Il clamoroso ritorno alle competizioni di Kim Clijsters domani diventerà finalmente realtà: la tennista belga, grazie ad una wildcard, sarà infatti al via del torneo di Dubai. L’annuncio del ritorno in campo di Kim era arrivato a settembre scorso un po’ come un fulmine a ciel sereno: la quattro volte campionessa slam, dopo 7 anni e 3 figli, aveva manifestato la volontà di tornare ufficialmente a gareggiare nel circuito WTA a partire dal 2020, spinta da un grande senso di sfida che sentiva ancora vivo dentro di sé, che le faceva pensare che questo fosse il momento giusto per mettersi nuovamente alla prova. Le cose poi non erano andate esattamente secondo i piani: Kim aveva dovuto posticipare il suo ritorno in campo a causa di un infortunio al ginocchio che l’ha costretta a saltare la trasferta australiana di inizio anno. Ma, a distanza di mesi, quella che in molti pensavano potesse rimanere solo una coraggiosa intenzione della vecchia Kim si farà concretezza con la partecipazione al torneo di Dubai. Il ritorno di Kim sarà tutt’altro che semplice: nella giornata di domani, infatti, la belga è attesa al primo turno da Garbine Muguruza, recente finalista degli Australian Open, che sembra aver ritrovato la sua condizione migliore. Siamo sicuri che la tennista belga farà di tutto per evitare la pronosticabile sconfitta contro la spagnola, ma al di là di questa difficile sfida di esordio a cui è chiamata, Kim Clijsters è ancora realmente in grado dare qualcosa al tennis femminile?
Innanzitutto, sembra scontato, ma doveroso ricordare agli smemorati che per Kim non si tratta del primo grande ritorno, bensì del secondo: la campionessa belga, in seguito a numerosi infortuni, aveva annunciato il primo ritiro nel 2007, dichiarando di volersi dedicare alla famiglia; dopo aver dato alla luce la prima figlia, nel 2009 Kim aveva compiuto il suo storico comeback riuscendo a vincere in poco più di un anno due US Open e un Australian Open per poi annunciare nuovamente quello che sembrava il definitivo addio al tennis nel 2012. A distanza di più di 7 anni dall’ultima partita ufficiale (Kim ha giocato nel torneo delle leggende e ha disputato varie esibizioni), il secondo ritorno di Kim ha, per ovvie ragioni, tutto un altro sapore rispetto al primo. Nonostante il carattere da guerriera l’abbia portata già in passato a compiere un’impresa straordinaria, le due situazioni di comeback non sono forse nemmeno paragonabili tra loro: nel 2009 la belga aveva solamente 26 anni ed era tornata a competere a soli due anni dal ritiro, mentre oggi Kim di anni ne ha 36, è fuori dalle competizioni ufficiali da più di 7 anni e ha avuto ben tre figli. Non è da sottovalutare il fatto che in assenza di Kim il tennis femminile è cambiato: come da sua stessa ammissione, le ragazze oggi colpiscono la palla molto più forte. Cosa possiamo dunque aspettarci dal suo ritorno? Poco, forse niente, rispondono i più scettici, i quali ritengono il ritorno di Kim non necessario: la costante voglia di sfida di una campionessa potrebbe con grande probabilità rimanere uno slancio fine a se stesso, incapace di pareggiare sia una competitività atletica che sembra lontana, sia il gap con la nuova generazione. È la stessa Kim ad essere consapevole di questo e a non porsi obiettivi per questo suo ritorno. Che l’incertezza degli ultimi anni nel circuito femminile, orfano di un’assoluta numero uno, possa essere un punto a favore della belga? Staremo a vedere. L’unica cosa certa è che tutto ciò che verrà sarà qualcosa di guadagnato e che nulla potrà mettere in discussione il grande passato che Kim ha avuto.