Sono passati 299 giorni da quando Garbine Muguruza, attualmente la numero 7 del ranking, ha battuto in due set Serena Williams nella finale del Roland Garros. Sembra che sia passata una eternità da quando la spagnola ha vinto, contro una Serena vista raramente cosi in difficoltà. La Muguruza la mise sul piano fisico, e si sa, con la Williams non puoi permetterlo. Ma Garbine la conosciamo, è testarda, spavalda e soprattutto, ha una grande fiducia nei propri mezzi, e questo la portò a vincere e dominare contro la Williams. Lei è cosi, o la ami o la odi. Il suo tennis è particolare, fatto di scambi brevi e molte accelerazioni, con quella mania e voglia di guadagnare campo nei confronti della avversaria.
IL SUCCESSO DELLA VITA – Ha battuto cosi Serena, con la forza e con autorevolezza, senza paura. Ma da quel momento, dove si pensava che quel match fosse uno spartiacque della carriera della nativa di Caracas e del suo futuro primato mondiale, la Muguruza è sparita. A partire dai tornei di preparazione per Wimbledon, eliminata subito al 1 turno per conto della belga Flipkens per due set a zero. Insomma, non proprio la Williams di turno. E se quello poteva essere un incidente di percorso, la conferma arriva con Wimbledon, torneo dove la spagnola doveva dare conferma e continuità nei risultati, ma viene eliminata al 2 turno contro la ceca Cepelova. Successivamente ottiene pochissimo, arriva solamente due volte in semifinale (Cincinnati e Brisbane), ma non centra mai la finale. Oggettivamente, dalla numero 2 del mondo ci si aspettava di più, o meglio, dalla Muguruza ci si aspettava di più. Perché dopo il Roland Garros, non vince più nulla.
PERCHÈ? – I motivi per cui la spagnola ha subito questo drastico calo possono essere tanti. Possiamo partire dal suo schema di gioco, ripetitivo a volte, con continue verticalizzazioni e botte da fondocampo, per poi guadagnare in modo rapido il campo. Una tennista del suo livello dovrebbe essere più versatile, adattarsi alle diverse giocatrici che ci sono nel circuito, alle varie situazioni che si creano in un singolo match. Invece lei non cambia, picchia a destra e sinistra, mettendo l’avversaria in difensiva, e in questo senso, la limita un po’ come giocatrice.
CARATTERE RIBELLE – Un altro motivo è, come già detto e ripetuto prima, il suo carattere. Sicuramente ha un carattere particolare, che la rende “solitaria”, ricordandoci che Garbine da quando calca i campi da tennis ha sempre dimostrato una spavalderia e sicurezza in se stessa che la rendeva antipatica nei confronti delle proprie avversarie e amiche. Un carattere che in campo la rende polemica, contro tutto e tutti, anche con il suo allenatore Sam Sumyk, il quale ha avuto molte volte dei piccoli battibecchi durante alcuni match, l’ultima lite durante il torneo di Miami, dopo un 6-0 subito dalla americana McHale, lite che è stata utile per caricare la Muguruza e risollevare un match. Un rapporto, con l’allenatore, che risulta complesso, frutto del carattere ribelle della ragazza, dove sembra che in alcune situazioni voglia fare solo di testa sua, ignorando completamente le istruzioni del proprio coach. Un carattere che fa parlare molto di sé anche fuori dal campo, con dichiarazioni che suscitano sempre stupore, come quelle sul ritorno in campo della Sharapova: “Sharapova? Nemmeno mi ricordo di lei, il suo ritorno è ininfluente”, ricordando ancora una volta come è fatto il suo caratterino.
“DISCONTINUA? COLPA DEL MIO GIOCO” – La sua forma fisica non è delle migliori, come lo testimonia il ritiro durante il match contro la Wozniacki a fine primo set per colpa di un calo di pressione. Nonostante la giovane età, la Muguruza più volte ha avuto infortuni di grave entità, che sicuramente hanno bloccato la crescita e la continuità nei risultati. Forma fisica che viene a mancare anche per il suo stile di gioco, che la porta ad essere aggressiva, dunque a sprecare enormi energie, come anche lei stessa lo disse circa 1 anno fa, durante una intervista: “Nessuno può avere sempre un livello così alto e buono. Vorrei sì averlo sempre. Nello sport però si creano le circostanze e spero di essere pronta quando me ne capiterà una buona. In realtà è più difficile mantenere nel tempo e a buon livello colpi così potenti e aggressivi”. È vero, il calendario è pieno zeppo di tornei, è massacrante per tutti, ma a 22 anni la forma fisica non deve essere un problema.
MEA CULPA – E per finire, ma non perché sia meno importante, vi è l’ultimo motivo per cui la 22 enne di Caracas ha carenza di risultati. Noi. Già, noi tifosi, noi appassionati di tennis. Forse abbiamo caricato un po’ troppo di pressioni e paragoni la spagnola, come se fosse normale essere lì a 22 anni ed essere già una giocatrice affermata. Sicuramente lei ci mette del suo, non siamo qui a difenderla, ma quante giocatrici a 22 anni già erano cosi affermate come la Muguruza? Poche, se non le migliori, com’è la Muguruza. Ora arriva la stagione della terra rossa, che ha già dato molte soddisfazioni alla giovane iberica, che deve dare una scossa a questo 2017, per non renderlo tragico, con un parziale di 14 vittorie e 7 sconfitte, troppe (le sconfitte) se stiamo parlando di una futura potenziale numero 1 del mondo. Noi, aspettando con ansia un trofeo, aspettiamo di vedere una rivoluzione nel suo gioco e nel suo carattere, e questo è possibile, perché è giovane e può migliorare tantissimo, scrollandosi via tutte le pressioni accumulate in queste stagioni.