Il ruggito della tigre: Aryna Sabalenka conquista Melbourne!
Marco Bonavoglia
Una finale ad altissime velocità. Questo è ciò che ci si aspetta vedendo opposte in campo Aryna Sabalenka ed Elena Rybakina, due tra le più grandi picchiatrici del circuito, amanti dei bracci di ferro da fondocampo e dei vincenti tirati da qualsiasi posizione. Due ragazze giovani, una classe ’98 e l’altra ’99, entrambe abbondantemente sopra il metro e ottanta, entrambe dall’Est Europa, con Sabalenka Bielorussa e Rybakina nata e cresciuta a Mosca ma naturalizzata Kazaka. Nonostante il palmares di Aryna sia ben più ricco, per lei questa è la prima finale in uno Slam, che rincorreva ormai da anni. Discorso diverso per Rybakina, che ha vinto pochi titoli importanti ma tra questo spicca il trofeo di Wimbledon dello scorso anno, con quella mezza beffa dell’aver vinto nell’unica edizione in cui russi e bielorussi erano banditi e non venivano assegnati punti. A prescindere dall’esito di questa partita la bielorussa era già certa di tornare numero 2 del mondo, mentre per Rybakina c’è l’ingresso per la prima volta in carriera tra le prime 10.
All’esordio è Sabalenka ad essere considerata la favorita, anche se di poco, ma non si può ignorare il percorso delle due all’interno del torneo; Aryna ha avuto la meglio di Bencic, Vekic e Linette negli ultimi tre match, mentre Elena ha superato Swiatek, Ostapenko e Azarenka. Da una parte un oro olimpico e poco più, dall’altra tre vincitrici Slam tra cui la numero 1 pressoché incontrastata, Swiatek. Va detto anche però che Sabalenka nel 2023 non ha ancora perso un set, conquistando il titolo a Brisbane in finale sulla classe 2004 Noskova e volando verso la sua prima finale Major. Tra le due ci sono 3 precedenti, tutti a favore della bielorussa, e tutti con lo stesso andamento: primo set Sabalenka, secondo Rybakina, vittoria finale per Aryna.
Il match inizia esattamente come ci si poteva aspettare: doppio fallo di Sabalenka, seguito da un ace, ed un altro ace a chiudere il primo game. La partita è stata impostato da entrambe sullo scambio frontale, ma pare evidente che sia Rybakina per ora a cercare di uscire dal duello con qualche angolo più rischioso. Come nei precedenti, il servizio sarà un’arma fondamentale per entrambe, e se per la kazaka si tratta di un colpo sicuro e fedele, lo stesso non si può dire per Aryna, tradita più volte nel corso della carriera da una seconda troppo instabile. L’impressione è che senza prima in campo, per la tigre bielorussa tutto si complichi parecchio. Nel terzo game infatti, nonostante i due ace che l’hanno portata fino al 40-0, Aryna ha da lì perso la bussola finendo per cedere il turno di servizio. Il primo strappo è dunque targato Rybakina, che conduce 2-1.
Tutto semplice per la campionessa in carica di Wimbledon nei minuti successivi, sempre in controllo nel proprio turno di battuta e con i piedi vicini alla linea di fondo. Con questi ritmi diventa impossibile per Sabalenka rientrare in partita, e comincia a palesare difficoltà anche quando si entra nello scambio, con una Rybakina più solida rispetto ai primissimi minuti e determinata a giocare piatto e profondo, togliendo i tempi alle ampie aperture di Aryna. Sabalenka sa di non avere grandi margini per rientrare in un set che l’ha vista troppo spettatrice, e sul 4-3 e servizio per la kazaka inizia il game con due grandi punti in spinta, portandosi sullo 0-30 e aprendo uno spiraglio di luce.
Fino a questo momento Rybakina ha giocato con l’80% di prime di servizio non risposte, un dato emblematico della lucidità e freddezza della classe 1999, che per la prima volta si trova invece a giocare tutti i punti di un game di servizio. Questa volta è Sabalenka a far da padrona nello scambio, e c’è così l’aggancio. 4-4, inizia un nuovo mini-set. L’ondata di fiducia e positività però termina molto presto, in pochissimo la nativa di Minsk si ritrova 0-30 e senza prima di servizio, costretta nuovamente a stringere i denti. Annulla la prima palla break, ma sulla seconda commette un maledetto doppio fallo che probabilmente ricorderà. Differenze tecniche a parte, al momento Rybakina appare più lucida e serena, con una grande maturità che già aveva anticipato nel 2022, mentre Sabalenka sta giocando la solita grinta ma anche la confusione che segna a tratti il suo gioco. Non trema questa volta Elena, che lascia a 0 la sua avversaria e conquista il primo parziale per 6 giochi a 4.
