Prima di Flavia Pennetta il tennis femminile italiano era considerato ancora tabù, fermo alle gonnelle in pizzo dell’indimenticabile Lea Pericoli e alle diatribe sul valore di quella prima Fed Cup vinta a Charleroi.
Quando nella rovente estate del 2009 Flavia sfonda finalmente il muro della top ten WTA, diventando la prima donna italiana tra le prime dieci del mondo, sul tennis femminile si accendono improvvisamente riflettori mai così luminosi. Aiutata da una simpatia straripante, una buona avvenenza fisica e da qualche pillola di gossip, la curiosità intorno al suo personaggio riporta finalmente il tennis azzurro agli onori della cronaca questa volta però tinto completamente di rosa. I successi della tennista brindisina diedero il la all’epoca d’oro del nostro tennis in gonnella, oramai ahimè solo un lieto ricordo. Dietro la sua scia si insinuarono prima Francesca Schiavone, poi Sara Errani ed in ultimo Roberta Vinci, con Flavia che sembrava dovesse restare a guardare il sorpasso delle colleghe martoriata da continui infortuni e da troppe occasioni mancate, forse schiacciata dalle crescenti aspettative. La sua indole a volersela giocare con le più forti del circuito contro le quali ha sempre avuto un braccio particolarmente caldo, la salvarono da un ritiro che pareva scritto dopo una delicata operazione al polso destro. La vittoria del Premier Mantadory di Indian Wells nel 2014 e soprattutto lo Us Open del 2015 nella finale fratricida contro Roberta Vinci la fanno tornare tra le grandi del mondo (n.6 WTA), questa volta per restarci per sempre. In quella magica notte a Flushing Meadows annuncerà il ritirò a fine stagione, chiudendo, così come aveva aperto, il decennio storico del tennis azzurro al femminile.
Ora la ritroviamo moglie del collega Fabio Fognini e mamma di Federico e Farah, nonché commentatrice di Sky. Il tennis giocato non le manca dice lei, meglio stare dall’altra parte.
Buon compleanno Flavia.
Flavia Pennetta con la coppa dello US Open nel 2015