CiCi Bellis, il nuovo che avanza

Catherine Cartan Bellis, o per farla breve CiCi, la californiana di San Francisco, che ad aprile compirà diciotto anni, non finisce più di stupire, confermando quanto di buono fatto intravedere in questi anni.

Era il 2014, quando una quindicenne minuta, di cinquanta chili o poco più, fece sognare gli americani eliminando clamorosamente nientemeno che Dominika Cibulkova, testa di serie numero dodici, dal primo turno degli Australian Open, attirando le attenzioni dei media, che le attribuirono immediatamente il ruolo di predestinata, o erede di Serena Williams, o uno di quei titoli che abitualmente vengono assegnati ai giovani talentuosi e promettenti, finendo troppo spesso per creare aspettative eccessive, che si concludono con dei nulla di fatto.

Sono passati poco più di due anni, e la giovane CiCi non si è persa per strada, pur senza bruciare le tappe, ha proseguito la sua crescita graduale, che l’ ha portata a conquistare la top 100 del Ranking, e ad essere la miglior giocatrice under 18 del mondo. Dopo un exploit nel 2015, che la vide raggiungere il terzo turno al Wta Premier di Miami, dove venne superata da Serena, la Bellis ha concentrato il suo 2016 sui tornei Itf, centrando due successi, nell’ ultima parte di stagione, che l’ ha vista imporsi anche nel Wta 125 di Honolulu. Sempre a fine stagione, CiCi ha conquistato l’ accesso agli US Open, dove ha raggiunto il terzo turno, sconfitta dalla ex numero uno del mondo, Angelique Kerber.

Dopo aver fallito le qualificazioni a Doha, a Dubai sono arrivate due vittorie contro avversarie di tutto rispetto, come Putintseva e Siegemund, che lanciano l’ americana agli ottavi di finale, dove dovrà misurarsi nientemeno che con Agnieszka Radwanska, ma che attualmente le permettono di volare in classifica (in caso di sconfitta, la Bellis sarà numero 60 del mondo).

Le premesse sono più che buone, e la stagione è appena iniziata, non sappiamo se a settembre CiCi farà sognare un’ altra volta gli spettatori di Flushing Meadows, ma sappiamo che la next generation americana cresce giorno dopo giorno.

Andrea Mariotti

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