Flavia Pennetta e il sogno americano

Molto spesso, alcune volte anche a sproposito, si sente parlare di partite giocate con la forza, con il cuore e con gli attributi, ecco la sfida Pennetta-Sharapova andata in scena durante la notte italiana in quel di Indian Wells, fa decisamente parte di questa categoria.
Per chi se la fosse persa vi consigliamo vivamente di cercare al più presto una replica, nel nostro piccolo proveremo comunque a trasferirvi tutte le emozioni che questa strana e meravigliosa partita è riuscita a regalarci. Cominciamo subito col dirvi  che questa notte in campo c’era tutta l’anima da guerriera, la forza mentale e il cuore della brindisina. Fidatevi di noi, ve lo garantiamo, il risultato non è, come i soliti detrattori senza aver visto neppure la partita sicuramente diranno, frutto di pura e semplice fortuna, oppure di un regalo da parte di Maria, decisamente no, Flavia ha meritato ampiamente il successo, ha lottato per esso ed ha finito per mettere letteralmente all’angolo la russa.
2015 BNP PARIBAS OPEN

Dalla prima all’ultima palla Flavia Pennetta ha lottato come una vera e propria eroina greca. Questa notte, nella SUA Indian Wells, in quel luogo che già lo scorso anno le ha regalato la gioia piu bella della sua carriera, Flavia era chiamata ad una grande impresa e decisamente non si è fatta trovare impreparata.

Chiariamo sin da subito, che a nostro modesto avviso, ieri sera Flavia non ha battuto solo una delle giocatrici piu forti del circuito, ma anche molto probabilmente, qualcosa di più intimo e profondo. Forse sarà stata la paura di aver troppi punti da difendere, forse il timore reverenziale nei confronti del blasone dell’avversaria, la pressione mediatica o semplicemente un momento no, sinceramente non ve lo sappiamo dire, fatto sta che ad inizio partita d’improvviso e senza ragioni apparenti (stava giocando decisamente bene ed aveva anche appena rubato il servizio alla russa) la pugliese inizia inspiegabilmente a piangere. Il suo viso si riempie di lacrime, in lei c’è qualcosa che non va, è visibilmente turbata.

Nonostante tutto però non molla, resta lì, con il viso pieno di lacrime e probabilmente la voglia di fuggire via, il più lontano possibile, in un posto in cui può finalmente sfogarsi lontana da telecamere e occhi indiscreti, ma non lo fa, non sarebbe da lei. Flavia nella vita e nello sport non è una che molla , è una che resta lì e che lotta con tutta sé stessa dalla prima all’ultima palla. Ovviamente il primo set è visibilmente condizionato da questo stato psicologico dell’azzurra, Maria è abbastanza esperta e cinica da accorgersene prima e da approfittarne poi, finendo per conquistare agevolmente il set con uno score di 6-3.

A questo punto chi la dava per spacciata, chi si è illuso che tutto potesse finire lì,  che il  resto della partita potesse essere una semplice passaggiata di salute per la russa, decisamente non conosce la Pennetta. A fine primo set, Flavia esce dal campo in lacrime, barcollando, si prende qualche minuto di pausa solitaria, riflette tra sé e sé sul da farsi e poi rientra in campo, ancora turbata è vero, ma solo in viso, i suoi occhi piangono, esprimono tristezza, mentre il suo corpo dice decisamente alto.

Con il corpo l’azzurrina dimostra di non volersi arrendere, di voler sconfiggere questa avversaria e soprattutto quei demoni interiori che proprio oggi, che proprio ora, hanno deciso di scatenarle un uragano interiore. A questo punto Flavia non ci pensa più, rompe gli indugi e comincia a giocare a tutto braccio, non ha più freni, con il servizio fa il buono il cattivo tempo, è lei a prendere in mano le redini del gioco, è lei che variando traiettorie ed angolazioni riesce a mandare letteralmente in tilt la Sharapova, cosa questa decisamente non da tutti.

Il secondo set è più lottato, Maria inizia a sbagliare, s’innervosisce, Flavia se ne accorge e ne approfitta, palla dopo palla, vincente dopo vincente riesce a far fioriore in lei il seme dell’insicurezza, quello che pian piano cresce, iniziando a logorarti dentro, portandoti al punto di non riuscire a ragionare più. Ad un certo punto diventa palese, Maria non sa più come giocarla, le prova tutte persino a snaturare il proprio gioco, ad andare a rete più spesso, a giocare quelle palle corte che tanto odia, ma con questa Pennetta non c’è nulla da fare. Il terzo set parla un’unica lingua, è un vero e proprio monologo italiano a cui la siberiana è costretta ad assistere inerme. Alla fine, dopo 2 ore e 6 minuti di gioco, con uno score di 3-6 6-3 6-2, per la terza volta su cinque scontri diretti Flavia Pennetta batte Maria Sharapova.

Questa Flavia, e l’ha capito anche Maria, decisamente non si batte, questa Flavia non smette di crederci, sta ancora vivendo il proprio sogno, quello per cui ha lottato tanto, forse troppo, quello da cui, per ora, non ha alcuna intenzione di svegliarsi. E allora crediamoci ancora Fla, andiamo oltre quei fantasmi, quella maledetta paura, quel pianto, quell’ orologio che continua a camminare veloce, quel polso che troppo spesso fa i capricci, andiamo oltre tutto e tutti e Crediamoci ancora….è troppo presto per svegliarci, continuiamo a viverlo insieme questo meraviglioso sogno americano!

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