Li Na, una cinese speciale

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Il circuito WTA perde uno dei personaggi più interessanti, influenti ed affascinanti del circuito. Li Na dice addio al tennis professionistico nel momento più fiorente della sua carriera, dopo essere stata la tennista cinese più vincente della storia: una cinese lontana dalla freddezza del suo paese.

di Lorenza Paolucci

Porre fine a 32 anni ad una carriera da atleta professionista, una decina di anni fa sarebbe apparsa come cosa normale, negli anni ’90 sarebbe sembrato addirittura un evento eccezionale arrivare sino qui, perchè se sei donna  la società ti vede calata in tutt’altro ruolo.
Nel 2014 invece l’annuncio di un ritiro è considerato “una notizia choc”, specie se arriva dopo che hai toccato il punto più alto della tua carriera. Proprio tale appellativo è stato utilizzato in queste settimane di voci rincorse che parlavano dell’imminente decisione della cinese Li Na, la tennista asiatica più vincente e famosa della storia.
Anche perchè non la si era mai stata vista così forte, così in forma, così devastante, come nei primi mesi dell’anno quando si consacrò campionessa in Australia, vincendo il secondo titolo Slam della sua carriera. Numero 2 del mondo di numero e di fatto,  dietro solo a Serena Williams: un ruolino di marcia che l’aveva vista perdere solo a Doha dalla ceca Petra Cetkovská, ad  Indian Wells in semifinale da Flavia Pennetta, a Miami in finale da Serenona.
Poi la sfortunata stagione sulla terra rossa, la debacle di Wimbledon, l’infortunio diventato cronico al ginocchio destro che l’ha costretta ha saltare la tournèè americana e che l’ha spinta a dire basta, senza rimpianti, con la serenità di chi sa di aver lasciato il segno, divertendosi nel fare ciò che che più le piaceva. Con lei il circuito WTA perde una delle protagoniste più interessanti, stravagante nella sua normalità, a partire dall’epiteto che si da: “Li Na”, pronunciato mettendo il cognome prima del nome.
Figlia di una terra fredda, fatta di talenti costruiti a tavolino, di infanzie strappate dalla spensieratezza dei giochi, di bambini preparati a diventare  numeri uno fin dalla più tenera età . Li Na non è mai apparsa essere tutto questo.  Simpatica, corretta, sportiva, rispettata e ben voluta nel circuito, diventata in patria quell’icona di normalità e spensieratezza di cui in Asia tanto hanno bisogno.
Non è un caso che la tennista cinese sia corteggiatissima dagli sponsor che l’hanno portata a guadagnare ben più dei 16 milioni di dollari fruttatele dalle vittorie, nonostante una non  particolare avvenenza fisica.
Il tennis professionistico l’ha vista muovere i primi passi non ancora maggiorenne, nel 1999, ma il suo non è stato certo un passato da predestinata. Bisogna aspettare il 2005 per vederla abbandonare i tornei ITF ed affrontare il circuito WTA, dove porterà a casa non molti titoli, solo 7, ma si “consolerà” con 2 Slam ed il Premier di Cincinnati. Il suo nome tra le grandi del tennis lo siglerà a 30 anni, nel 2011, dopo la finale in Australia e soprattutto con la vittoria del Roland Garros a danno di Francesca Schiavone. Le è mancata però la continuità: l’apoteosi di Parigi la smarrisce ed anche nella finale contro la Schiavo, appare ancora acerba, con la risposta al servizio e i movimenti a rete punti ancora troppo deboli, per non parlare della paura di vincere che quasi rimetteva in corsa Francesca.
La Li Na ammirata quest’anno invece era una tennista matura a trecentosessanta gradi, in poche come lei sono state capaci di effettuare una crescita tecnica così massiccia, in un lasso di tempo tanto breve e soprattutto in un’età dove è difficile migliorarsi.
Ha salutato tutti con una lettera commovente, semplice ma non banale, come la sua personalità. Lascia come una delle tenniste più anziane del circuito: nota la sua battuta in Australia alla vigilia dei quarti contro la Pennetta, nata nello stesso anno ma un giorno prima della cinese, “almeno stavolta giocherò con una più anziana …
Perchè lei è così: ironica, semplice e speciale
Buona fortuna Li Na.

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