Ogni film, ogni racconto, ogni momento importante della nostra vita ha impressa, insieme a immagini e sensazioni, una melodia particolare. Ma noi parliamo di tennis e il tennis, si sa, è il gioco del silenzio e della concentrazione per eccellenza, scandito solo dagli applausi del pubblico che, dopo poco, piombano nuovamente nella silente estasi che accompagna ogni scambio. Tuttavia, se la regola di ogni storia tiene banco, il tennis è formato da realtà così come da personalità molto diverse tra loro; ognuna di queste ha intrapreso un lungo cammino che ha portato i vari protagonisti della nostra storia nell’esatto punto in cui stanno adesso, ammirati e con i riflettori puntati addosso. Questi viaggi, questi personaggi, ho provato a musicarli, a dare loro un’impronta ancora più artistica di quanto già potesse essere. E così mi sono messo a spulciare tra i brani più disparati alla ricerca di un qualche frammento che mi permettesse di trasmettervi questa mia interpretazione. Voglio proporvi le mie colonne sonore che, tra testi e musiche, ho associato ai vari Top10 e ad alcuni intrusi.
Serena Williams: One (Finale) / ( A Chorus Line Soundtrack – 1985)
Il film, diretto da Attenborough, dal soggetto di un pluripremiato musical del 1975, racconta la storia di un corpo di ballo e dei ragazzi che lo compongono. La scena finale presenta la inedita One: The One, L’unica. Questa è Serena, che, dopo i famosi infortuni, è tornata alla grande e in poco più di un anno si è ripresa l’Olimpo che le spettava, dominando in lungo ed in largo la scena internazionale femminile. Nel grande varietà del tennis, Serena è perfettamente collocata, con i suoi trofei, in questa atmosfera stile-Broadway, dove il successo è di casa; she’s the One!
Victoria Azarenka: Learnalilgivinanlovin’ Gotye / (Like Blood Drawing 2006)
Con un sound un po’ retro, caratterizzato dalla genialità e dalla grande interpretazione del cantautore australiano Gotye, Learnalilgivinanlovin’ esprime, come fosse uno scioglilingua, un invito all’umiltà per chi nel tentativo di raggiungere il top si dimentica di certi valori. Vika è stata spesso additata per i suoi comportamenti scorretti e le sue scenate un po’ da diva. Forse le farebbe bene davvero seguire il consiglio del nostro Gotye, per costruirsi una nuova immagine positiva.
Na Li: Running Wild Peppino D’Agostino / (A Glimpse Of Times Past 1993)
Per la tennista cinese ho scelto un brano strumentale. Tanto mite e gentile quanto energica e decisa: la musica del bravo D’Agostino riesce ad esprimere perfettamente ciò che possiamo ritrovare, allo stesso modo, nella personalità del talento di Wutan. Sempre molto composta, gioca da avversaria ma mai da nemica, e il rispetto che si è guadagnata nel tempo ne è la dimostrazione più chiara.
Maria Sharapova: Candy Robbie Williams / (Take The Crown 2012)
La principessina del circuito: tutto ciò che tocca diventa oro, come sponsor e prodotti commerciali. Che sia attualmente una delle migliori del mondo è innegabile, però va riconosciuto che questo non è proprio il periodo più florido per il tennis femminile a livello di campionesse, con la Williams che è già sopra i 30 e la Azarenka che non convince fino in fondo. Come dice la canzone she think she’s made of candy, non fosse stato per l’infortunio agli US Open sarebbe stata davvero Sugarpova…
Agnieszka Radwanska: Human Carpark North / (All Things To All People 2005)
Il titolo dice tutto: Aga è la prima umana della classifica. Le prime tre sono ad un altro livello e lei, nonostante l’ottimo rendimento di inizio 2013 e una buona costanza durante tutto l’anno, non riesce ancora a competere con le grandi. Ha bisogno di consacrarsi definitivamente lottando per uno Slam, altrimenti le si presenterà solo l’opportunità di fare da vice in caso di assenza delle altre. Qualcosa come David Ferrer. Umani.
