Gli ultimi mesi di Kiki Bertens tra alti e bassi: “Grande soddisfazione essere la miglior olandese di sempre. Al Roland Garros troppa pressione”

La 27enne tennista oranje racconta l'incredibile saliscendi emotivo che ha caratterizzato gli ultimi mesi, dal successo di Madrid, con annessa conquista della top 5, fino alla delusione per la finale persa dinanzi al pubblico amico di 's-Hertogenbosch, passando per la débâcle del Roland Garros.

Kiki Bertens ha coronato l’ottima fase di stagione disputata su terra con la vittoria del Premier Mandatory di Madrid e con il conseguente accesso in top 5, diventando così la miglior tennista olandese della storia. Non è stato facile, però, per la 27enne oranje confermarsi ad alti livelli anche al Roland Garros, dove ha dovuto alzare bandiera bianca al secondo turno, a causa di un malessere fisico generato, probabilmente, dall’eccessiva pressione della vigilia. L’attuale n. 4 del ranking, intervistata dal quotidiano britannico Metro, ha raccontato tutte le emozioni provate negli ultimi mesi della stagione, descrivendo alcune tappe chiave come Madrid, Parigi e la tournée su erba.

Il mese di maggio per Bertens si apre al meglio con la storica affermazione alla Caja Mágica, battendo in finale Simona Halep, ma si conclude nella maniera più deludente possibile con il ritiro al secondo turno del Roland Garros, appuntamento Slam in cui la tennista di Wateringen rientrava nel novero delle favorite: “Devo ammettere che la marcia di avvicinamento a Madrid non è stata serena, visto che avvertivo la pressione di dover difendere la finale del 2018. Tutto è andato al meglio, ho sconfitto la miglior giocatrice su terra in finale e sono diventata l’olandese più forte di tutti i tempi“. La magica settimana spagnola ha rappresentato per la oranje un ottimo trampolino di lancio in vista degli Internazionali d’Italia, dove ha colto la semifinale, e soprattutto in ottica Parigi, ma qui le ambizioni della vigilia non sono state rispettate: “Mi tremavano le mani, dovevo lottare per colpire la palla e tanti pensieri affollavano la mia mente. Mi chiedevo: perchè sta succedendo proprio adesso? Perchè proprio a me, dopo che ho lavorato così duramente per arrivare a questo punto? Tutto era molto difficile da accettare. Era la prima volta in cui venivo data come favorita, ma questo mi ha infastidito. Non mi piace avere tanta pressione sulle spalle, non sono stata in grado di gestirla in quel torneo. Ricordo che il primo incontro andò molto bene, così anche l’allenamento successivo, ma nel cuore della notte ho cominciato a vomitare senza riuscire a fermarmi, sono stata male. Non ho avuto il tempo di riprendermi, è stato difficile restare in campo il giorno dopo e quindi ho deciso di andare a casa”.

Lo swing sui prati si apre con la finale raggiunta nel Wta International di ‘s-Hertogenbosch, dove Bertens è stata ad un passo dal centrare il titolo, ma ancora una volta, stavolta dinanzi al pubblico amico, ha tradito le attese. La tennista olandese ha espresso il suo disappunto per non essere riuscita a vincere in casa, rivelando di non considerare l’erba come una superficie gradita: “Ho solo una possibilità all’anno di giocare davanti ai miei connazionali, fallire la finale qui è molto triste. Perdere dopo aver avuto tanti match point è dura da accettare, ma è stata la mia prima finale su erba e posso guardare il lato positivo. Gli ultimi due mesi mi hanno dato soddisfazioni e delusioni, credo ci sia ancora molta strada da fare. Cosa penso della superficie? Giocare su erba non è mai stato così naturale per me. L’anno scorso ho raggiunto i quarti a Wimbledon, ciò mi ha fatto pensare di poter fare bene anche qui. Devo essere realista, so che posso perdere al primo turno, così come posso battere chiunque. Gioco ogni torneo con l’intenzione di vincerlo, ma mi piace tenere sempre i piedi per terra“.

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