gioco non ha mai avuto la potenza o l’estro delle campionissime, e forse per questo è stata per anni derisa come la “numero uno più scarsa della storia”, la “regina senza Slam”, che puntualmente non era in grado di vincere le partite che contavano e accaparrarsi un titolo Major. Certo, Caroline è stata fortunata, e bravissima, a sfruttare un periodo di giro di boa del tennis femminile, dove le campionesse dei ruggenti anni 2000 si erano ritirate e Serena Williams stava passando un brutto periodo per motivi di salute, prima della sua “seconda”, straordinaria carriera, iniziata nel 2011. Il tempo però ha premiato la danese, che dopo lunghi anni di crisi, è tornata nel 2017 con un gioco più offensivo, dimostrando che i suoi risultati non erano certo frutto del caso.
Così come anni prima “Caro” era stata al top per molto tempo, senza vincere i trofei più importanti, nel suo secondo periodo d’oro è in grado di vincere, a distanza di pochi mesi, i due tornei più importanti, prima di una definitiva discesa: prima le Wta Finals (doppio 6-4 contro Venus Williams) e poi, a gennaio, gli Australian Open, battendo Simona Halep al termine di un match combattutissimo. Tornata al vertice dopo tanto tempo, Caroline Wozniacki ha finalmente zittito le malelingue, dimostrando di aver raggiunto la vetta sul campo, trionfatrice in due fra gli appuntamenti più importanti della stagione.
Da qui, l’ascesa: nell’ottobre del 2018 la scoperta della malattia, l’artrite reumatoide, seguita a un lento declino fatto di periodi di stop e risultati sempre più deludenti in campo. Il ritiro, ormai, inevitabile, sembra la scelta migliore, vissuto senza rimpianti: come ha detto lei stessa, l’ex stellina danese ha davvero conquistato tutti gli obiettivi di una tennista professionista: oggi è una stella, meritevole di sedere nell’Olimpo del tennis in donzella, grande fra le grandi.
Pochi giorni dopo l’annuncio di Carla Suarez Navarro, che appenderà la racchetta al chiodo a fine 2020, ora dice basta un’altra stella del firmamento Wta, tra quelle che più hanno caratterizzato il firmamento del tennis femminile dell’ultimo decennio: la danese Caroline Wozniacki ha infatti annunciato che si ritirerà a inizio 2020. Il suo ultimo torneo saranno gli Australian Open, che dopo anni di attesa, la hanno vista trionfare per la prima volta in un torneo Slam.
“Ho realizzato sul campo tutto quello che sognavo – ha scritto la tennista di Odense in un post sul suo profilo Instagram. “Ho giocato da professionista sin da quando avevo 15 anni e ho avuto il privilegio di vivere uno splendido periodo della mia vita. Con 30 titoli Wta, la prima posizione mondiale per 71 settimane, un titolo alle Wta Finals, tre partecipazioni alle Olimpadi e l’essere stata portabandiera della Danimarca, e, infine, con la vittoria agli Australian Open 2018, ho raggiunto tutto quello che volevo dal tennis. Mi sono sempre detta, che quando sarebbe arrivato il momento per fare con più interesse altre cose fuori dal campo, allora mi sarei fermata. Sposarmi con David [Lee, campione Nba] è stato uno di questi obiettivi; ora voglio una famiglia e voglio continuare a viaggiare per il mondo, aiutando come posso la ricerca sull’artrite reumatoide [di cui ha scoperto di soffrire nell’ottobre del 2018]. Oggi annuncio che mi ritirerò dal tennis professionistico dopo l’Australian Open a gennaio. Questo non ha nulla a che vedere con la mia salute”.