Come ormai ben chiaro, uno dei problemi più importanti creati dalla pandemia di Covid-19 all’interno del mondo del tennis è quello che riguarda gli atleti che occupano le posizioni più basse del ranking, i quali, senza poter giocare tornei, non riescono a guadagnare e versano dunque in gravi condizioni economiche. Sebbene alcuni, tra i più noti c’è anche Dominic Thiem, non si siano detti del tutto favorevoli all’aiuto dei colleghi che si trovano in difficoltà, è stata chiara fin da subito l’intenzione dei Big 3 del tennis di ideare delle modalità con cui poter supportare i tennisti che occupano posizioni in classifica al di sotto del numero 100/200; proprio per questo scopo, Federer, Nadal e Djokovic avrebbero deciso di creare un fondo per i colleghi in difficoltà. A proposito di tale volontà, durante un’intervista ha espresso i suoi pensieri anche Laura Golarsa, ex tennista italiana che nel 1989 riuscì anche a raggiungere i quarti di finale a Wimbledon e a guadagnare la 39esima posizione in classifica l’anno dopo: “Fa molto piacere che ci sia questa intenzione da parte dei più forti, in loro c’è la volontà di aiutare il mondo che li ha resi famosi, di restituire qualcosa a chi vive invece in una condizione di incertezza. In questa situazione c’è il rischio di andare incontro alla morte del tennis perché giocatori come ad esempio il numero 400 al mondo se non gioca i campionati a squadre non riesce a guadagnare e ad arrivare alla fine della stagione. Poi starà al governo del tennis, in unione con i big e magari anche i primi 100 giocatori della classifica, rendere sopportabile la difficoltà economica”.
L’ex tennista italiana ha poi aggiunto in merito alla recente idea di Roger Federer di unire ATP e WTA: “è stata un’uscita bella anche se inaspettata. In realtà da un po’ di anni i calendari maschile e femminile sono integrati nei tornei combined. Le donne stanno vivendo un periodo di transizione, credo proprio che l’unione sotto un’unica bandiera sarebbe un guadagno per il tennis”.
Ancora a proposito di Federer, in questi giorni di quarantena e di lontananza forzata da campi e tornei, durante i quali, lo ricordiamo, Roger sta anche recuperando dall’operazione al ginocchio a cui si è sottoposto nel mese di febbraio, ha parlato anche Tony Godsick, manager dello svizzero e organizzatore dell’incredibile evento di Città del Capo che ha visto protagonista anche Nadal, il quale ha rivelato perché, secondo lui, Roger voglia continuare a giocare: “Per l’evento in Sudafrica, visto che lì non sono presenti grandi arene, ho suggerito di giocare all’aperto e provare l’impresa di battere un record. Il nostro obiettivo era quello dei 50 mila spettatori e di riuscire a creare un’esperienza incredibile legata al tennis in uno stadio pensato per le competizioni calcistiche. Credo che, insieme all’amore che percepisce dai suoi fans, sia proprio questo tipo di adrenalina, che Roger prova giocando negli stadi più importanti del mondo, a spingerlo a voler continuare a competere.”