Madison Brengle fa causa a WTA e ITF: “Bullismo nei controlli antidoping”

Ieri notte Madison Brengle ha comunicato di aver presentato una denuncia formale contro WTA e ITF per abusi nei controlli antidoping. La 28enne americana, che soffre di una rara condizione medica che le impedisce di essere sottoposta a prelievi di sangue diretto con ago in vena, ha parlato di “bullismo” ed ora chiede un maxi risarcimento di almeno 10 milioni di dollari per i danni fisici e psicologici derivanti dai prelievi, a seguito dei quali in diverse occasioni non è più stata in grado di scendere in campo.

A questo proposito, il noto avvocato Peter Ginsberg, legale della Brengle famoso negli USA per aver seguito diversi casi di sport, ha dichiarato: “Le autorità del tennis hanno ignorato le prove della sua condizione, rifiutandosi di fornire un’alternativa. L’hanno costretta a sottoporsi a questa procedura pur conoscendo la sua situazione e le conseguenze che i prelievi in vena le avrebbero causato. Continuando a sottoporre Brengle a questi test, l’hanno obbligata a ritirarsi dai tornei e le hanno causato gonfiori e debolezza al braccio e alla mano dominante”.

Questa rara condizione medica era stata già diagnosticata alla giocatrice nel novembre del 2016. La “Complex Regional Pain Syndrome Type I”, è una sindrome causata dagli aghi che provoca “un forte dolore, oltre a gonfiore, intorpidimento e lividi nelle zone nei pressi dell’iniezione”. L’avvocato pertanto non contesta il controllo antidoping in sé, ma il modo in cui può essere effettuato: Madison potrebbe semplicemente essere punta con uno spillo sul dito invece del prelievo in vena.

Ginsberg denuncia inoltre che “Brengle è stata gravemente danneggiata a causa del comportamento inappropriato della squadra medica” che stava conducendo test antidoping. Viene fatto anche il nome di John Snowball, capo dei controlli antidoping, che a quanto dice era “verbalmente aggressivo e violento” mentre cercava di effettuare un test durante Wimbledon 2016. “Snowball accusò anche pubblicamente la Brengle di essere una bugiarda, affermando di non potersi sottoporre a prelievi in vena, anche durante l’ultimo Australian Open“, ha continuato l’avvocato.

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Nella richiesta presentata al tribunale, Ginsberg aggiunge che Snowball suggerì di bendare la tennista per non farle vedere l’ago, ma che lei pianse per la situazione e arrivò alla fine a chiedere all’infermiera di “infilare l’ago”. Alla fine accettarono di prelevare il sangue da una vena del piede, ma in seguito a ciò la Brengle perse la sensibilità dal ginocchio alla caviglia.

L’americana sostiene di aver poi inviato le immagini alla ITF sullo stato del suo piede dopo l’iniezione, ma che le risposero che tutto era stato causato dal suo atteggiamento durante il prelievo e che l’ITF stava addirittura considerando di prendere provvedimenti contro di lei per la sua condotta.

Nella denuncia presentata al tribunale si parla anche di un incidente simile a Wimbledon 2009, dove si afferma che la tennista perse conoscenza ed ebbe lividi sul braccio per diversi giorni che gli impedivano di giocare a tennis, oltre alla volta in cui fu costretta al ritiro prima di un match dello US Open 2016.

La tennista, che ricordiamo non è mai risultata positiva e che non ha mai saltato un singolo test, ha dunque voluto far conoscere la sua storia sperando che non vengano tollerati casi come il suo. “Voglio rendere nota questa vicenda in modo che coloro che controllano lo sport che amo comprendano che i giocatori non sono dei prodotti e che dovremmo essere trattati con dignità e rispetto. I giocatori dovrebbero essere ascoltati quando vengono coinvolti la loro salute e la loro sicurezza. Il maltrattamento e gli abusi a cui sono stata sottoposta non dovrebbero essere tollerati“.

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