Indian Wells, quello che i punti non dicono

TENNIS – L’inizio dei grandi tornei da mille punti, soprattutto in uno scenario così spettacolare come quello a stelle e strisce, regala ai tanti appassionati di questo nobile sport tutta una serie di sfaccettature sempre nuove, e spesso, se si è abbastanza fortunati da riuscire a catturare certi attimi, il lascito di alcuni particolari eventi riesce ad esulare dal semplice punteggio scaturito da un match come tanti altri.

Nella settimana appena trascorsa abbiamo potuto apprezzare numerosi fattori che, come detto, riescono a dare moltissimo ad uno sport che spesso svela la sua bellezza più grande solo tramite la conoscenza delle moltissime storie che si intrecciano sui campi.

L’evento sicuramente più importante sotto il sole di Indian Wells, sotto tutti i punti di vista, è stato il nuovo e caldo abbraccio tra la platea californiana e la N.1 del mondo Serena Williams dopo 14 interminabili anni, davvero tantissimi per la carriera di una campionessa così importante, dopo che quel derby tra sorelle aveva lasciato qualcosa in più del semplice amaro in bocca di una contestazione.

Le lacrime della campionessa americana dopo la standing ovation che ha seguito il suo ingresso in campo, all’esordio nel torneo contro la rumena Niculescu, hanno segnato la fine di una brutta storia che aveva profondamente segnato quella che è universalmente riconosciuta come una tra le più forti giocatrici della storia del tennis, aprendole nuovamente le porte del torneo di casa che per troppo tempo non l’aveva vista protagonista.

E se le pagine di sport possono essere tanto belle e toccanti, è anche vero che sanno anche far perdere un po’ di fiducia in chi il tennis comincia a viverlo in questi anni: il riferimento è chiaro e va verso la giovane tennista cinese Zhu Lin, il cui “errore” è stato eticamente ben più grave rispetto a quello commesso dal giudice di sedia Ali Nili nell’incontro che l’ha vista uscire poi vittoriosa su Francesca Schiavone. La cinese, le cui gesta sono state diffuse ormai in tutto il mondo, ha evidentemente scelto la disonestà, e se conta non poco il fatto che il punto incriminato fosse un set point, soprattutto contro una veterana sempre sportiva come la Schiavone ed il suo hashtag #thisissport, la sua pochezza morale, almeno in questa situazione, non è certamente una buona pubblicità per la sua fin qui giovanissima carriera da 21enne, né per il tennis che verrà, perché se un episodio del genere non deve etichettare tutte le giovanissime come disoneste croniche, il sintomo c’è ed è evidente, di valori che sembrano via via passare quasi di moda. Speriamo proprio che non sia così.

Ancora non sono tornati in campo Juan Martin Del Potro, Tommy Haas e Laura Robson, anche se l’avvento della primavera potrebbe metterli di nuovo in carreggiata, eppure ad Indian Wells di ritorni importanti ce ne sono stati eccome: torna dopo l’operazione al bacino l’americano Jack Sock, stellina ai tempi del circuito juniores grazie alle 80 vittorie su altrettante partite giocate con il suo college, che grazie alla vittoria contro Yen Hsun Lu si lascia alle spalle una difficile riabilitazione e la brutta storia che ha visto suo fratello Eric arrivare molto vicino ad una prematura dipartita.

Sulle sue scarpe, precisamente su ogni paio da qui in poi, ci sarà la scritta “For You, Eric”, a simboleggiare una sua nuova carriera sportiva ed una sua nuova prospettiva che gli permetterà di vivere al massimo ogni momento, non scordandosi mai di ciò che ha dovuto passare suo fratello e la loro famiglia.

Sembra aver definitivamente sconfitto le sue paure anche Mardy Fish, che a 33 anni è tornato in campo da leone contro Ryan Harrison nonostante la sconfitta, volenteroso di concludere a modo suo una carriera spezzata da troppi problemi, e superata grazie a tanto tempo in cura ed alla sua amorevole moglie Stacey, sempre al suo fianco. Mardy potra rivivere le emozioni degli altri tre tornei Slam e di altri importanti tornei grazie al ranking protetto, e alla fine uscirà dal tennis così come era entrato, da campione e, soprattutto, con un grande tifo di supporto.

Da qui in poi ci ha pensato il campo a parlare, con gli exploit del buon Adrian Mannarino e di Robin Haase, il ritorno in grande stile di Juan “Pico” Monaco con tanto di tweener pazzesco contro la Wild Card più fruttuosa possibile, la “piccola” peste australiana Thanasi Kokkinakis, e per le donne il crollo verticale di Angelique Kerber e le grandi prove di Heather Watson e la (da) tanto attesa Lesia Tsurenko, oltre alla conferma di Elina Svitolina ed al grande ritorno di Timea Bacsinszky dopo che la sua carriera era stata sul punto di spegnersi per sempre in un bar di Villars-sur-Ollon in Svizzera.

Per il resto sono ancora tante le possibilità davanti agli occhi degli appassionati, con i tanti giocatori in campo che possono controvertere qualsiasi pronostico, con qualcuno che ci è già riuscito egregiamente negli scorsi giorni.

Tante sono le storie che questo Indian Wells ci ha raccontato, e per parlare degli esiti dai vari campi di tempo ce n’è e ce ne sarà ancora, e per adesso le tante “vittorie” sono costituite dagli spunti che i singoli racconti di sport hanno saputo dare, perché spesso dietro ad un 15-0 c’è molto più di ciò che sembra.

Lorenzo Cialdani

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