Molti di noi conoscono la tennista romena Niculescu non tanto per i suoi successi a livello professionistico quanto per un suo particolare colpo, il dritto. Ebbene si, perché se ancora non lo sapevate vi diciamo noi che la tennista est europea ha un modo molto particolare di interpretare questo colpo, forse il più importante nel gioco del tennis.
Di diritto, scusate il gioco di parole, si aggiunge alla lista dei giocatori più stravaganti in termini di esecuzione dei vari colpi. Oltre a Gulbis e al suo movimento per il dritto improponibile e Marion Bartoli, che ne sfoggiava uno bimane, anche la romena ha in questo colpo un segno particolare: l’onnipresente backspin, che mette in difficoltà, e non poco il gioco delle sue avversarie.
E pensare che dalle prime volte che prese in mano una racchetta, all’età di quattro anni, questo colpo era normalissimo, in topspin, e lo preferiva nettamente al backspin. Solo successivamente, all’età di nove anni, ha ricominciato tutto da capo, colpendo la pallina solo con questo particolare effetto. Per molte delle sue avversarie ciò risulta essere molto scomodo ma allo stesso tempo prevedibile.
Pertanto, probabilmente è anche per questo motivo se ancora non è esplosa, nonostante l’anagrafe non le garantisce ancora tantissimi anni di attività. Di certo non è un gioco di classe e bello a vedersi ma la tennista di Slatina non è certo lì per dare spettacolo, bensì per praticare uno sport. Se si riesce a creare un connubio tra le cose ben venga, altrimenti gli spettatori paganti possono recarsi al Court successivo.
In un’intervista rilasciata in esclusiva al portale si.com la 27enne romena spiega ciò che l’ha portata a compiere determinate scelte nella sua vita, inclusa quella del cambio di dritto: “Quando ero piccola ero con mia sorella e mia madre per tutto il tempo in viaggio per il monfo e un giorno appena ho iniziato a giocare così ho cominciato a vincere diventando anche campione d’Europa. In molti ITF ho avuto successo ed ero persino numero 4 nella classifica juniores. Io gioco molto diverso, non ti do un ritmo. E’ difficile sapere quando è iniziato. So che ero giovane e stavo giocando in questo modo, ed è stato difficile per i giocatori. Ora mi piace di più.”
Alla domanda se qualche allenatore avesse provato a cambiare questa tendenza ha risposto: “Si ci hanno provato. Ho provato tante volte a giocare con più topspin ma sono tornata su questa strada perché mi piace. Mi sento a mio agio. Mi sento rilassata quando posso colpire molte palle senza alcuna pressione. Mi sento meglio. Ciò non significa che io non colpisco anche in topspin. Lo faccio in situazioni difficili, come quando l’avversario è nei pressi della rete e devo colpire per fare il passante.”
Spesso per ragioni prettamente estetiche il suo tennis è stato oggetto di risate e prese in giro da parte di alcune sue colleghe: “Ho giocato contro giocatrici che a volte si sono messe a ridere durante la partita cominciando a colpire dritti in backspin anch’esse, dato che non riuscivano a giocare come avrebbero voluto. Quando vedo questo tipo di frustrazione il mio gioco diventa molto più aggressivo.”
Di Simone Marasi