I CAMPIONI DI DOMANI – Lavinia Morreale “Sogno di giocare stabilmente gli Slam. In campo e fuori mi ispiro a Nadal

Lavinia Morreale, giovane promessa del tennis italiano, si racconta ai microfoni di Tennis Circus, dalla sua scelta di rappresentare l'Italia ai suoi obiettivi in campo, passando per il suo idolo: Nadal

Cari amici di Tennis Circus benvenuti nella prima puntata della nostra nuova rubrica: “I campioni di domani”. In queste settimane andremo alla scoperta dei giovani italiani più promettenti, che stanno lavorando per entrare in pianta stabile nel tennis professionistico. Quest’oggi scopriremo insieme Lavinia Morreale, classe 2005 nata a Karlsruhe, in Germania, da padre italiano e madre polacca.

Morreale, come raccontato in quest’intervista, si allena da qualche anno alla corte di Francesco Cinà, a Palermo, seguita dal maestro Claudio Garda. In questa stagione l’azzurra ha toccato il best ranking nel circuito juniores alla posizione numero 119 del mondo, risultato ottenuto dopo gli Australian Open, in cui ha perso al secondo turno del main draw, essendo partita dalle qualificazioni.

Dopo lo Slam australiano Lavinia ha scelto di concentrarsi principalmente sul circuito professionistico, anche a causa di un fastidio alla spalla che l’ha costretta a saltare diverse settimane. La giocatrice italiana è riuscita quest’anno a conquistare i primi punti WTA, entrando nel ranking mondiale alla posizione numero 1323. Per raggiungere questo traguardo l’allieva della Cina Academy, ha avuto bisogno del secondo turno del 15.000 di Solarino 2022, dei quarti di finale centrati nel 15k di Fiano Romano e del secondo turno a Kursumlijska Banja, sempre 15.000. Queste sono le parole di Lavinia Morreale ai microfoni di Tennis Circus.

Ciao Lavinia, innanzitutto grazie per aver accettato quest’intervista. La stagione 2023 volge quasi al termine: come valuti quest’annata? Che voto ti daresti?

“Ciao, il piacere é tutto mio. Quest’anno é stato molto insolito, di ore in campo ne ho passato poche. Però quando ho messo piede nei tornei mi sono piaciuta. Inoltre le difficolta mi sono servite molto come crescita personale, posso dire di essere più serena e paziente, ma anche di conoscere meglio il mio corpo. Se dovessi darmi un voto credo che, nel complesso, sarebbe un solido sette, soprattutto per le cose che ho imparato.”

Ad inizio anno hai centrato la qualificazione nel main draw degli Australian Open juniores, raggiungendo il secondo turno. Quanta consapevolezza ti ha dato questo risultato?

Bisogna sempre tenere in mente che i tornei juniors non sono l’obiettivo finale, anche se sono delle esperienze molto belle da fare. Sicuramente ci sono molti giovani che, dopo aver partecipato agli Slam Juniores, riescono a fare grandi cose tra i pro, ma ce ne sono altrettanti che sono riusciti a dominare il tennis professionistico, nonostante fossero poco attivi da junior. Per questo non ci darei troppa importanza, ma neppure troppa poca. Certamente mi ha fatto vedere che posso competere con tante coetanee, le quali giocano bene, dandomi fiducia per il mio percorso tennistico.”

Se dovessi scegliere 3 aggettivi per descrivere il tuo tennis, quali useresti? Perché?

Determinata, lottatrice, pesante. Il primo mi descrive come persona, e credo che me lo porto in campo, poiché ho degli obiettivi chiari e so cosa voglio ottenere la maggior parte delle volte. Lottatrice si spiega da sè: spesso riesco a compensare dei difetti tattici o tecnici con la grande voglia di vincere e non mollare. Il terzo aggettivo si riferisce ai colpi, che sono piuttosto pesanti, riferendomi soprattutto al diritto un po’ maschile.”

La tua storia è molto particolare, in quanto sei nata in Germania, da madre polacca e padre italiano. Ti va di raccontare brevemente la tua storia e cosa ti ha portato a scegliere di difendere la bandiera italiana?

“Si, certamente. I miei genitori sono entrambi “stranieri”. Si sono conosciuti in Germania e hanno costruito la loro vita lì, mentre io due anni fa ho deciso di voler continuare il mio percorso tennistico a Palermo. È una scelta che mi ha portato dei benefici e mi ha reso felice: da quando ho messo piede nella terra di mio padre, mi sono sentita a casa più di quanto mi sono mai sentita in Germania. Sono cresciuta con la nonna proprio sicilianissima e mi sento più vicina ai valori italiani che a quelli tedeschi. Soprattutto per questo ci tenevo a difendere la bandiera italiana.”

5) Ti alleni a Palermo alla Cina Academy. Cosa ti ha spinto a spostarti in quest’accademia?

Francesco, la testa dell’accademia, é una persona straordinaria, sia a livello umano che come maestro. Conduce l’accademia con molta competenza e serenità. Dopo qualche settimana di prova ho trovato il mio punto di riferimento, il maestro Claudio Garda, e da allora lavoriamo insieme. La decisone è stata un complesso di cose: soprattutto la competenza tennistica, la struttura, e l’impegno che ci mettono i maestri e tutte le persone.”

Qual è l’aspetto del tuo gioco su cui credi di dover lavorare di più?

“Ci sono tantissimi aspetti da migliorare, ma in questo momento credo che dovrei imparare a sfruttare meglio le opportunità e a mantenere l’ordine del gioco quando conta di più.”

Nell’ultimo mese hai fatto il tuo ingresso nella classifica WTA, grazie anche ai quarti di finale a Fiano Romano. Cosa significa per te esser riuscita a raggiungere questo risultato?

“È un inizio, il primo passo nella direzione pro. La federazione mi ha dato questa possibilità (una wild card nel main draw, n.d.r.) che sono riuscita ad usare in modo positivo. Inoltre giocare in casa ha reso tutto molto più bello.”

Nel corso di questa stagione sei stata vittima di due brutti infortuni. L’ultimo è la fascite plantare che ti ha costretto ad uno stop forzato quando stavi esprimendo un ottimo tennis. Quant’è difficile trovare le motivazioni per ripartire “da zero” una volta superato l’infortunio?

Ci saranno sempre momenti meno facili, ed é inevitabile che sia cosi. Però chi ha un sogno e grande voglia di stare in campo, troverà sempre uno spunto per ripartire come se nulla fosse. Oltre questo, apprezzerò sicuramente molto di più il gioco appena potrò esprimermi.”

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Un grande sogno sarebbe partecipare agli Slam come ad un’attività quotidiana, senza essere stupita e affascinata dall’immensità e dall’importanza di questi tornei per il nostro sport. Anche se ho i miei dubbi che uno possa mai smettere di ammirarli.”

C’è un giocatore/giocatrice, in attività o già ritirato, in cui ti rivedi? Se sì, chi?

“In quanto mi ci rivedo, non lo so, ma provo ad avvicinarmi più possibile a lui: Nadal. Lui sta per il lavoro, la disciplina e la lotta, fuori dal campo è molto amato dalla gente per l’umiltà che porta nei confronti di tutti. Credo che questi siano valori che ognuno dovrebbe portare nel cuore in tutto quello che fa, non solo quando insegue una pallina gialla per il campo da tennis.”

Grazie mille e buona fortuna per i prossimi appuntamenti.

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