Si sono conclusi da pochi giorni gli internazionali di Roma dove, rimarcando il tema dei cambiamenti climatici, non si è percepito solo un tempo insolito abbattersi sulla capitale, perché anche sul centrale, la domenica della finale, si è abbattuto un autentico uragano di origine spagnola: il suo nome è Rafael Nadal, che ha infierito contro un Djokovic (che ha compiuto gli anni proprio ieri, ndr) visibilmente stanco un punteggio di 6-0, 4-6, 6-1. 11 volte Re di Roma – che di gladiatori ne sa qualcosa – 34° master 1000 in carriera (uno in più di Nole) e una sferzata di fiducia in vista di Parigi, per la quale sta scaldando i motori. Nonostante, numeri alla mano, sia una delle peggiori stagioni sul rosso di Nadal (che è a digiuno di vittorie dalla Rogers Cup), quello che ha annichilito il pubblico del centrale è stata la furia con la quale si è abbattuto sul n.1 serbo, in particolare nel primo set durante il quale il pubblico assisteva silenzioso e incredulo a una vera e propria esecuzione. Era un Nole stanco quello che aveva di fronte lo spagnolo (chi ha seguito gli allenamenti lo ha definito “molto nervoso”), provato dalla doppia sfida dei quarti e della semifinale, rispettivamente contro i due argentini Martin Del Potro e Diego Schwartzman nella quale è giunto in entrambe al terzo set e giocando sempre alla sera, delle quali vale la pena ricordare la sfida all’ultimo sangue contro Del Potro che al rientro da un infortunio gli ha dato molto filo da torcere, costringendolo nel secondo set a salvarsi da due match point.
Tralasciando il primo set sono stati tanti gli errori di Djokovic che ha cercato spesso palle corte nel tentativo di accorciare lo scambio – mandando la palla in rete – ancora più eclatanti se si considera la consueta lucidità e precisione del serbo, che fa della durata dello scambio il proprio punto di forza, tanto che qualcuno lo ha definito un match “falsato” dalle sue condizioni, anche se sicuramente non privo di spunti di grande interesse: su tutti, Nadal vuole il 12° Roland Garros e non fa sconti. La cifra di questi due giganti si nota però anche fuori dal campo: durante la premiazione Novak non si nasconde dietro la stanchezza e loda Nadal per il gioco espresso e pochi minuti dopo – in conferenza stampa – lo spagnolo minimizza sul 6-0 del primo set: “onestamente non mi interessa 6-0 o 6-4. Non è consueto e probabilmente non accadrà di nuovo”. Il “di nuovo” potrebbe essere la finale di Parigi 2019 – il 55° incontro diretto tra i due – condotto sino ad oggi da Djokovic per 28 a 26.
Ma nel pomeriggio di domenica scorsa si è giocata anche un’altra finale, dal gusto meno classico: Johanna Konta, inglese di origine australiana che con la finale di Roma guadagna 16 posizioni nel ranking e arriva alla 26 contro la ceca Karolina Pliskova che con la vittoria arriva al nr.2. Entrambe godono di diverse uscite inaspettate e dei ritiri delle “big” (Williams, Osaka, Halep per citarne alcune) ma dire che la finale sia immeritata sarebbe inesatto: la Pliskova con Conchita Martinez – vincitrice a Roma quattro volte – sta guadagnando un tennis sempre più solido anche su una superficie a lei fino ad ora poco congeniale come il mattone tritato mentre la Konta, dopo un 2018 nero, sta ritrovando il punti forti del suo tennis, anche se nella finale non è riuscita ad esprimerlo proprio grazie al “power tennis” espresso dalla ceca che non le ha permesso di utilizzare le sue palle corte, spingendola a fondo campo con grande costanza. Il servizio della vincitrice è stata un’altra arma fondamentale mentre la britannica di Sydney ha cominciato a servire e trovare più fiducia solo alla fine del primo set e a tratti nel secondo. Risultato 6-3, 6-4 e balzo in avanti per entrambe, in vista di Parigi.
Al Roland Garros i tabelloni prenderanno forma quest’oggi (23 maggio) e per la parte maschile al momento sono sicure le assenze di Isner, Anderson, e Rublev, mentre i favoriti per le fasi finali – oltre a Nadal e Djokovic – saranno Dominic Thiem e Tsitsipas – che ha battuto Nadal a Madrid, in attesa di capire quanto Roger Federer si sia ambientato sul rosso e se ha recuperato dall’infortunio di Roma (ritiro contro Tsitsipas). Nel carro italiano partito per Parigi i nomi sono sei: Fognini (testa di serie n.9), Cecchinato (17), Berrettini (30), Seppi, Fabbiano, e Sonego, mentre per la parte femminile l’unica ammessa direttamente in tabellone è Camila Giorgi. La Halep è la favorita in quanto vincitrice dell’anno scorso, ma a concorrere per il titolo ci sono tutte le prime teste di serie del seeding: davanti a tutti Osaka, Kvitova, Pliskova, Kerber e leggermente staccata Serena WIlliams, ritiratasi a Roma per un problema muscolare. Ci sono tutte le carte in regola per un interessante Slam.