L’insostenibile leggerezza di essere Serena Williams

Pochi giocatori nei primi turni di uno Slam attraggono così tanta attenzione come Serena Williams.
Prima di tutto, colpisce il suo arrivo. Nella notte di martedì è arrivata sulla Margaret Court Arena con le cuffiette, un numero imprecisato di borse in spalla e un’aura, – quella c’è sempre – da n. 1 del mondo incontrastata e vincitrice di 18 Slam.

La seconda cosa che colpisce, è l’outfit. Un completo rosa e giallo fluo, fatto apposta per lei ed il primo della vetrina-Nike 2015. E’ scollato sulla schiena e ispira forza e potenza  che ha suscitato reazioni molto positive sui social e in particolare su Twitter, perfino da parte della ventenne collega Eugènie Bouchard, settima nel seeding. “Quest’anno molti dei miei outfits sono stati fatti per mostrare la bellezza della mia schiena, da molti trascurata”, ha rivelato la sempre elegantissima Serena.

Terzo, colpisce, in modo strano, l’avversaria di turno che deve affrontare “la Williams’. E’ spesso poco conosciuta l’avversaria  di Serena del primo turno di uno Slam; questa volta, ha affrontato Alison Van Uytvanck, un’avversaria il cui best ranking è stato n. 73 del mondo. E che, soprattutto durante il tremendo primo set, perso 6-0, è apparsa come un cerbiatto impaurito sotto i riflettori. “Penso che lei giochi molto bene. Ha un buon servizio e un’ottima prima e credo che possa giocarsi un buon match.” Aveva detto Serena prima dell’incontro.

Infine, oggi ha colpito il suo gioco spettacolare. E, nonostante si sia confessata nervosa, nel pre-partita, ha letteralmente distrutto, con la nonchalance dei tempi migliori, la malcapitata avversaria con un inclemente 6-0 6-4, vincendo il suo cinquantasettesimo primo turno di Slam. “Non è mai molto facile essere quella che tutti vogliono battere. Devo essere sempre al top, però mi sento bene e posso migliorare molto”.

In effetti, ci sono stati alcuni errori da parte della n. 1 del mondo: a volte era in ritardo, a volte non ha trovato il giusto tempo sulla la palla. Ma, come sappiamo, Serena è una perfezionista, arriva a dannarsi anche per il minimo bersaglio mancato; ma ha subito ritrovato la concentrazione di cui è capace. Brutalmente efficace, ha fatto 11 ace e 21 vincenti, contro gli appena 2 ace e gli 8 vincenti dell’avversaria, che è sembrata molto in difficoltà. E, a testimonianza di una performance dominante e di una superlativa carriera, ricordiamo le ben 5 volte che la statunitense ha alzato il trofeo Daphne Akhurst Memorial Cup a Melbourne, l’ultimo nel 2010. Curioso che gli Australian Open siano l’unico Slam che Serena non ha vinto dopo il suo ritorno, dopo quell’embolia polmonare che aveva rischiato di ucciderla. Chissà che questo non sia l’anno buono.

Al prossimo turno, Serena dovrà affrontare un’altra ostica avversaria: l’aspetta, infatti, il match contro Vera Zvonareva, una che di ritorni se ne intende, suo malgrado. Le due avevano disputato una finale Slam, a Wimbledon 2010, vinta in modo decisamente netto dalla statunitense.

Serena ha detto che dovrà stare molto attenta. “Scontrarsi con una giocatrice del suo livello al secondo turno non sarà facile per me” ha asserito Serena. “Ha così tante frecce al suo arco e sta tornando al top della forma. So che combatterà e giocherà pesante. Ma non mi farò trovare impreparata e giocherò al massimo delle mie possibilità”.

Quello di Vera e Serena si prospetta quindi come uno dei match di secondo round più interessanti e tutti gli occhi saranno, come sempre, puntati sulla numero uno.

Anna Lamarina

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