Oggi stavo guardando il match del Masters di Singapore Sharapova-Radwanska. Un match appassionante, intenso, ricco di colpi di scena e di fughe-inseguimenti. Un piccolo match-dramma, in tipico stile Wta, uno dei tanti capaci di ricordarti quanto ami il tennis.
E un’espressione della Sharapova nel terzo set (a giochi ormai fatti, dunque, con eliminazione sicura dal torneo) mi ha portato a fare delle riflessioni. L’ho vista sorridere (non succede quasi mai) sul campo e gioire di gusto per un punto fatto. E’ stata dolcissima, per una volta più gattina indifesa che tigre arrabbiata.
Poi ho guardato Halep-Ivanovic, altro gran match. Anche qui intensità, colpi straordinari e atletismo da parte di due splendide tenniste. Nel secondo set la Ivanovic si lancia in avanti per arrivare sulla bellissima palla corta della Halep. Non ci riesce, ma termina la sua corsa nella postazione del cambio campo. Già che c’è, si siede. E ride di gusto, guardando un po’ ovunque. Anche lei, non certo mostro di simpatia in campo, ha svelato un lato dolce e gradevole.
Sto vedendo, in questo Masters, il tennis nella sua più alta espressione. Tra sportività e grandi battaglie, le donne stanno dando vita a un grandissimo appuntamento di fine anno. E voglio lodare, ci tengo, anche la professionalità di Simona Halep e Caroline Wozniacki. In questo round-robin tanto criticato, è emersa l’assoluta mancanza di calcolo delle protagoniste. Voglio riportare alcuni commenti letti sui social: “L’ha scelto lei di essere prima, poteva benissimo far vincere la Kvitova, arrivare seconda e affrontare la Halep” o ancora “Halep ha bisogno di un grande analista… E’ stata sportiva ma anti-produttiva… Avrei piacere a vederla perdere in finale dalla Williams“, “Io avrei perso, fossi stata la Halep, almeno avrei avuto qualche possibilità di vincere il Masters” e mi fermo qui per pudore.
Forse questi commentatori da poltrona non hanno capito che il tennis è uno sport serio. Non hanno capito che queste ragazze, tutte, arrivano da anni e anni di allenamenti duri, di ambizioni e momenti duri utilizzati come rampe per arrivare ancora oltre. Fare commenti di questo tipo significa umiliare la professionalità di Halep e Wozniacki, nello specifico, e mi stupisco che in tanti abbiano pensato certe cose. E’ un Masters, dove ci sono le migliori, dove ci sono soldi e punti in ballo, ma soprattutto dove c’è il prestigio in ballo. La competizione, l’arma a doppio taglio di cui tutte si cibano. Voler primeggiare sempre e comunque è il loro obiettivo. Vincere è l’imperativo. Altro che calcoli (puntualmente smentiti, tra l’altro).
Quindi complimenti a Sharapova e Ivanovic per aver lottato (e vinto) anche nel terzo set nonostante l’eliminazione già sicura, complimenti a Halep e Wozniacki per aver giocato come sanno senza subdole dietrologie. Complimenti alle altre due qualificate, Serena Williams e Radwanska. E complimenti a Petra Kvitova e Eugenie Bouchard, passate in sordina nel mio articolo e nel Masters ma non per questo meno importanti.
Questo Masters è fantastico e vinca la migliore. A Singapore tira aria buona.