Settimana di quaresima anche per l’itinerante carrozzone tennistico. In attesa dei botti fine settimanali di Davis e dell’accoppiata di Master 1000- Premiere sul cemento americano, a noi bulimici appassionati non rimangono che gli avanzi. Non è il caso di lamentarsi però, in fondo c’è chi sta peggio di noi (ogni riferimento ai manifestanti presenti al comizio di Salvini è parzialmente casuale.)
BMW MALASYAN OPEN– Kuala Lumpur (Malesia) $250.000
Da voci non confermate, ma sempre più insistenti, pare che Caroline Wozniacki abbia già chiesto agli organizzatori del torneo, data la sua compulsiva ludopatia, un acconto del montepremi destinato alla vincitrice.
La danese infatti, nonostante un primo bimestre non incoraggiante, è l’unica candidata possibile alla vittoria finale. Il parco delle partecipanti è scarno quanto un pranzo di natale in casa Djokovic, composto da pallide controfigure, modeste comprimarie e imbucate dell’ultima ora.
L’unico e molto ipotetico scoglio per la maratoneta è rappresentato dalla burrosa Sabine Lisicki, la cui consistenza agonistica ormai è pari a quella di una robiola a ferragosto. La tedesca è diventata la mina vacante del circuito WTA, data la perdurante latitanza dalle scene.
Forte il rammarico per l’assenza di italiane in tabellone, di una in particolar modo. Considerata la pochezza tecnica offerta dal torneo malese Camila Giorgi avrebbe potuto sbaragliare il campo e competere credibilmente per la vittoria finale, lobotomia permettendo. Siamo certi però che questa scelta del padre, all’apparenza priva di alcun criterio possibile, faccia parte di un disegno strategico che noi ottusi mortali riusciremo a comprendere solo tra una dozzina di generazioni.
ALBERTO MONTERREY AFIRME– Monterrey (Messico) $500.000
Decisamente più invitante il banchetto messicano. Ana Ivanovic parte con i favori del pronostico. La serba è campionessa in carica e può beneficiare di un avvio benevolo. Il primo vero ostacolo alla vittoria finale Ana lo troverà nei quarti, quando dovrà affrontare una tra Mladenovic e Zvonareva. Sembra questa l’occasione migliore per incamerare punti e fiducia in vista della trasferta statunitense, dopo un avvio di stagione stentato, costellato da preoccupanti ricadute psicologiche e un’evidente involuzione tecnica.
Seconda testa di serie è Sara Errani, corroborata dal rocambolesco successo in quel di Rio, ma ancora distante dalla miglior versione si se stessa. Percorso piuttosto complicato il suo. All’esordio troverà la statunitense Davis, avversaria scorbutica sul veloce e già in grado di metterla in difficoltà nei due precedenti scontri diretti. In caso di vittoria, dopo un secondo turno platonico, se la dovrebbe vedere con la russa Pavlyuchenkova, capace di batterla nella finale di Parigi poco più di un anno fa.
Oltre alla romagnola altre due italiane figurano in tabellone, Karin Knapp e Francesca Schiavone. L’altoatesina se la vedrà con Caroline Garcia, fresca finalista del torneo di Acapulco e castigatrice della nazionale italiana in Fed Cup. Francesca, risparmiatasi per una volta la roulette delle qualificazioni, ha una buona occasione per rimpolpare l’asfittica classifica. Primo turno contro una qualificata e secondo con la vincente tra Garcia e Knapp.