Petra Kvitova: Tick Tick Boom The Hives / (The Black And White Album 2007)
L’esplosivo sound degli Hives. E’ troppo tardi, è troppo presto, è troppo tardi?; non sappiamo se e quando potrà esplodere definitivamente la corte tennista ceca, e non sappiamo neanche se sia troppo presto o addirittura troppo tardi. Colpi splendidi alternati a errori banali, con una tenuta mentale che ancora non convince affatto. Esploderà? Tick tick tick…
Sara Errani: You Don’t Understand Me Raconteurs / (Consoler Of The Lonely 2008)
C’è sempre un altro punto di vista, un modo migliore per fare ciò che facciamo… Non mi capite.. Il ruolo della Sarita nazionale nel tennis che conta è stimolo per diverse discussioni: non è di certo lì per caso, ma di situazioni favorevoli ce ne sono state, e con esse sono arrivate anche le numerose critiche al suo gioco. Sebbene il suo rapporto con il pubblico non sia idilliaco, un tentativo di mediazione va fatto. Che spetti alle strofe dei Raconteurs?
Jelena Jankovic: This Fire Franz Ferdinand / (Franz Ferdinand 2004)
Questo fuoco è fuori controllo, brucerà la città!. Jelena è tornata, ed è tornata per restare. La ex-N.1 del mondo è reduce da un’annata ottima che le ha permesso di tornare in Top10 e di partecipare, arrivando in semifinale, ai WTA Championships di Istanbul. E non è finita qui.
Angelique Kerber: The Importance Of Being Idle Oasis / (Don’t Believe The Truth 2005)
L’importanza di essere pigri. A vederla giocare, la fredda Angelique, si ha l’impressione che un po’ pigra lo sia, forse di testa, ma il suo potenziale reale è ancora li ad attenderla. A parlare di mancati salti di qualità faremmo notte, quindi conviene prendercela così, un po’ sonnecchiante ma pur sempre nei bassifondi della Top10.
Caroline Wozniacki: Starz In Their Eyes Just Jack / (Overtones 2007)
Ti mettono sotto ad un riflettore e sperano che tu ti comporti bene, o forse no. Giovanissima N.1 che, nonostante la decima piazza attuale, ha avuto un calo notevole di rendimento che l’ha costretta addirittura fuori dalle prime venti. Anche lei, come moltissime altre, si muove a due velocità, con periodi di forma strepitosa e blackout totali o quasi.
Rafael Nadal: Feeling Good Muse / (Origin of Symmetry 2001)
Scegliamo la versione moderna dell’intramontabile classico di Cy Grant per presentare al meglio la stagione 2014 di Rafa Nadal. Dopo le noie al solito ginocchio, il ritorno è stato trionfale, che meglio forse non si poteva sperare. Non sappiamo se farà l’asso pigliatutto anche nella stagione a venire, intanto lui sta facendo bene; si sente bene.
Novak Djokovic: Don’t Stop Me Now Queen / (Jazz 1978)
Nole si sta riprendendo alla grande dopo il sorpasso di Nadal in classifica e certo non vuole lasciare la vetta al maiorchino senza lottare. Si è riconfermato re del cemento alla O2 Arena in occasione delle Tour Finals e ha già messo gli Australian Open nel mirino. Sappiamo perfettamente di cosa è capace.
David Ferrer: My Oh My David Gray / (White Ladder 1997)
Che razza di mondo è questo in cui viviamo, nel quale non vinci mai. Il maratoneta spagnolo, tutto corsa e cattiveria, si è ritagliato un posto importante nel circuito, assicurandosi addirittura la terza piazza mondiale. Nonostante questo si tende a metterlo da parte, vista l’età avanzata ed il gioco raramente all’altezza dei Fab Four. Pur standosene saldamente lassù il buon Ferru sembra non vincere mai. Che mondo è mai questo!?
Andy Murray: Self Help Turin Brakes / (Ether Song – 2003)
Mi sono ritrovato a terra sdraiato nel fango, devo rimettermi in piedi. Dopo il trionfo di Wimbledon, Andy si è allontanato dai campi per operarsi. Dalle stelle ad un temporaneo anonimato che, nei prossimi mesi, lo costringerà a tornare a lottare per riconfermarsi terza forza mondiale. Gli infortuni, si sa, lasciano sempre qualche strascico, ma noi speriamo che il rientro dello scozzese sia il più lineare possibile, per tornare a mettere di nuovo tutto in discussione in mezzo a quei due che sembrano dividersi titoli e gloria. Rialzati Andy.
