Garbine Muguruza è a Miami , ed è pronta a cercare di dare al suo rendimento una continuità che dalla fine del 2015 stenta ad arrivare.
Avvio di stagione complicato per la nativa di Caracas che, nonostante la quarta posizione nel ranking, non convince più come lo scorso anno , in questo stesso periodo della stagione.
Il suo record win –loss di 6-5 non conforta ed anche l’esordio cui è attesa contro Domi Cibulkova non sembra dei più semplici, tutt’altro.
Garbine prova a rispondere al perché di questi cali ed il suo pensiero va presto al di là della loro fisiologicità:
“Nessuno può avere sempre un livello così alto e buono. Vorrei sì averlo sempre. Nello sport però si creano le circostanze e spero di essere pronta quando me ne capiterà una buona. In realtà è più difficile mantenere nel tempo e a buon livello colpi così potenti e aggressivi”.
Già , è arduo pensare di mantenere un livello di aggressività così elevato . Il rischio di cali repentini è dietro l’angolo, ma il cercare di tenere quei livelli ha ìnsita una ragione superiore :
“Bisogna sempre tenere in mente però che così si può arrivare in alto, questa è una spinta ad essere ambiziosi per il futuro”.
Garbine non cambierà dunque il suo stile di gioco; stile che è frutto però di una precisa idea di gioco. Come sempre , la campionessa spagnola cercherà di imporla , già dal prossimo match contro la slovacca e di certo proverà a farlo con la giusta misura , usando la sua naturale propensione a creare situazioni atte a massimizzare l’efficacia della sua esplosività .
Gestire gli scambi, quanto più brevi possibile, al fine di creare condizioni che la vedano imporre la sua idea aggressiva di tennis, un tennis in perenne spinta , ma sempre supportato da tanta intelligenza. Questo è il tennis di Garbine Muguruza.
Il quarto posto nella classifica mondiale dimostra quanto efficiente sia il suo approccio; un approccio che però può rivelarsi monco o persino sterile se non aiutato da un fisico statuario e dall’indubbia capacità di “ragionare” in campo. Queste doti non difettano all’iberica e, di certo, saranno decisive per superare qualche lieve appannamento.
Tuttavia l’assenza, anche parziale, di una di queste virtù fisiche e tennistiche può essere foriera di veri e propri disastri come, purtroppo, dimostra la storia della nostra Camila Giorgi. Camila, ovvero la croce, la delizia e, purtroppo, l’ immenso rammarico del nostro tennis in rosa.
La Giorgi persegue senza dubbio la medesima idea di tennis: aggressività e potenza totali.
Seppur non dotata del fisico statuario di Garbine, la nostra ha dimostrato più e più volte di essere una straordinaria atleta.
Cosa manca, dunque, a Camila per tentare con successo il definitivo salto di qualità? La marchigiana, in realtà, sembra difettare dell’altro grande requisito che può fare la differenza, ovvero la sagacia . Quel giusto mix di pazienza, adattamento e costruzione che indubbiamente può creare le giuste basi affinchè sia espressa al meglio l’idea di tennis propria di Camila. Un tennis che sia sì aggressivo, ma ragionato.
Tutto ciò sarebbe utile a lei e a noi. Di certo avremmo sempre meno quella strana sensazione di “casualità” che spesso accompagna le prestazioni dell’azzurra; prestazioni che sembrano troppo spesso legate alla “ giornata”.
Garbine Muguruza ritroverà certamente la sua continuità , resettando presto le sue potenti armi e dominando una certa emotività che pare assalirla per larghi tratti dei match.
E noi ? Noi quando potremo assistere ad una match della nostra Giorgi senza il timore di dover indovinare a quale “giornata di Camila” stiamo assistendo?