Stagione conclusa e tempo di bilanci anche per Sara Errani, bolognese classe 1987 autentico esempio vivente di stacanovismo e forza d’animo, è la quarta tennista nella storia a chiudere per la terza stagione consecutiva tra le Top 15 in singolare (di cui le prime 2 stagioni in Top 10) e da numero 1 in doppio, dopo Navratilova, Shriver e Novotna.
Se mi chiedessero di scegliere un film e una canzone che possano descrivere la sua storia e la sua personalità, non avrei dubbi: La ricerca della felicità e Una vita da mediano. All’interno del film c’è una frase, pronunciata da Will Smith: “Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa… Se hai un sogno inseguilo. Punto!”, perfetta esemplificazione della sua costanza e del suo temperamento. Nella sua vita tennistica Sara non si è mai arresa, ha lottato da sempre contro tutto e tutti, è partita a soli 12 anni, prima alla volta degli Stati Uniti e poi della Spagna, alla ricerca di qualcuno disposto a credere nelle sue potenzialità.Negli anni ha fatto della perseveranza il suo marchio di fabbrica.
Della canzone, invece, le associo il concetto di non esser nata a detta dei vari santoni di questo sport, con il fisico o con il tocco del fenomeno, ma di aver lottato comunque, raggiungendo stabilmente l’olimpo del tennis e dimostrando a se stessa e agli altri di essere più forte di tutto.
In questi giorni, leggo di un annus horribilis per Sara Errani, di troppi passi falsi accumulati in stagione, analisi a mio avviso troppo dure ed ingenerose. Il suo 2014 inizia decisamente in salita, con un’uscita al secondo turno agli Shenzen Open, migliorano poi le cose in terra d’Australia, a Sydney infatti, batte in successione: l’amica Roberta Vinci (6-4; 6-1) e l’americana Davis (7-5; 6-2) prima di arrendersi nei quarti, con uno score di 6-7; 3-6, alla Pironkova.
Negativo è poi l’esordio annuale negli Slam, esce infatti al primo turno degli Australian Open in singolare, per poi rifarsi in doppio vincendo in coppia con Roberta Vinci per il secondo anno consecutivo il torneo. La settimana successiva vola alla volta dell’europa, raggiungendo la finale agli Open Gaz de France, qui a negarle il titolo è solo una buonissima Pavlyuchenkova (3-6; 6-2; 6-3). A Doha raggiunge i quarti, a batterla qui è la futura vincitrice del torneo Simoma Halep (6-2; 6-0), decisamente brutto è poi il torneo di Dubai in cui esce all’esordio.
La situazione migliora in terra americana, dove raggiunge 2 terzi turni: ad Indian Wells e a Miami; e un quarto di finale a Charleston. In quel di Stoccarda la sua corsa titolo si ferma in semifinale, per mano della russa Maria Sharapova (6-1; 2-6), mentre in doppio conquista il titolo. A Madrid raggiunge gli ottavi, arrendendosi poi, non senza lottare alla francese Garcia, mentre in doppio vince il titolo.
A questo punto c’è il vero e proprio capolavoro di stagione: la storica finale (erano 64 anni che un italiana non raggiungeva questo risultato) agli Internazionali BNL d’Italia. La terra di casa ancora una volta la ispira, non solo conferma la semifinale raggiunta l’anno precedente ma addirittura si migliora.
Per il terzo anno consecutivo raggiunge i quarti al Roland Garros, battuta con un doppio 6-2 da Andrea Petkovic, in singolare, mentre in doppio arriva in finale.
A Wimbledon, male in singolo, dove esce, non senza lottare, al primo turno ancora una volta vs la Garcia, benissimo invece in doppio, dove in coppia con l’inseparabile Roberta Vinci si aggiudica il torneo (mai nessun italiano aveva vinto fin ora qui) completando il Career Grand Slam avendo vinto almeno una volta tutti e 4 i tornei del Grande Slam. Segue la semifinale ai Gastein Ladies.
In singolare, non inizia nel migliore dei modi neppure la stagione sul cemento americano, esce infatti al primo turno dei Canada Open, in doppio invece vince il 21esimo titolo della coppia. Segue un secondo turno a Cincinnati ancora una volta per mano della Lisicki (4-6; 6-2; 6-7). La situazione migliora poi nell’ultimo Slam della stagione, agli Us Open sconfigge infatti: Flipkens, Rodionova, l’ex n1 del mondo Venus Williams e la Lucic-Baroni prima di arrendersi nei quarti di finale alla danese Caroline Wozniacki (6-0; 6-1).
Decisamente da dimenticare, sono invece, la stagione asiatica con un secondo turno e 2 primi turni e il Master di Doppio dove a causa del riacutizzarsi di un dolore intercostale è costretta al ritiro dopo appena 3 game.
La sua, è stata dunque, una stagione sicuramente complicata, come ha ammesso la stessa Sara: “Se sono soddisfatta della mia stagione? Posso sempre migliorare e fare meglio, ma sono soddisfatta. Seppur non sia stata una stagione facile ho avuto ottimi risultati sia in singolare che in doppio”. Ma oggettivamente parlando, se chiudere l’anno da n. 14 al mondo in singolare e da n. 1 al mondo in doppio, è da considerarsi crisi, ad avercene di crisi così. Ammettiamo piuttosto, che da Sara ci aspettiamo sempre qualcosa in più, negli anni ci ha abituato troppo bene.