DARIA KASATKINA
Aveva finito il 2018 da top 10 la russa Daria Kasatkina, con il titolo Premier di Mosca davanti al suo pubblico come dessert di una stagione da vera top player. Best ranking, secondo titolo Premier vinto, primi quarti di finale Slam – sia a Parigi che a Londra – e le belle finali di Indian Wells e Dubai. Lanciatissima verso i vertici del ranking, nel 2019 la nativa di Togliatty non ha quasi mai trovato il suo tennis, fatto di variazioni e magie, trainato da un dritto carico che ha mandato in confusione gran parte delle colleghe nei mesi prima. Non c’è una singola superficie su cui abbia mostrato frammenti della sua intelligenza tattica o del suo tocco, raggiungendo per lo meno i quarti di finale nel Premier Mandatory di Pechino, risultato che le permetterà di non precipitare oltre l’80esima posizione circa. Al momento si trova al numero 70, ma potrebbe essere superata ancora di qualche posizione in questi giorni. Il suo sfortunato anno tennistico si è concluso proprio a Mosca, dove una spavalda Yastremska ha chiuso in due set il match, fermando la corsa della russa direttamente all’esordio. Serve un cambio di marcia nella preparazione invernale, sia nella parte atletica che nei fondamentali, meno efficaci rispetto a prima.
CAROLINE GARCIA
Un tonfo meno plateale in termini di ranking ma comunque significativo quello della francese, che dopo aver iniziato la stagione da top20 si ritrova attorno alla 45esima posizione. Il crollo di Garcia era iniziato nel 2018, quando aveva sfruttato i punti accumulati nella doppietta Wuhan-Pechino a fine 2017 per giocare tutta la stagione da top player, ma già si era notato un calo di rendimento. In questa stagione però i problemi si sono intensificati e il caso Garcia è sicuramento uno di quelli che più fa discutere nel circuito. La transalpina è, tecnicamente parlando, una delle fuoriclasse del tennis WTA, dotata di potenza, atleticità, tocco, gioco a rete e servizio, e tutto di grande qualità. Eppure, mettere insieme tutti i pezzi del suo gioco sembra molto più complicato del previsto. Negli anni abbiamo visto giocatrici molto meno dotate tennisticamente e fisicamente, ma che con grande forza mentale hanno raggiunto risultati di altissimo livello. Nel 2019 Garcia è rimasta a galla grazie ad una vittoria International a Nottingham e una finale a Strasburgo, perché eccetto in questi due tornei ha faticato a vincere più di una partita nella stessa settimana. L’età è ancora dalla sua parte, ma se non riuscirà a trovare equilibrio e ordine sia a livello mentale che nei colpi, rischia di tornare ad essere una grande outsider capace di fare ottimi tornei ogni tanto, ma niente più.
SLOANE STEPHENS
Anche in questo non parliamo di un crollo esagerato nel ranking ma sicuramente di una grande regressione in termini di gioco e rendimento. Sloane Stephens è, in modo molto simile ma allo stesso tempo diverso rispetto a Garcia, un talento incredibile. Il suo dritto è uno dei più veloci e pesanti del circuito e rovescio e mobilità sono di altissima qualità. Adatta sia ai campi in cemento che a quelli in terra, dal suo ritorno nel 2017 dopo un infortunio che l’aveva tenuta lontana dai campi per diversi mesi, la statunitense ha messo in campo grinta e determinazione, vincendo uno Slam, giocando una finale al Roland Garros e conquistando tra gli altri il Mandatory di Miami. Il 2018 si era concluso con al finale alle WTA Finals, ma nel 2019 il suo tennis sembra caduto in un sonno profondo da cui non riesce a riprendersi. Lenta, spesso in ritardo sulla palla e senza – ostentata per lo meno – grinta, Stephens ha raggiunto la semifinale a Madrid e i quarti al Roland Garros, confermando il buon feeling con il rosso, ma da lì è scomparsa nuovamente dalle scene. Non potrà difendere i punti delle Finals e forse non potrà neanche giocare a Zhuhai, a meno di vari forfait, concludendo così la stagione attorno alla 25esima posizione, lei che aveva iniziato a gennaio da numero 6.
CAROLINE WOZNIACKI
Complicato analizzare la situazione della danese, che dopo aver concluso la scorsa stagione da numero 3 si è trovata per gran parte dell’anno oltre la 70esima posizione nella race e si è risollevata all’ultimo, chiudendo la stagione probabilmente nelle prime 40 del mondo. Erano tanti i punti in scadenza per lei e un calo era preventivato, dopo che Wozniacki a fine 2018 aveva annunciato di soffrire di artrite reumatoide – che è stata purtroppo di recente diagnosticata anche a Danielle Collins – e la trama non si è scostata troppo dalle aspettative. Comunque capace di raggiungere la finale a Charleston e la semifinale a Pechino, durante il resto della stagione è stata spesso preda facile di tante avversarie. Attendiamo di capire i suoi programmi per il 2020, ma a prescindere dal proseguimento può vantare uno Slam e il numero 1 del mondo, oltre che una permanenza ai vertici del tennis che dura ormai da una decina d’anni.
