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Il tennis ha detto stop a causa della pandemia del covid-19 e, nonostante WTA e ATP si siano dati appuntamento al primordi giugno per cercare di salvare l’annata, la Women Tennis Association ha deciso di rimborsare alle sue giocatrici la quota di iscrizione annuale.
Attenzione perché non tutte riceveranno il loro indennizzo. Questo è, infatti, previsto solo per le tenniste che hanno versato la quota ordinaria e la quota associativa. La prima è di 1500 dollari l’anno ed è riservata alle tenniste che chiudono l’anno entro la posizione numero 150 in singolare o la 50 in doppio. Non è però l’unico requisito, a questo i aggiunge anche l’obbligo di partecipazione ad almeno 6 tornei WTA durante la stagione.
La seconda invece è per le giocatrici che si classificano fino al 750esimo posto nel singolare o entro il 250esimo posto nel doppio. Anche in questo caso si aggiunge “il dover” disputare almeno un torneo del circuito internazionale, inclusi i tornei del Grande Slam.
Ma questa scelta della WTA mette in risalto, ancora di più, il paradosso che vive il mondo del tennis con il divario economico tra le varie giocatrici. Questo perché il gruppo più ampio di tenniste appartiene ad una terza categoria che versa una quota annuale di soli 250 dollari.
Ovviamente quest’ultima soluzione offre solamente la possibilità di accesso all’area riservata del sito dove poter ricevere tutte le informazioni sui vari tornei e la facoltà di iscriversi ad essi. La partecipazione però comporta per loro il versamento di ulteriori 250 dollari.
Meno benefit generali e nessun rimborso previsto. Una scelta che lascia interdetti soprattutto se si considera che ai due membri che a questo punto potremmo definire “premium” sarà riconosciuto un risarcimento di 3 annualità.
Una notizia che ovviamente ha fatto indignare tutte le tenniste tagliate fuori da questa decisione. Panna Udvardy, attualmente numero 347 del mondo e appartenente all’ultima categoria, ha scritto alla WTA e poi pubblicato sui social, con una storia Instagram, la sua indignazione.
Contattata da tennisworlditalia.com l’ungherese non ha nascosto l’amarezza: “Ci sono rimasta davvero male quando ho saputo che io e altre colleghe non avremmo ricevuto nessun rimborso. Evidentemente siamo meno importanti delle tenniste più famosi ma è davvero ingiusto perché siamo anche noi professione a tutti gli effetti”.
Ma la denuncia di Panna Udvardy continua: “Avevo già versato anche la quota d’iscrizione per il torneo di Bucarest del prossimo Luglio e non mi verrà restituita nemmeno quella nonostante sia stato cancellato per la pandemia del Covid-19. Non chiediamo nessun aiuto economico straordinario semplicemente ci venga rimborsato quello versato e di cui non possiamo usufruire”.
Un’ingiustizia che ha scatenato anche altre tenniste: Sofia Shapatava ha postato su twitter un messaggio con una petizione per aiutare i tennisti in difficoltà. Ma dopo la decisione della WTA non sono più movimenti o iniziative isolate. In campo sono scese anche Irina Fetecau e Anna Bondar.
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