L’incubo della prima settimana slam

Spesso accade che la prima settimana sia quella fatale per i big in uno slam, e questi primi tre giorni di Wimbledon ne sono l’ulteriore conferma.

Dimenticate i ranking, la superficie o la testa di serie. Nei tornei dello slam tutto può succedere, anche quello che solitamente non ci si aspetta. Sia nel circuito ATP che nel circuito WTA spesso si trovano giocatori costanti, pensiamo per esempio ad Elina Svitolina, Dominic Thiem, David Goffin e altri. Negli slam, però, spesso questi stessi tennisti non riescono ad esprimersi al meglio uscendo prematuramente dai tornei.
C’è chi invece fatica a livello WTA ma che riesce improvvisamente ad accendersi nei tornei dello slam. Il primo nome che viene in mente è sicuramente quello di Garbine Muguruza. La spagnola può anche non brillare negli eventi che precedono un major, ma se la sua concentrazione si focalizza sulla vittoria finale, sono poche le giocatrici in grado di batterla. Lo scorso anno nel torneo di Eastbourne aveva racimolato un solo game contro Barbora Strycova, ma appena tre settimane dopo si è spinta fino alla vittoria di Wimbledon. Discorso quasi paradossale, ma è questo quello che succede alle giocatrici da grandi palcoscenici.
Attenzione però, perché anche Garbine è una giocatrice colpita dalla maledizione della prima settimana slam. Anche lei alterna grandissime prestazioni ad eliminazioni clamorose. Nel 2016, escludendo la vittoria a Parigi, ha perso al secondo turno a Melbourne e Londra e al terzo turno a Melbourne.
Al maschile potremmo invece prendere come esempio Stan Wawrinka. Lo svizzero è uno di quei giocatori da prendere sempre in considerazione per la vittoria di uno slam, dopotutto sono i fatti a parlare chiaro: 3 titoli slam in 3 tornei diversi, senza considerare altre 5 semifinali.

Ai “giocatori da slam” si aggiungono i “giocatori non da slam”: parliamo di tutti i giocatori che faticano nei major nonostante abbiano tutte le possibilità di fare ottimi risultati o addirittura vincere. Elina Svitolina, Petra Kvitova, Simona Halep fino a un mese fa e tante altre.
Elina Svitolina ha raggiunto a malapena tre quarti di finale slam nelle ultime quattro stagioni. Bilancio disastroso per una giocatrice che a livello WTA vince così tanto. Petra Kvitova, due volte vincitrice di Wimbledon nel 2011 e nel 2014, ha un saldo anche peggiore: solo due quarti di finale (agli US Open) negli ultimi quattro anni. In quasi tutte le loro partecipazioni, sia Elina che Petra non hanno superato la fatale prima settimana.
Simona Halep invece è una di quelle che ha alternato grandissime prestazioni (finali, semifinali e quarti) a sconfitte quasi inspiegabili al primo o al secondo turno. Per lei la gioia dello slam è finalmente arrivata però, così come è arrivata per Caroline Wozniacki.

La soddisfazione di Kerber dopo la vittoria su Collins
La soddisfazione di Kerber dopo la vittoria su Collins

Kerber e Wozniacki sono gli esempi più clamorosi di come una prima settimana quasi tragica possa trasformarsi in una meravigliosa favola. Angelique Kerber ha salvato match point al secondo turno contro Misaki Doi prima di vincere il suo primo slam agli Australian Open 2016. Caroline Wozniacki, proprio quest’anno, ha annullato match point a Jana Fett al terzo turno e tutto il resto è storia. Avversarie non imbattibili per due top player, ma la tensione che si avverte in uno slam è molta di più rispetto a quella di un torneo normale. Per vincerlo non bisogna saper solamente giocare bene a tennis, bisogna avere una mentalità da campioni. 

Il tennis è uno sport talmente aperto che dovremmo imparare a non sorprenderci, ma così non è. Dopo una stagione su erba praticamente perfetta, Petra Kvitova perde con un 6-0 al terzo set al primo turno di Wimbledon. Maria Sharapova si trova ad un passo dalla vittoria ma cede incredibilmente e viene eliminata. David Goffin, giocatore sempre presente nei grandi tornei, perde in tre set netti contro Matthew Ebden. Questi sono solo alcune delle eliminazioni più clamorose, perché le teste di serie eliminate al primo turno, tra maschile e femminile, sono ben 21 su 64. Ma è per questo che amiamo il tennis, l’imprevedibilità può non piacerci in alcuni casi ma rende tutto più emozionante. 

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