Johanna Konta è stata ospite alcuni giorni fa alla Oxford Union. Della presenza della tennista britannica nella sede della storica associazione, che è luogo di dibattiti e discussione sui più svariati temi, abbiamo scritto in questo articolo. Si è parlato di differenze retributive tra uomini e donne e non solo. Chiamata in causa sulle accuse di sessismo lanciate da Serena Williams ai danni del giudice di sedia Carlos Ramos, la Konta è stata lapidaria: per l’atleta nativa di Sydney gli atteggiamenti discriminatori contro le donne nulla hanno a che fare con quanto è accaduto nella movimentata finale di Flushing Meadows tra la Williams e Naomi Osaka.
“Io appoggio il riconoscimento di tutti i diritti. Ma non posso concepire che ci si trinceri dietro il pretesto di un presunto torto quando accade qualcosa che non ci piace. In questi casi è troppo semplice sostenere che è successo perché sei una donna”. Parole durissime quelle di Johanna Konta, che lasciano intendere quanto sia sottile il confine tra il subire una ingiustizia dettata da pregiudizi di natura sessista e lo strumentalizzare le donne per portare acqua al proprio mulino.
“Non concordo con questo approccio. Una discussione in merito sarebbe stata fattibile se Carlos Ramos avesse avuto precedenti che attestano a parità di situazione un metro di giudizio differente tra tennisti e tenniste. Aggiungo poi che, guardando le statistiche riguardanti l’ultima edizione degli Us Open, gli uomini hanno avuto più sanzioni rispetto alle donne per comportamenti contrari ai regolamenti”. Ha aggiunto la Konta, che si è soffermata poi ad analizzare l’episodio che ha decretato il primo warning per Serena Williams. “L’arbitro aveva ragione. Il coaching c’è stato ed è stato lo stesso Patrick Mouratoglou ad ammetterlo. Il warning ci stava tutto e ciò che è accaduto dopo va esaminato pezzo per pezzo e non prima di aver guardato con attenzione i suggerimenti arrivati da Mouratoglou. Ramos è pignolo nell’applicazione delle regole. Ne sanno qualcosa anche Rafael Nadal e Novak Djokovic che sono stati da lui sanzionati per coaching in diverse occasioni e negli Slam”.
Per Johanna Konta è stato il fattore emotivo a giocare un brutto scherzo a Serena Williams. “Siamo umani. Vale per tutti e dunque anche per Serena Williams. Una finale agli Us Open comporta evidentemente una dose extra di stress”. La ex numero 1, in effetti, a Flushing Meadows in più di una occasione è stata al centro di episodi non proprio edificanti. Qua un riepilogo dei match più controversi disputati agli Us Open da Serena Williams.
Johanna Konta non ha mai fatto mistero della profonda ammirazione nutrita nei riguardi della campionessa americana. Tanto che, pur non volendo sentir ragioni per le accuse di sessismo che si sono abbattute su Carlos Ramos, la tennista britannica ha concluso il suo intervento con un sorriso e un appello scherzoso rivolto alla Williams: “Non mi odiare, Serena”.