Nella stagione in cui i cambi al vertice del ranking WTA hanno rappresentato quasi la regola, dispensando ben tre nuove leader del circuito (Pliskova, Muguruza e Halep), la tennista che ha fatto registrare il rendimento più costante è stata certamente Caroline Wozniacki.
Iniziato il 2017 con il pettorale n°19, dopo un 2016 che l’aveva vista anche scivolare fino alla posizione 74 (con cui era arrivata a New York) per poi risalire con prepotenza nella fase conclusiva grazie alla semifinale agli US Open e alla successiva doppietta asiatica Tokyo-Hong Kong, la danese ha giocato e perso ben sei finali su tre diverse superfici (Doha, Dubai, Miami, Eastbourne, Bastad e Toronto) per rompere finalmente il digiuno confermandosi campionessa del Premier di Tokyo e assicurandosi con un certo anticipo la qualificazione alle WTA Finals di Singapore.
Per lei si tratta della quinta partecipazione alla versione femminile del Masters dopo le tre consecutive dal 2009 al 2011 e quella del 2014. Ripercorrendo il cammino della Wozniacki nel torneo in questione, la troviamo subito semifinalista al debutto (Doha 2009) costretta al ritiro all’inizio del secondo set contro Serena Williams e finalista l’anno successivo (quando ci arrivò da n°1 del mondo) battuta da Kim Clijsters per 6-3, 5-7, 6-3. Andò piuttosto male invece a Istanbul 2011 (ultima nel girone con una vittoria e due sconfitte) mentre a Singapore (2014) dominò il gruppo bianco battendo Sharapova, Radwanska e Kvitova per poi arrendersi a Serena in semifinale dopo aver avuto l’opportunità di servire per il match avanti 5-4 nel terzo parziale.
Guardando dunque i precedenti di Caroline non è azzardato ritenerla possibile protagonista a Singapore anche se il bilancio complessivo dei confronti diretti con le altre sette qualificate non è certo dei più rassicuranti: 13 vittorie e 22 sconfitte. Tuttavia, scendendo nei particolari ci si accorge che la negatività è alimentata soprattutto dagli head-to-head con tre di loro: Venus Williams (0-7), Elina Svitolina (0-3) e Jelena Ostapenko (0-4).
La regolarità agli alti livelli con cui la 27enne di Odense ha contraddistinto l’anno che sta per finire è sintomatica della ritrovata voglia di lottare da parte di una giocatrice che, poco più di un anno fa, sembrava vicina ad appendere la racchetta al chiodo per dedicarsi ad altro. Poi però è arrivato un 2017 privo di infortuni e ricco invece di buone prove, fatta eccezione per la raffica di finali perse.
Caroline Wozniacki arriva a Singapore dopo essersi ritirata precauzionalmente a Hong Kong (ma al primo turno aveva travolto Eugenie Bouchard) e in buone condizioni di forma. Naturalmente, non sarà lei la favorita ma le vicende di questa stagione hanno insegnato che qualsiasi pronostico rischia di essere smentito dal campo, per non parlare di quanto successe nell’ultima edizione delle WTA Finals, quando ad alzare il trofeo fu Dominika Cibulkova, la prima nella storia ad aver vinto il torneo pur perdendo due incontri nel girone eliminatorio.