“Sono entusiasta di iniziare il mio percorso con Wim Fissette e sono molto curiosa di scoprire quanto riusciremo a raggiungere insieme”. Con queste parole, Angelique Kerber ha tracciato le linee guida della prossima stagione che saranno all’insegna del cambiamento. La fine del sodalizio professionale con Torben Beltz coincide con l’accordo siglato con il tecnico belga. Non sono comunque mancati i ringraziamenti e gli attestati di stima verso l’ex coach: “Grazie, Torben. A te sono legati i più bei ricordi e risultati finora ottenuti in carriera. Non sei stato semplicemente un allenatore, ma anche un amico. E il nostro rapporto umano non cambierà”.
FISSETTE HA SEMPRE OTTENUTO OTTIMI RISULTATI E A BREVE TERMINE – Una peculiarità del coach belga è difatti quella di non fermarsi a lungo con la stessa giocatrice. Una stagione è durata la collaborazione con Johanna Konta e così è stato con Sabine Lisicki e Simona Halep. Con Vika Azarenka, invece, il connubio siglato nel febbraio 2015 si è interrotto quando la giocatrice bielorussa si è fermata perché in attesa del piccolo Leo. Più lunga la prima esperienza in veste da allenatore di Wim Fissette, che ha iniziato la sua carriera in qualità di tecnico guidando nientemeno che Kim Clijsters (dal 2009 al 2011). Una finale a Wimbledon con la Lisicki, tre slam con Kim Klijsters, la posizione numero 2 per Simona Halep, la risalita nel ranking per Victoria Azarenka perseguitata dagli infortuni e precipitata in cinquantesima posizione. Questo il biglietto da visita di Fissette (che lo scorso anno ha provato anche con Sara Errani e Petra Kvitova, prima di legarsi alla Konta), chiamato ora a ripetersi e trasmettere nuova linfa a Angelique Kerber.
MORALE E CONDIZIONE ATLETICA DA RITROVARE – E’ difficile pensare che Angelique Kerber possa ripetere una stagione come quella 2016, anno nel quale ha vinto gli Australian Open, è arrivata in finale a Wimbledon e si è aggiudicata gli Us Open. Ma è il raffronto tra il 2016 e il 2017, e non solo in termini di risultati, a far riflettere sul crollo emotivo e fisico della tennista tedesca. Anche il linguaggio del corpo della Kerber ha mostrato una giocatrice arrendevole, passiva. Sguardo chino e scarsa propensione al combattimento fino all’ultimo punto. Insomma una tennista irriconoscibile rispetto a quella dell’anno precedente. Incapace di reggere le pressioni, la tedesca ha completamente fallito gli appuntamenti importanti: quelli nei quali aveva punti pesanti da difendere. Letteralmente presa a pallate da Coco Vandeweghe agli Australian Open e eliminata al primo turno agli Us Open da Naomi Osaka. Angelique Kerber è andata via via spegnendosi, torneo dopo torneo. Un solo accenno di reazione lo si è visto a Tokyo, con due convincenti prestazioni. La prima proprio contro la nipponica Osaka, che sapeva tanto di vendetta sportiva e, nel turno successivo, con Karolina Pliskova. Poi nuovamente buio totale. Fissette dovrà essere una guida tecnica e anche un forte motivatore per restituire fiducia a una Kerber che attualmente è fuori dalla top 20 e ha ceduto lo scettro di prima giocatrice tedesca a Julia Goerges.