Alison Van Uytvanck è atterrata a Zaventem nella tarda mattinata di lunedì. Nei bagagli, oltre al trofeo di Budapest (il secondo consecutivo), un carico di emozioni e sensazioni positive per l’imminente futuro. La tennista nativa di Grimbergen è stata la terza giocatrice che nel 2019 è riuscita ad aggiudicarsi un torneo dopo aver salvato match point. Nel caso della Van Uytvanck, ben 5 cancellati in semifinale a Ekaterina Alexandrova. Prima l’impresa era riuscita a Julia Goerges ad Auckland e Belinda Bencic a Dubai. Il ritorno in grande stile della Bencic, in una competizione peraltro dal tabellone più blasonato come quello del Premier 5 di Dubai, ha mediaticamente fatto passare in secondo piano il terzo titolo in carriera di Alison Van Uytvanck. Essendo campionessa uscente, inoltre, la belga ha difeso i 280 punti dell’edizione 2018. Ciò significa che la tennista belga ha evitato di perdere terreno e non ha guadagnato posizioni in classifica. Anzi: per le combinazioni dei risultati delle altre giocatrici ne ha perso una rispetto alla settimana scorsa e dal numero 50 è scesa al numero 51. Un piccolo dettaglio che non mina la serenità di “Ali”che, dopo qualche giorno di riposo a casa e un raffreddore da curare, venerdì sarà di nuovo in viaggio. Destinazione: Indian Wells. Intanto, ieri, sono arrivate come un fulmine a ciel sereno le dichiarazioni di René Van Uytvanck, padre di Alison: “Mia figlia può vincere un titolo del Grande Slam”.
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PAROLA D’ORDINE: GESTIRE LE PRESSIONI – Un avvio di stagione incolore sulla carta non lasciava ben sperare per il bis a Budapest. Su Alison Van Uytvanck incombeva il peso di dover ripetere il risultato dello scorso anno per non sprofondare nel ranking. Lei ha risposto con 5 vittorie consecutive, affermazioni non semplici e non solo per i match point annullati in semifinale. Anche la finale contro Marketa Vondrousova non era partita nel migliore dei modi e Ali ha dovuto rimontare un set. “Non è mai semplice entrare nel vivo di un torneo quando si è campioni in carica. Ho provato ad approcciarmi con serenità dicendomi di giocare ogni partita con la massima concentrazione. Certo, è meglio vincere ma se le cose non vanno così ci sarà comunque un altro torneo. Ho scacciato così le pressioni e mi ha giovato”, ha confermato la ventiquattrenne belga.
IL FEELING CON BUDAPEST, KIRSTEN FLIPKENS E GLI AFFETTI – Alison Van Uytvanck si trova particolarmente a suo agio a Budapest e ci ha tenuto a sottolinearlo durante la cerimonia di premiazione, mentre riceveva il trofeo da Monica Seles: “Amo l’Ungheria, questo campo e questo torneo. Un ringraziamento particolare a Kirsten Flipkens che mi ha fatto da coach questa settimana. Ci conosciamo da tanto tempo e non mi ha mai fatto mancare il suo supporto. E’ importante ciò che ha fatto per me in questi giorni e lo apprezzo enormemente: è stata lei a fare in modo che non smettessi di crederci quando, in semifinale, sono stata a un passo dalla sconfitta e in finale mi sono ritrovata sotto di un set”. Così, Alison Van Uytvanck ha omaggiato l’amica e compagna di squadra in Fed Cup. La Flipkens avrebbe dovuto disputare il torneo, ma ha dato forfait all’ultimo minuto e ha condotto Alison Van Uytvanck al terzo titolo, dopo Quebec City 2017 e Budapest 2018. L’allenatore ufficiale della Van Uytvanck, Michiel Antheunis, era in Belgio, la compagna Greet Minnen impegnata in un torneo in Giappone, papà René e mamma Krista hanno seguito dalla tv l’avventura ungherese di Ali.
L’OTTIMISMO DI PAPA’ RENE’ – Hanno fatto senza dubbio scalpore le dichiarazioni rilasciate da René Van Uytvanck al magazine DH: “Mia figlia può vincere un titolo Slam” . Le pressioni e le aspettative, secondo il padre della giocatrice belga, sono state fatali ad Ali nel 2015. Alison Van Uytvanck, da numero 93 Wta centrò i quarti di finale al Roland Garros. Sebbene l’allora giovanissima Alison si fosse spinta fino ai quarti senza battere avversarie particolarmente quotate, i paragoni con Kim Clijsters si sprecarono. “Ho dovuto chiamare uno psicologo dello sport, perché Alison è crollata per via dell’improvviso clamore mediatico. Prima dei risultati per me conta la sua felicità e mia figlia dopo quella affermazione parigina ha attraversato un lungo periodo negativo. Si è quasi fermata. Ora è più forte e la vedo in grado di centrare una prova del Grande Slam”. Determinante per papà René sarebbe stato il modo in cui Alison è riuscita a centrare la doppietta a Budapest: nonostante le non ottimali condizioni di salute e lo spettro dei punti da difendere, la forza della “nuova Alison Van Uytvanck” sarebbe stata una mente d’acciaio. La tenuta nervosa che spesso ha abbandonato Alison nei momenti chiave delle partite stavolta ha retto anche sui match point da salvare.
Sulla scia dell’entusiasmo è possibile spingersi oltre con le previsioni. Sognare è gratis, del resto. L’importante è che Alison Van Uytvanck, dopo la crisi del 2015, sia abbastanza strutturata per far fronte alle dichiarazioni così impegnative di suo padre.