La durissima vita della testa di serie WTA

Con l'avvicinarsi alle fasi finali del WTA Premier di Dubai, ecco che le teste di serie iniziano a farsi da parte: semplice debacle o nuovo ordine?

E’ stata una vera e propria ecatombe di teste di serie alte quella che si è consumata nella mattinata italiana di ieri, in occasione degli incontri valevoli per il terzo turno dei “Dubai Duty Free Tennis Championships”.

Che il circuito femminile sia decisamente più altalenante rispetto a quello maschile è ormai cosa nota, resta tuttavia possibile analizzare la personalissime uscite di coloro le quali dovrebbero stare cercando di arrivare ad insidiare Sua Maestà Serena Williams in un non poi così remoto futuro: si è arrivati a pensare che, ormai, il futuro sia di chi sa mantenersi su livelli medio-alti per più tempo possibile, cercando di non sbagliare mai un colpo e preferendo di gran lunga (in senso metaforico chiaramente) di confermare un quarto di finale ottenuto la stagione precedente rispetto al cercare di fare miracoli. Una provocazione, si capisce, eppure i continui blackout delle regine del circuito WTA stanno rendendo il cambio generazionale estremamente meno convenzionale rispetto al solito, con le brave mestieranti da Top20 che raccolgono i frutti di una dura rincorsa ad un bagaglio tecnico probabilmente irraggiungibile.

Petkovic, Kerber, Venus Williams, Ivanovic, Aga Radwanska, Jankovic e Kvitova: sette nomi di tutto rispetto, prese e strapazzate dalle loro avversarie, più o meno temibili che fossero, ed in alcuni casi senza colpo ferire. Completano il quadro i nomi delle “survivors”, le ammazza-grandi che ormai vedono la posizioni di rilievo da molto vicino: Makarova, Safarova, Pliskova, Suarez Navarro tra gli esempi più lampanti, ai quali abbiamo sottratto la N.1 del seeding Simona Halep in quanto la rumena sembra comunque una tennista di categoria superiore rispetto alle colleghe sopracitate.

Sicuramente, e non è detto tanto per dire, sarà solo un torneo e nessuno di questi risultati può realmente mirare a sminuire un valore assoluto che tali interpreti hanno dimostrato in giorni, settimane, mesi di durissimo lavoro, eppure su troppi campi il valore effettivo del talento puro sembra vacillare, lasciando quasi ad intendere che se si vuole un bel gioco o una prestazione superiore al livello medio è necessario attendere con ansia il torneo giusto e la perfetta congiunzione astrale, con la possibilità che bastino appena altri 7 giorni a far tornare la carrozza la solita zucca di tutti i giorni.

Dubai, tuttavia, non ha ancora perso tutte le sue interpreti di rilievo, visto inoltre che le teste di serie immediatamente esterne dalla top 10 non sembrano aver fatto una piega e la solita outsider Muguruza che si giocherà un posto in semifinale contro la compagna di doppio Suarez-Navarro.

Resta un torneo tutto da vivere, senza nomi altisonanti o vere e proprie newcomer dell’ultima ora, anche se con un trofeo che premierà costanza, capacità e resistenza, senza dubbio le nuove doti delle Top, o quantomeno da testa di serie.

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