Juan Martin Del Potro: Boom P.O.D. / (Satellite 2001)
Boom, here comes the boom, ready or not, here comes the boy from the South!. Il ragazzo del sud, da Tandil in Argentina, sta arrivando eccome. Dallo U.S. Open 2009, sempre più su ad insidiare, ad ogni torneo, i massimi esponenti del sistema tennis. Le divinità in attività che solo pochi in questo momento sarebbero in grado di impensierire. Gli manca così poco per arrivare a confermarsi in uno Slam, e il fallimento non è sembrato essere colpa sua. Here he comes.
Roger Federer: La Salita Bugo / (Nuovi rimedi per la miopia 2011)
Ed è in salita la strada che ho davanti a me, ho una croce da portare ed il vento soffia contro. E come son veloci le persone che incontro. Non so se ci sia da aggiungere altro alle parole del cantautore italiano Bugo. La strada di Roger è tutta in salita e tutti gli altri vanno tremendamente veloce. Speriamo di poterci godere qualche altro spettacolo Made in Basel, anche se onestamente in questi anni ci ha trattato decisamente bene. Buona fortuna RF.
Tomas Berdych: Open Your Eyes Guano Apes / (Proud Like a God 1997)
Orgoglioso come un Dio. Si, perchè Tomas è buono e caro, ma anche no. I suoi ripetuti litigi con i colleghi e la sua rinomata antipatia lo mettono spesso ai margini, con il pubblico che di certo non lo osanna ad ogni sua performance. Nonostante l’alto livello in campo, al ceco un bagno d’umilta non potrebbe fare che del bene.
Stanislas Wawrinka: Baba O’Riley The Who / (Who’s Next 1971)
Out here in the fields, I fight for my meals. Magari non intendevano proprio quello gli Who, ma per Iron Stan tutto funziona così. Una vita da gregario e giù a battagliare ogni volta per ritagliarsi un posticino, come ha fatto a Londra uscendo solo in semifinale alle Finals. Un rovescio splendido accompagnato da un carattere che è tutto un programma, con qualche gap di troppo che gli impedisce di essere regolare nel rendimento. Se riuscirà a buttare ancora il cuore oltre l’ostacolo, lo svizzero potrà anche restare a contatto con chi lo precede. Chissà se riuscirà a lottare per pasti più sostanziosi.
Richard Gasquet: The Mystery Tommy Emmanuel / (The Mystery 2006)
La dolce musica del maestro del fingerstyle Tommy Emmanuel si accompagna perfettamente con la classe del primo francese sulla lista. Richard esprime un tennis esteticamente bellissimo e ricco di soluzioni, imprevedibile ed ottimamente eseguito. Due maestri che mettono insieme le corde, ognuno del suo strumento, per regalarci un grande spettacolo, ogni volta emozionante.
Jo-Wilfried Tsonga: Everything’s Not Lost Coldplay / (Parachutes 2000)
I’ll be counting up my demons, hoping everything’s not lost
Già, i demoni di Jo. Per lui una stagione difficile ed un livello di gioco che deve tornare a salire, volente o nolente. Il ragazzone di Le Mans non può fare altro che ripetersi che non tutto è perduto, e la via per il ritorno, sebbene piena di difficoltà e di campioncini in rampa di lancio, è alla sua portata. Deve dimostrare di essere qualcosa di più di un cannoniere/corridore, come tanti già ce ne sono, visto che di classe ne ha, non c’è dubbio.
Varie e (neanche più di tanto) eventuali:
Simona Halep: Electric Feel (MGMT)
Sloane Stephens: Hold On (Alabama Shakes)
Ana Ivanovic: She’s Hearing Voices (Bloc Party)
Eugenie Bouchard: It’s In Our Hands (Bjork)
Daniela Hantuchova: An End Has a Start (Editors)
Julia Goerges: Panic Switch (Silversun Pickups)
Camila Giorgi: Vultures (John Mayer)
Laura Robson: Failure (Kings Of Convenience)
Milos Raonic: Hit in the U.S.A (Beat Crusaders)
Tommy Haas: Rise and Fall (Craig David feat. Sting)
Fabio Fognini: From the Ritz to the Rubble (Arctic Monkeys)
Gilles Simon: Le Vent Nous Porterà (Noir Desir)
Jerzy Janowicz: What’s the Story, Morning Glory? (Oasis)
Grigor Dimitrov: Bad Timing (Bombay Bicycle Club)
Ernests Gulbis: Helter Skelter (The Beatles)
Janko Tipsarevic: Loser (Beck)