Indian Wells: la verità di Serena

“Ricordo che mi sono seduta ed ho iniziato a pregare. Stavo perdendo in quel primo set, ma io non volevo vincere la partita, volevo solo superare quel momento uscire da quel campo” inizia così la conferenza stampa di Serena Williams.

La numero uno del mondo, in sala stampa ad Indian Wells è un vero e proprio fiume in piena, per lei il momento giusto è arrivato, dopo aver letto per anni versioni contrastanti, false o mezze verità, finalmente può dire la sua, su quel maledettissimo giorno di tanti anni fa.

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Ovviamente le è stato chiesto perché ha aspettato così tanto tempo prima di tornare, cos’è cambiato proprio ora per spingerla a prendere questa decisione? Serena ha risposto così “Prima non ero pronta a tornare. Ad essere onesti pensavo che non sarei tornata mai più. Mi dicevo: stai facendo la cosa giusta. Quello di Indian Wells per me era un capitolo chiuso”.

A questo punto la regina degli Slam si toglie qualche sassolino dalla scarpa, precisando che lei e Venus hanno sempre rispettato le regole, hanno sempre giocato pulito, non hanno mai e poi mai cercato alcun tipo di scorciatoie per raggiungere la vittoria, hanno solo e sempre lavorato sodo e l’hanno fatto perché amano prima di tutto il competere e non solo il vincere. Come darle torto, un vero atleta lo sa: il bello dello sport sta nella lotta, nella fatica che si fa durante il tragitto, quella si che è mille volte piu bella ed appagante del fugace momento in cui si taglia il traguardo, in cui si trionfa, e questo Serena e Venus lo sanno.

“Ero solo un’adolescente quel giorno, ma da quel momento ad oggi, con la mia carriera ho avuto modo di dimostrare tutta la mia integrità morale. Anche in doppio quando la palla esce, Venus è sempre la prima a dire: il punto non è nostro. Siamo due atlete vere e tutta la nostra storia, la nostra carriera lo dimostra”.

Serena, dunque, quest’anno per la prima volta da quando ebbe inizio il suo esilio auto-imposto, torna nel deserto californiano ed è pronta più che mai a lottare per la vittoria. Era il lontano 2001 e la minore delle sorelle Williams aveva si vinto quella finale su Kim Clijsters (4-6, 6-4, 6-2), ma pagando per essa un costo altissimo, era stata costretta a subire ingiurie, fischi, offese raziali e personali che un’adolescente certo non può meritare, chi ama lo sport non può pronunciare ne voler ascoltare certe cose, lo sport non è offendere l’avversario, lo sport non è razzismo, lo sport è di tutti ed è per tutti, oltre ogni barriera.

Chi ha avuto occasione di vedere quella partita, può dire di conoscere realmente Serena Williams, in quell’ora e mezza c’è tutta la sua forza agonistica, il suo essere superiore in campo. Vi siete mai chiesti chi altri, ad appena 19 anni, avrebbe mai potuto vincere quella partita? Chi altri avrebbe potuto sconfiggere migliaia di persone contemporaneamente? Secondo noi nessuno, o meglio una si, Serena Williams, solo ed esclusivamente lei poteva riuscirci. Serena poteva e può, perché in lei semplicemente alberga  una forza unica e speciale, una determinazione fuori dal comune e una sorta di demone interiore che solo i veri numeri uno hanno, quella forza che non s’impara, che nessuno può traferirti ne insegnarti, quella che hai o non hai, e lei ce l’ha punto.

Quando si subisce qualcosa di ingiusto. Immotivato. Si soffre” ha detto Serena “Hanno fatto del male a me e alla mia famiglia. Ma ora sono più forte e sono felice di essere tornata. È tempo di riscrivere la mia storia qui ad Indian Wells”. La regina è pronta per la battaglia, che le avversarie siano avvertite.

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