DIFESA CONNAZIONALE – In un reportage di Tennis.com Elena Vesnina è comparsa davanti alle telecamere. La russa fa orgogliosamente parte di quel (ristretto) numero di giocatrici WTA che hanno pubblicamente difeso Maria Sharapova dall’inizio dal processo per doping iniziato a gennaio 2016. Oggi, a quasi due anni dalla positività della campionessa russa al Meldonium, Masha è tornata in tribunale. La conseguenza è stata che si è ricominciato a parlare enormemente del caso (sebbene non si fosse mai realmente smesso) e gli schieramenti sono tornati a formarsi. «Leggiamo quello che è successo» ha dichiarato la Vesnina «e sono convinta che sia stato solo un errore che ha fatto Maria. Non significa che lei stesse assumendo doping deliberatamente per alterare le sue prestazioni. Tra l’altro quel farmaco non è neanche un aiuto così grande. Lo prendono gli anziani per sentirsi meglio, serve solo per il cuore, non ci vinci uno Slam con quel medicinale». Chiarissima quindi la posizione della tennista di Leopoli, che si è soffermata anche sulle reazioni dello spogliatoio WTA nei suoi confronti: «I comportamenti di molti altri giocatori e giocatrici sono stati strani e palesemente contro di lei, come se fosse un essere immondo. Non tutti sanno cosa è successo, per questo noi russe siamo dalla parte di Maria, non alimenteremo polemiche come hanno fatto altri giocatori». Ed effettivamente la Vesnina non è l’unica giocatrice russa ad essere scesa metaforicamente in campo a favore di Sharapova, anche Daria Kasatkina non ha dubbi a riguardo: «Mi sembra un po’ ridicolo quello che sta succedendo. In Russia quasi tutti i bambini usano questo medicinale. Non è certamente definibile doping, sono solo vitamine, ed è per questo che in Russia la stanno difendendo in molti, perché è un errore».