Nuovo set, stesse dinamiche. Sabalenka rientra dal toilet break pensierosa, sicuramente insoddisfatta, e parte concedendo due palle break. Ancora una volta di grinta, la bielorussa le annulla e conquista il primo gioco. Con parziale sorpresa, anche il turno di servizio di Rybakina finisce ai vantaggi, senza però che vengano offerte occasioni di break. Lo stesso fa Sabalenka, che si trascina ai vantaggi sul suo turno di servizio e finisce col tenerlo. Pochi scambi ma più lotta a livello mentale rispetto al primo parziale, Sabalenka conduce 2 a 1. Rybakina non riesce più a dominare i turni di servizio come nel primo parziale ed arriva ad offrire anche una palla break, annullata con classe con un ace esterno da sinistra. Il rovescio lungolinea di Sabalenka, solitamente letale, si presenta al momento più opportuno, creandole una seconda chance di break, questa volta sfruttata. Senza preavviso, Sabalenka si regala il primo strappo in suo favore e conduce 3-1 e servizio.
Per la quinta volta su 5 nel set si va ai vantaggi, con la tigre di Minsk che fa e disfa, mentre Rybakina attende il momento più opportuno per azzannare la preda. Il rischio però è che a volte la preda si catturi da sola, soprattutto se commette doppi falli quando meno opportuno. Costretta a fronteggiare una palla break, Sabalenka la annulla con un vincente di rovescio, specialità della casa. Alla fine è un ace a liberare Aryna dall’agonia, portandola sul 4-1 e concedendole il primo cambio campo con un filo di serenità.
Un colpo ritrovato può fare tutta la differenza del mondo. Il pressing capace di esercitare il rovescio di Sabalenka da fondocampo ha davvero la possibilità di dare un’impronta allo scambio e a questo match, togliendo i tempi ad una Rybakina ancora ben in lotta e attaccata al proprio servizio, capace di annullare altre palle break e rimanendo in scia. Un po’ più semplici le cose per la bielorussa invece, che senza troppi patemi si porta sul 5-2. L’ottavo game è ricco di pathos, con Sabalenka che gioca il miglior tennis e si procura due set point, ma Rybakina rimane sempre lucida e in qualche modo rimanda la fine del parziale. Fine che arriva comunque pochi minuti dopo, quando Aryna lascia a 30 la sua avversaria e tira un sospiro di sollievo. Siamo 1-1 nel computo dei set, con il prossimo che deciderà la prima campionessa Slam di questo giovane 2023.
Per la prima volta in questo match è Rybakina a servire per prima, un vantaggio da non sottovalutare soprattutto per una tennista come lei. Almeno per i primi minuti il servizio diventa un requisito fondamentale per entrambe, per poter riprendere i ritmi e prepararsi alle fasi calde. Tutto scorre abbastanza rapido e si cambia sul 2-1 per la kazaka, senza break. Da qui il match sale ulteriormente di livello, con entrambe le campionesse in grado di generare un numero impressionante di vincenti, sia con il servizio che con i colpi da fondo. Un equilibrio esaltante e fragile, che aspetta solo di essere rotto.
A spezzare l’incantesimo è proprio Sabalenka, che continua a salire di livello sia in risposta che da fondocampo. Dopo qualche occasione sprecata riesce a prendersi un break preziosissimo, con Rybakina che rimane più volte ferma a guardare il vincente scaturito dalla racchetta bielorussa. Ci si prepara dunque alle tanto attese fasi caldi del match, in cui difficilmente mancherà un po’ di drama. Il game successivo vede le due fronteggiarsi ai vantaggi, ma senza chance di controbreak. La kazaka gioca come chi non ha nulla da perdere, e da spalle al muro può solo migliorare. Tiene il servizio e si prepara per rispondere per rimanere nel set, mentre la sua avversaria affronta il cambio campo più difficile di questa partita, quello in cui i pensieri fanno da padroni.
Quello che segue è un game folle, mozzafiato. Sabalenka si procura la bellezza di 4 Championship Point in totale, ma Rybakina rimane attaccata con tutte le sue forze al match, si procura anche la palla per rientrare nella partita, ma Aryna non accetta di rimandare il suo incontro con la gloria. Con l’ennesimo splendido pressing da fondo mette in difficoltà la kazaka, che impatta male l’ultimo dritto e fa volare fuori la palla. Sabalenka la guarda atterrare, mentre allenta la presa della racchetta e si lascia andare, sdraiandosi a terra e coprendosi il volto con le mani, lasciando che il boato della folla rimbombi nella sua testa, richiamando il suo famoso ruggito. Un abbraccio bellissimo segue tra le due, già certe di candidarsi a protagoniste di questa stagione appena iniziata. Sabalenka potrà puntare ora all’ultimo tassello mancante, la posizione numero 1 del mondo, che nei prossimi mesi dovrà contendersi con Iga Swiatek. Rybakina lascia comunque Melbourne ricca di soddisfazioni e certezze, e la dimostrazione che ciò che è successo a Wimbledon lo scorso anno non è stato un caso fortunato, bensì un evento ripetibile e meritato.
Congratulazioni Aryna, il ruggito della tigre è ora iscritto nella storia.