JELENA OSTAPENKO
Era la numero 22 del mondo 12 mesi fa Jelena Ostapenko, oggi naviga attorno alla 60esima posizione e solo grazie a buoni risultati in queste ultime settimane. Una stagione complicatissima per una delle più giovani vincitrici Slam di questi anni – insieme a Osaka e Andreescu, tutte tra i 19 e i 20 anni al primo Slam vinto -, che tra fine 2018 e inizio 2019 sembrava aver dimenticato come vincere una partita. Ha dovuto aspettare aprile per vincerne due di seguito, a Charleston, e poi l’erba per ripetere l’impresa. Agli Us Open ha sprecato una grande chance, perdendo al terzo turno da Kristie Ahn, ma proprio quando tutto sembrava perduto, un piccolo lume di speranza si è acceso. Nel torneo di Linz la lettone ha mostrato sprazzi di bel tennis, raggiungendo la finale dopo aver annullato diversi match point ad Alexandrova, sempre a suo agio su queste superfici. In finale si è arresa in tre set alla classe 2004 Coco Gauff, che continua a infrangere record di precocità, ma la strada per il ritorno sembra per la prima volta quella giusta. La chiave della svolta sembrerebbe essere una nuova figura nel suo angolo, niente di meno che la campionessa di Wimbledon Marion Bartoli, che dopo aver annunciato un ritorno al tennis mai avvenuto si è trovata a dare suggerimenti all’amica Ostapenko, tenendo valida la possibilità di preparare insieme la stagione 2020. Sarebbe per la lettone la cosa migliore trovare un coach con cui trovarsi bene anche umanamente, dopo che Anabel Medina Garrigues aveva interrotto la fruttuosa collaborazione per il carattere esuberante della ex top5.
OLGA DANILOVIC
Altro giovane talento, altra stagione disastrosa. Nel luglio 2018 era scattata la Olga-mania, con gli occhi di tifosi di tutto il mondo puntati sulla giovanissima serba, capace di portare a casa il primo titolo WTA in carriera ed essere la prima giocatrice nata nel terzo millennio a farlo. Da lì però, il vuoto assoluto. Nel 2019 ha raccolto poche vittorie, giocando inizialmente International e 125k finché la classifica lo ha consentito, e poi Itf di buon livello. Ad agosto è tornata a giocare una finale nel 60k di Hechingen e a settembre ha vinto il 60k di Montreux, risultati che le hanno permesso di tornare verso la 200esima posizione, lei che aveva raggiunto la top100 qualche mese fa. Olga è ancora giovanissima e questo passo indietro potrebbe farle bene, come ha fatto bene – parere assolutamente personale – a Marta Kostyuk, che dopo essersi catapultata a ridosso delle top100 ha dovuto ritrovare il suo gioco per risalire la classifica settimana dopo settimana, e non solo grazie a pochi exploit. Visto il talento della serba, non sarà difficile vederla presto dove aveva lasciato, forse con più solidità ed esperienza rispetto a prima.
EUGENIE BOUCHARD
Uno dei tonfi più rumorosi di quest’anno, e vista la fama del personaggio, se ne parla ancora di più. Eugenie Bouchard è ufficialmente scomparsa dai radar WTA, crollando fino alla 220esima posizione mondiale, dopo aver finito il 2018 da numero 89. Sembrano lontanissimi i tempi in cui il cognome della canadese appariva ai primi posti del ranking, mentre ora non lo si vede più nemmeno nei tabelloni International, a meno di wildcard. Se i risultati di quel magico 2014, con una finale Slam e due semifinali, erano forse un po’ sopra il vero livello della canadese, le tante sconfitte arrivate in questo 2019 – l’ultima contro Gabriela Talaba, giocatrice rumena fuori dalle prime 300 del ranking – sono indice di una forma completamente persa. Appena 6 partite portate a casa e un bel match giocato con la connazionale Andreescu e poco più, Bouchard ha deciso di chiudere la stagione a fine settembre, provando forse a ritrovare le idee per tentare un comeback nel 2020, al momento ancora poco plausibile.
DARIA GAVRILOVA
Il grande mistero di questa stagione risponde al nome di Daria Gavrilova. Numero 38 a inizio anno, fino a marzo non ha raccolto nemmeno una vittoria, battendo poi a Indian Wells due buone giocatrici come Yastremska e Buzarnescu, prima di tornare nel vortice negativo. Anche per lei solo 6 vittorie, contro le dolorose 18 sconfitte, e tanti dubbi sul motivo di un crollo verticale così improvviso. L’australiana ha chiuso la stagione in anticipo dopo la sconfitta contro Fiona Ferro a Flushing Meadows e ora si trova al 237 del mondo, in attesa di capire come ritrovare il filo del suo tennis.
LE INFORTUNATE
Un capitolo a parte riguarda le infortunate, giocatrici che non sono riuscite a giocare l’intera stagione per problemi fisici e hanno visto la classifica reagire di conseguenza. Il caso più chiacchierato è sicuramente quello di Maria Sharapova, che per l’intervento alla spalla ha saltato diversi mesi e si trova ora al 134 del mondo. Camila Giorgi ha lottato per tutto l’anno contro un polso dolorante e ha trovato il suo tennis solo in estate in Nordamerica e si ritrova al numero 90 del mondo, non essendo riuscita a difendere il titolo conquistato a Linz a fine 2018. Dominika Cibulkova ha giocato fino a luglio, raccogliendo comunque pochissimi risultati, cedendo ad un infortunio al piede che l’ha fatta precipitare fuori dalle prime 300 al mondo. Vera Lapko si è dovuta fermare dopo un ottimo periodo che l’aveva portata nel circuito principale a tempo pieno. Ora la bielorussa si trova al 319 del mondo e dovrà ripartire dagli Itf per ritrovare la via.