Muguruza: “Voglio che arrivi il momento giusto per noi donne e voglio essere un punto di riferimento”

La fresca vincitrice di Wimbledon condivide in una lunga intervista a XL Semanal i suoi racconti riguardo la sua infanzia, la sua capacità di gestire la pressione durante una vittoria e non solo

Garbiñe Muguruza è una grande giocatrice, capace di vincere titoli importanti e destinata a diventare la tennista di maggior successo durante il presente e il futuro, oltre che uno dei principali punti di riferimento per i media nel circuito femminile. 

Ripercorrendo la sua esperienza nel tennis cronologicamente, Muguruza ammette di essere sempre stata circondata da persone che giocavano questo sport, tra cui i suoi fratelli: “Ero destinata a giocare a tennis, da sempre presente nella mia famiglia. I miei due fratelli più grandi volevano diventare giocatori professionisti. Fino a 11 anni l’ho sempre visto come un divertimento, ma da quell’età in poi ho iniziato a dar più importanza a questo sport e a competere di più. A 13 anni ho iniziato a vincere tornei e tutto ha smesso di essere così divertente: non avevo mai a che fare con persone della mia età, ma sono stata fortunata. Non cambierei mai quello che ho vissuto.”

Dall’infanzia alla polemica nata alcuni anni fa, che ha obbligato Muguruza a dover scegliere tra Spagna e Venezuela, due paesi a cui si sente legata in maniera molto simile: “E’ stato difficile perchè tutti volevano scegliessi una sola cosa: mia mamma è venezuelana e ho molti parenti lì. Mi sento tanto venezuelana quanto spagnola.

E’ stato un salto enorme. In questi ultimi due anni ho ottenuto molta popolarità perchè anche se ho vinto pochi tornei, ne ho vinti di molto importanti. E’ stato come dire ‘Eccomi’. E da lì è stato quasi più difficile per me, le persone mi chiedono di vincere ed è molto difficile mantenere il livello. Rafa Nadal ci ha abituato molto male, è unico nel suo genere, fa più notizia quando perde che quando vince.

E poi la pressione e l’ansia: tasti dolenti per Garbiñe durante quasi tutta la sua carriera: “La pressione è un privilegio, significa che stai lottando per qualcosa di molto importante in mano: la prendo come una cosa buona, ma a volte è molto difficile.” E’ per questo che gestire la vittoria è tanto importante quanto accettare la sconfitta.

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Non ci si può fidare, il successo ti fa pensare che sia possibile accorciare la durata della corsa, ora si vuole vincere tutto e subito anche quando si è giovani ed è molto difficile: se si hanno i soldi, si è popolari e tutti vogliono qualcosa da te, se non hai la testa giusta è facile rovinarsi.

Garbiñe non ha dubbi invece sulla circostanza più negativa nel mondo dello sport: “L’infortunio è la cosa peggiore che può accadere, è una sensazione di enorme disperazione. Ne ho avuto diversi ed ho visto come è cambiata la mia vita: quando mi sono fatta male alla caviglia non riuscivo a camminare e mi allenavo seduta su una sedia.

Quando le viene chiesto dei suoi punti di riferimento nel tennis spagnolo, come Arantxa Sanchez e Conchita Martinez, la situazione non è idilliaca: “Erano altri tempi e siamo molto diverse: penso che sia il mio momento. Quello che hanno ottenuto loro è stato incredibile e sto cercando di seguire le loro orme: mi piacerebbe che arrivasse di nuovo il momento delle donne e io voglio essere un punto di riferimento.

Infortuni, critiche e tutte le altre facce dello sport più difficili da assimilare: “Penso di essere una ragazza che è stata a lungo criticato: ho smesso di leggere articoli su di me, ho pianto molte volte, forse troppe. Siccome mi facevano troppo male ho deciso di non leggere più nulla su di me.

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  1. Secondo me la Muguruza non ha uno stile da fuoriclasse, non usa molto il cervello è forte ma solo quando è in perfetta condizione fisica, solo cosi pestando a tutta forza e con un pizzico di fortuna mantiene la pallina in campo.
    Nella maggior parte dei tornei non riesce ad arrivare neanche in semifinale sconfitta da avversarie meno quotate ma più intelligenti e tecniche.

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